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Obesità. In Molise il più alto tasso di persone sovrappeso


La regione “vince” la maglia nera per numero di adulti obesi, uno su sette, strappando il primato alla Basilicata. Pur trattandosi di numeri inferiori rispetto a quelli riscontrati in altri paesi europei il problema, dicono gli esperti della Società italiana di chirurgia dell’obesità, non va sottovalutato 

25 GEN - Gli abitanti dell’area del Sannio sono quelli che al momento, in Italia, hanno un problema con il peso corporeo. Secondo infatti i dati del “Rapporto Istat Noi Italia”, per la prima volta il Molise “vince” la maglia nera per numero di adulti obesi, strappando così il primato nazionale detenuto nel 2011 dalla Basilicata.
Stando ai dati la percentuale più elevata di persone in grave sovrappeso in Molise è pari al 13,5%, contro una media nazionale che è del 10%. Al secondo posto troviamo la Basilicata (13,1%) seguita dalla Puglia (12,6%).
 
“Anche se si tratta di numeri decisamente inferiori rispetto a quelli riscontrati in altre nazioni europee – afferma Marcello Lucchese, Presidente della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle Malattie metaboliche (Sicob) – non dobbiamo sottovalutare la situazione o pensare che sia un problema solo meridionale. Il numero degli obesi italiani è cresciuto del 25% dal 1994 ad oggi e anche regioni settentrionali come Emilia Romagna e Friuli-Venezia Giulia (con 12% e 11,8% rispettivamente) registrano ormai numeri in costante aumento”.
 
L’obesità provoca una serie di gravi malattie che possono portare alla morte, come ipertensione, diabete e cancro. “Quando dieta, esercizio fisico e cure farmacologiche non sono sufficienti è opportuno sottoporre i pazienti a tecniche di chirurgia bariatrica – continua Lucchese – e non certo per fini estetici ma per salvare loro la vita. A questo si aggiunga l’impatto economico soprattutto in tempi di spending review, dell’obesità: i costi sociali a questa condizione, infatti, ammontano a 23 miliardi di euro, di cui 11 a carico del Servizio Sanitario Nazionale. A questi vanno aggiunti i costi indiretti quantificabili a 65 miliardi di euro annui e rappresentanti da decessi, riduzione della produttività lavorativa, assenza dal lavoro, sussidi pensionistici e disoccupazione. Se incentiviamo la chirurgia dell’obesità possiamo quindi risparmiare fino a 88 miliardi”.
 
Secondo i censimenti svolti dalla Sicob nel 2011 in Italia sono state eseguite 7.214 operazioni: 4093 al Nord, 1983 al Centro, 880 al Sud e 258 nelle Isole. “Sono almeno un milione gli obesi italiani che potrebbero risolvere i loro problemi grazie ad interventi chirurgici – conclude Lucchese – Rivolgiamo perciò un appello alle forze politiche che vinceranno le prossime elezioni: dobbiamo incentivare su tutto il territorio nazionale la conoscenza e l'applicazione degli interventi di chirurgia dell’obesità, perché è l’unico metodo per curare in maniera duratura ed efficace il grave eccesso di peso. Speriamo che i media nazionali ci aiutino in quest’opera di sensibilizzazione e conoscenza della nostra disciplina”.

25 gennaio 2013
© Riproduzione riservata

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