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Farmaci: il ministero rilancia la lotta agli errori in terapia


Sicurezza e prevenzione degli errori nella terapia farmacologica: un obiettivo primario per il ministero della Salute che ha dedicato al tema un seminario nel corso del quale è stato anche presentato il manuale di formazione per i farmacisti realizzato dallo stesso ministero con la collaborazione della Federazione degli ordini dei farmacisti e della Società italiana di farmacia ospedaliera

22 SET - L’errore è sempre in agguato. In ogni professione o attività. Questa consapevolezza deve quindi guidare gli operatori della Sanità – settore che deve per sua stessa natura garantire la sicurezza delle prestazioni a favore dei cittadini – a un’attenzione particolare alle procedure e ai meccanismi che vengono attivati per prevenire o evitare il ripetersi di episodi a danno della salute collettiva e individuale. Questo, in sintesi, l’indicazione fornita dal ministro della Salute Ferruccio Fazio, nell’aprire i lavori del seminario, promosso dal Dipartimento della Qualità dello stesso ministero, dedicato, appunto, a Qualità, gestione del rischio clinico e sicurezza delle cure nell’uso dei farmaci: formazione, raccomandazioni e integrazione, tenutosi questa mattina a Roma.
“C’è sempre un margine di errore – ha rilevato Fazio – che però può essere ridotto, se non annullato rispettando le procedure che, di volta in volta vengono messe in campo a questo scopo. Procedure che, proprio per questo motivo, devono essere 'blindate' e seguite con scrupolosità”.
Gli ha fatto eco Filippo Palumbo, capo del Dipartimento, che ha ricordato come nell’ambito del Governo clinico, la sicurezza nell’uso dei farmaci rappresenti un’area avanzata nella quale si persegue non solo l’obiettivo di promuovere l’elaborazione di strumenti di controllo e verifica – protocolli o linee guida – ma anche quello di formare gli operatori e di implementare la diffusione degli strumenti in tutte le realtà operative del sistema sanitario.
Il seminario – ha ricordato Alessandro Ghirardini, direttore dell’Ufficio Qualità – è stato quindi organizzato sia per proporre una “ricognizione” delle iniziative messe in campo dal ministero della Salute, sia per presentare il Manuale per la formazione dei farmacisti del Ssn, Sicurezza dei pazienti e gestione del rischio clinico: la qualità dell’assistenza farmaceutica, realizzato dal ministero di Lungotevere Ripa, in collaborazione con la Fofi, Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani e la Sifo, Società italiana di farmacia ospedaliera.
Il presidente della Fofi, Andrea Mandelli, ha voluto sottolineare l’impegno della Federazione alla quale il ministero “ha voluto assegnare il ruolo di capofila del progetto che ha condotto alla realizzazione del manuale, allo scopo di sottolineare le ricadute di questa tematica su tutte le componenti della professione a cominciare dai farmacisti ospedalieri”. Dalla collaborazione stretta con la Sifo e gli uffici ministeriali è nato così il manuale per la formazione di base del farmacista sul rischio clinico, dal quale, ha annunciato Mandelli “è stato tratto un corso di formazione a distanza: una modalità formativa particolarmente funzionale e gradita dai farmacisti, come ha dimostrato e dimostra il Programma Farmafad, che la Federazione ha avviato da ormai tre anni e che nell’edizione 2009-2010 ha avuto oltre 20 mila utenti”. Il lavoro del gruppo che ha realizzato il manuale, viene così a “colmare un vuoto” nel panorama italiano: “nel manuale e nel corso FAD “ ha spiegato Mandelli “vengono trattati i principi della gestione del rischio clinico, legato o meno al farmaco, calando poi questi principi nella pratica professionale, con una grande attenzione alle situazioni concrete. Gli interventi non vengono però articolati solo in base ai diversi ambiti in cui il farmaco viene impiegato (ospedale, territorio e ambiti particolari come le residenze sanitarie o gli istituti di pena) ma vengono anche illustrate le classi di farmaci per i quali l’epidemiologia ha rivelato una particolare concentrazione di errori nella pratica clinica a livello internazionale. Ampio spazio, infine, è stato dedicato anche all’educazione del paziente e del cittadino all’uso consapevole del farmaco che è una delle misure più importanti, soprattutto sul territorio, per prevenire gli eventi avversi”.
La realizzazione del manuale viene dunque ad aggiungersi alle molte altre iniziative che il ministero della Salute ha attivato per assicurare la sicurezza nell’uso del farmaco. Ne ha parlato Susanna Ciampalini, dell’Ufficio Qualità ministeriale, citando il programma di collaborazione con le Regioni, l’Aifa e l’Istituto superiore di sanità, che punta oltre che al monitoraggio degli eventi avversi, anche alla produzione di Raccomandazioni (tra le più importanti la numero 1 sulle precauzioni da adottare nell’utilizzo di soluzioni di cloruro di sodio e la 7, sulla prevenzione della morte, coma o danno grave derivati da errori in corso di terapia farmacologica), alla formazione degli operatori e al coinvolgimento dei cittadini. E a questo proposito, Ciampalini ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento di tutti gli operatori e delle Aziende sanitarie, ricordando infine il Progetto sui farmaci Lasa (dall’acronimo inglese per “Look Alike, Sound Alike”), dal quale è poi scaturita la raccomandazione 12 rivolta a tutti gli operatori e ai farmacisti operanti in qualsiasi struttura – Ospedali ma anche Rsa, Hospice, case di riposo ecc. – in cui si facesse uso di farmaci, destinata a evitare gli errori dovuti a somiglianze nel confezionamento o nella denominazione del medicinale.
Sempre in quest’ambito si colloca l’indagine conoscitiva realizzata dalla Sifo in collaborazione con il ministero della Salute sulla diffusione e applicazione della Raccomandazione 7 (sopra citata) attraverso la rete dei servizi farmaceutici ospedalieri. A riferirne i risultati è stata Giovanna Scroccaro, direttore del Dipartimento interaziendale di farmacia dell’Azienda ospedaliera di Verona e responsabile dell’Unità di valutazione dell’efficacia dei farmaci della Regione Veneto. Le Regioni coinvolte, ha illustrato Scroccaro, sono state 17, con 94 farmacie ospedaliere; 73 di queste hanno svolto l’indagine anche presso 322 reparti suddivisi nelle aree di medicina, chirurgia, ostetricia-ginecologia, pediatria e ortopedia.
“L’indagine” ha affermato Scroccaro “ha messo in luce come la problematica della sicurezza dell’utilizzo dei farmaci in terapia sia molto sentita dai farmacisti”. Ma ha anche evidenziato alcune criticità: dalle difficoltà di comunicazione delle informazioni, alla scarsa attenzione negli investimenti in tecnologia, alle differenze nelle procedure operative adottate dai vari ospedali.
Un’ulteriore contributo alla sicurezza viene poi dal Progetto per l’introduzione della figura del farmacista di Dipartimento avviato lo scorso aprile e che si concluderà nel marzo del 2011 con la produzione di un manuale che servirà da “modello di riferimento” per definire compiti, ruolo e funzioni di questa figura innovativa. Che, ha ricordato Laura Fabrizio, presidente della Sifo, “in altre esperienze internazionali, si è dimostrata efficacissima non solo nel ridurre gli eventi avversi e gli errori, ma ha anche contribuito al contenimento della spesa farmaceutica ospedaliera”. Il progetto è in pieno itinere ed è già giunto alla sua seconda fase nella quale i farmacisti – tutor e borsisti – iniziano a operare concretamente nelle cinque strutture sanitarie individuate (Le Molinette a Torino, l’Istituto oncologico veneto, l’Azienda ospedaliera ospedali riuniti di Ancona, l’Istituto tumori “Giovanni Paolo II” di Bari e l’Ospedale San Vincenzo di Taormina).
Il seminario è stato concluso da una tavola rotonda alla quale hanno preso parte, tra gli altri, Anna Rosa Marra, responsabile dell’Ufficio autorizzazioni all’immissione in commercio dei farmaci dell’Aifa, Andrea Lenzi, presidente del Cun, il Consiglio universitario nazionale e Monica Capasso, dirigente della Direzione dispositivi medici del ministero.

22 settembre 2010
© Riproduzione riservata

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