“Costruire ponti creare opportunità” è questo il titolo del Convegno organizzato dall’Università UniNettuno insieme l’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi),la Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai),Unione medica euro mediterranea continuano (Umem) ed il Movimento Uniti per Unire.
Associazioni e comunità che hanno siglato un protocollo d’intesa ed hanno promosso il progetto formazione per i rifugiati già nel 2016 portandolo avanti con successo e continua collaborazione costruttiva a favore di tutti senza distinzione. In particolare, l’Università telematica internazionale UniNettuno, attraverso l’Università dei Rifugiati, ha sostituito i palazzi fisici degli atenei con infrastrutture tecnologiche, dando un contributo per favorire un modello virtuoso di integrazione dei rifugiati e degli immigrati.
Nel corso della kermesse – che ha visto una grandissima di partecipazione internazionale con la sala gremita da delegazioni di numerose nazionalità (25 presidenti di associazioni e comunità) e religioni (Cristiani, Musulmani, Ebrei, Ortodossi, Copti, Maroniti, Cinesi ,Indiani, Anglicani) – sono stati presentati i progetti e ascoltate le testimonianze delle associazioni che hanno illustrato le loro attività a favore dei rifugiati in Italia.
“Questa è un’iniziativa volta a migliorare le condizioni di vita nel Paese di origine, senza emigrare altrove” ha spiegato in apertura del convegno la Professoressa Maria Amata Garito, Rettore dell’Università Telematica Internazionale UniNettuno, che ha aggiunto: “L’Università per Rifugiati, riconosciuta da Unesco e Nazioni Unite come una buona pratica che contribuisce a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, offre la possibilità a migranti, rifugiati e richiedenti asilo di vedersi riconosciute le carriere accademiche e le competenze professionali e di studiare a distanza e conseguire un titolo di studio”. E proprio il 30 novembre ha conseguito la laurea in Ingegneria Harout Marderossian, il primo studente.
E ancora, sono state illustrate dal Dr. Alessando Caforio le attività ed i progetti di UniNettuno per migranti e rifugiati e dal Prof. Dario Assante i risultati del progetto Views per la formazione dei mediatori culturali.
“Il progetto Views – ha spiegato Assante, curatore del progetto – cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Erasmus+ intende sostenere lo sviluppo professionale degli educatori e degli operatori che si occupano di migranti, affrontando le sfide dell’inclusione sociale nei contesti di apprendimento. Il progetto intende fornire agli operatori delle competenze ed una qualifica professionale per migliorare le loro capacità di interazione e mediazione culturale. La questione della formazione dei formatori – ha concluso – è stata sviluppata a livello internazionale, per fornire approcci potenzialmente comuni ai migranti che si spostano da un Paese all’altro. Inoltre, in tal modo si può facilitare la mobilità dei formatori nel mercato del lavoro Europeo”.
“Non c’è una completa integrazione senza una formazione mirata” ha sottolineato il Prof. Foad Aodi a nome dell’Amsi, Amsi, Umem,Co-Mai e del movimento Uniti per Unire ringraziando il Rettore dell’Università UniNettuno per il coinvolgimento e il lavoro di squadra a favore del diritto alla salute e allo studio per una costruttiva e concreta “Istruzione senza frontiere”.
Aodi ha illustrato i #Manifesti_Buona_Immigrazione e #Buona_Salute_Internazionale mettendo l’accento sulla richiesta di una Legge d’immigrazione europea per il rispetto dei diritti e doveri, il rispetto degli accordi bilaterali, la lotta a ogni forma di discriminazione, diseguaglianza nei servizi sanitari e sociali e pregiudizio.
Soprattutto, ha spiegato Adoi, bisogna intensificare la cooperazione socio sanitario e la formazione online nei paesi di origine. Per questo, chiudendo la sua relazione ha avanzato due proposte: un Master per la formazione dei mediatori culturali; e un Master per la formazione in Salute Globale.
“Bisogna lavorare sui due binari: il primo sull’immigrazione irregolare e l’altro sulla valorizzazione dell’immigrazione qualificata mettendo in agenda politica progetti per l’accoglienza e strumenti per risolvere le criticità e le diseguaglianze nella sanità difendendo i diritti umani. L’immigrazione qualificata in Italia – ha concluso – ha consentito di inserire nell’organico degli ospedali italiani il 35% di medici e infermieri necessari durante la pandemia da Covid19, secondo il decreto CuraItalia che scadrà alla fine del nel 2023”.
Il convegno si è concluso con un messaggio per la pace in Terra Santa lanciato in tutte le lingue dai presenti: oltre al Rettore e al Presidente Amsi e del Movimento Uniti per Unire e ai relatori, il Presidente della Comunità Ebraica Abramitica Carmine David delle Donne, i Co-Coordinatori del dipartimento dialogo e rispetto reciproco Interreligioso del Movimento Uniti per Unire; il Vescovo Anglicano Luis Miguel, la presidente della Moschea Al Huda, la coordinatrice dipartimento donne Co-mai, Ismail Zeinab, Pino Mauro Pironti della Comunità ebraica Abramitica, il Prof. Fabio Abenavoli coordinatore del Dipartimento Uniti per Unire per la Cooperazione Internazionale e il sociologico Prof. Claudio Rossi Coordinatore del Dipartimento per la progettazione del Movimento Uniti per Unire.
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