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Italia martoriata da alluvioni e incendi, il ruolo fondamentale della medicina dei disastri

di Arnaldo Iodice

Pioggia torrenziale, folate di vento e grandinate intense al nord, fuoco e fiamme che incendiano migliaia di ettari di terreno al sud. Dopo il caldo torrido delle scorse settimane, il nostro Paese è in piena crisi ambientale. Come si agisce tempestivamente in caso di catastrofi come queste?

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“Non parlate di maltempo ma di cambiamento climatico”. È questo l’appello fatto da cento scienziati ai media in riferimento a quanto sta accadendo in questi giorni nel nostro Paese. Il nord Italia (Lombardia in primis) è martoriato da piogge torrenziali, tempeste di vento e grandinate fittissime mentre il sud (in particolare la Sicilia) sta letteralmente bruciando. Vigili del Fuoco e Protezione civile sono in piena attività per limitare il più possibile i danni materiali e salvare vite umane. Ma come ci si comporta in situazioni del genere? Che tipo di formazione deve avere il personale sanitario che interviene in scenari di questo tipo?

Medicina dei disastri, cos’è e quali sono le sue aree di intervento

La medicina dei disastri (o delle catastrofi) è una disciplina che nasce dal connubio tra medicina d'urgenza e gestione dei disastri. Attraverso di essa si fornisce assistenza sanitaria ai sopravvissuti ai disastri e tutte le competenze mediche necessarie ad affrontare questo tipo di eventi dall’inizio alla fine. È dunque il ramo della medicina che si occupa dei problemi sanitari che emergono dopo una catastrofe.

Le aree di intervento si raggruppano in:

Primo soccorso e assistenza sanitaria: soccorso immediato ai feriti; assistenza sanitaria di base e specialistica; gestione di pazienti ospitati in strutture sanitarie danneggiate o da campo; fornitura di farmaci e presidi per la popolazione colpita; aspetti medico-legali connessi al recupero e alla gestione delle salme.

Interventi di sanità pubblica: vigilanza igienico-sanitaria; disinfezione e disinfestazione, controllo degli alimenti disponibili ed eventuale smaltimento di quelli avariati; controlli sulle acque potabili fino al ripristino della rete degli acquedotti; profilassi delle malattie infettive e parassitarie; problematiche igienico-sanitarie derivanti da attività produttive o discariche abusive; smaltimento dei rifiuti speciali; verifica e ripristino delle attività produttive; problemi veterinari.

Assistenza psicologica e sociale: assistenza psicologica; igiene mentale; assistenza sociale, domiciliare, geriatrica.

L’importanza di una corretta e completa formazione nella medicina dei disastri

Come spiegato nel corso di formazione ECM “Medicina dei disastri e gestione delle emergenze sanitarie” (responsabile scientifico: Andrea Andreucci, Presidente della Società italiana degli infermieri di emergenza territoriale), presente sulla piattaforma Consulcesi Club (7,5 crediti ECM), la formazione in medicina dei disastri fornisce le conoscenze e la capacità di comprendere i contesti e gli elementi del disastro, nonché dota i discenti delle competenze pratiche necessarie per agire correttamente in questo tipo di situazione.

Questa formazione può: rivelare i punti deboli della pianificazione e le carenze di risorse in un ambiente controllato; chiarire ruoli e responsabilità, compresa la catena di comando; promuovere entusiasmo, conoscenza, capacità e disponibilità a partecipare alla risposta alle emergenze; migliorare il coordinamento; far familiarizzare il personale con le nuove funzioni; ottenere il riconoscimento pubblico e la fiducia per il processo di gestione delle emergenze; testare e valutare piani e procedure.

La formazione basata sulle operazioni

Ma in cosa consiste la formazione nell’ambito della medicina dei disastri? Questa può essere progettata in due diversi formati: la formazione basata sulla discussione e la formazione basata sulle operazioni. Per quanto riguarda la prima, si tratta di una situazione informale in cui si discute di una situazione di emergenza con una sorta di gioco da tavolo che viene utilizzato per simulare l’ambiente reale con tutti i suoi elementi.

Più importante e strutturata è invece la formazione basata sulle operazioni (Operation-based training). Questa può essere di vari tipi:

Esercitazioni: attività coordinata e supervisionata, normalmente utilizzata per testare o addestrare i soggetti a una singola operazione o funzione specifica in modo ripetuto. Un'esercitazione mira a praticare e perfezionare una singola parte di un piano di risposta;

Esercizio funzionale: si tratta di un esercizio interattivo completamente simulato che mette alla prova la capacità di un'organizzazione di rispondere a un evento;

Esercitazioni sul campo: viene simulato un evento reale (o solo una parte di esso) il più fedelmente possibile ed è progettato per valutare la capacità operativa dei sistemi di gestione delle emergenze in un ambiente altamente stressante.

Arnaldo Iodice



28 luglio 2023
© Riproduzione riservata
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