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Vaccinazioni. L'allarme Fimp: "Nel mondo 22 mln di bambini non immunizzati"


E sono 1,5 milioni quelli sotto i 5 anni che muoiono di malattie che potrebbero essere prevenute con i vaccini esistenti. In occasione della settimana mondiale di immunizzazione 2013 è stato rilanciato dall'Assemblea mondiale della sanità un programma per evitare milioni di morti entro il 2020.

26 APR - L'immunizzazione è uno degli interventi sanitari più costo-efficace e di successo e impedisce tra 2 e 3 milioni di decessi ogni anno. Immunizzazione protegge contro malattie come la difterite, morbillo, pertosse , polmonite, polio, rotavirus diarrea, rosolia e tetano. I benefici dell'immunizzazione sono sempre più estesi da bambini ad adolescenti e adulti, fornendo protezione contro le malattie mortali come la meningite, ma anche l’influenza e non ultimo i tumori (cancro cervice uterina e fegato).

Tuttavia, ancora oggi, circa 22 milioni di neonati non sono completamente immunizzati con vaccini di routine e più di 1,5 milioni di bambini sotto i cinque muoiono di malattie che potrebbero essere prevenute con i vaccini esistenti. La settimana mondiale di immunizzazione del 2013 valuta che la percentuale di bambini in tutto il mondo completamente vaccinati con vaccino difterite-tetano-pertosse rimane costante: circa 83% nel 2011, confrontati con l'83% nel 2009 e nel 2010 l'84%. Se questo è lodevole, ulteriori sforzi sono necessari per garantire che le persone in tutto il mondo possano essere protette da malattie prevenibili da vaccino. Ad esempio in alcune realtà, più della metà di tutti i bambini sono vaccinati in modo incompleto: India (32%), Nigeria (14%) e Indonesia (7%). E’ quindi necessario un rafforzamento delle vaccinazioni di routine nei paesi con il più alto numero di non vaccinati e non completamente vaccinati per ridurre il numero dei suscettibili in tutto il mondo e limitare l'insorgenza e la diffusione di focolai di malattie prevenibili da vaccino.

In occasione della settimana mondiale dell’immunizzazione che si svolge durante l'ultima settimana di aprile ogni anno, è stato rilanciato un piano globale approvato dall'Assemblea mondiale della sanità. Questi i quattro obiettivi previsti:
- Rafforzare le vaccinazioni di routine per soddisfare gli obiettivi di copertura vaccinali.
- Accelerare il controllo delle malattie prevenibili da vaccino con l'eradicazione della polio come primo obiettivo.
- Introdurre vaccini nuovi e migliorati.
- Stimolare la ricerca e sviluppo per la prossima generazione di tecnologie e di vaccini.

In una ottica più nazionale, in Italia l’organizzazione di Igiene Pubblica delle Asl offre un servizio efficiente, rodato da molti anni di offerta vaccinale prima “obbligatoria” (per polio,difterite,tetano e antiepatite B) e poi “raccomandata” per tutti i vaccini comparsi sulla scena della prevenzione verso malattie sia dell’età infantile che adulta (pertosse, morbillo, parotite, rosolia, varicella, le tre vaccinazioni anti meningite e antipapillomavirus, il vaccino contro le gastroenteriti da rotavirus, e l’antiinfluenzale ogni stagione per le categorie a rischio).

Certamente il genitore vuole comunque un suggerimento individualizzato sul proprio bambino, cioè se quanto raccomandato per la popolazione generale “valga” anche nel suo caso. Su questo aspetto è il Pediatra di famiglia che riveste un ruolo primario e di estrema importanza , confermato da tutte le statistiche nazionali che lo indicano come il medico di riferimento per aderire al calendario vaccinale.
Onori quindi, ma anche oneri, cioè responsabilità professionale che impone aggiornamento e capacità comunicative specie in una società che puo’ offrire al genitore tante fonti informative, non tutte valide e “col bollino” di qualità.

Ma questa è la sfida che la Federazione medici pediatri italiani (Fimp) ha accettato tramite la Rete Vaccini che opera nella formazione specifica da oltre 10 anni e si propone di affrontare le novità del settore, a partire dalla prossima introduzione del vaccino antimeningococco di tipo B che potrebbe evitare almeno 20-30 decessi e un centinaio di disabilità all’anno, conseguenti alla malattia nei casi che riescono a sopravvivere.

26 aprile 2013
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