Si è spento ieri a Milano Vincenzo Passarelli, presidente nazionale dell’Aido dal 2004 al 2016 e protagonista del movimento di impegno sociale e civile che portò, nel 1999, all’approvazione della legge 91 sulla donazione e il trapianto di organi e tessuti. Passarelli, lucchese, biologo e medico ricercatore dell’Istituto di biofisica di Pisa del Consiglio nazionale delle ricerche, deceduto a 76 anni in seguito a un ictus cerebrale, ha potuto donare i suoi organi: grazie al suo consenso, registrato in vita come socio Aido, è stato possibile prelevare a scopo di trapianto il fegato e i due reni, oltre alle cornee ed altri tessuti.
“Vincenzo Passarelli ha dedicato gran parte della sua vita alla causa della donazione degli organi, contribuendo in modo determinante alla costruzione del nostro sistema – commenta il direttore del Centro nazionale trapianti Massimo Cardillo – con lui se ne va un pezzo di storia della Rete nazionale, iniziata negli anni Ottanta - quando i prelievi e i trapianti erano un evento sporadico e il trasporto degli organi era supportato da centinaia di volontari che mettevano a disposizione il loro tempo e persino le loro auto private per salvare una vita. Nel corso del suo impegno in Aido, e in particolare durante il suo servizio come dirigente nazionale, Passarelli ha avuto un ruolo decisivo nel percorso che ha portato all’approvazione della legge 91/99, alla nascita del Cnt e del Sistema informativo trapianti, lavorando senza sosta alla costruzione di una autentica e radicata cultura del dono. Una dedizione che ha confermato persino morendo: siamo sicuri che, se avesse potuto decidere come andarsene, Vincenzo avrebbe scelto proprio di poter donare gli organi, per testimoniare direttamente un’ultima volta il valore di un gesto nel quale ha creduto per tutta la vita”.
Alla sua famiglia, e a quella allargata delle volontarie e dei volontari di Aido, prosegue una nota del Cnt e della Rete nazionale trapianti vanno il profondo cordoglio e la più sentita vicinanza del Cnt e della Rete nazionale trapianti tutta. Grazie, Vincenzo.
Vincenzo Passarelli era un volontario di straordinaria generosità, guidato da una preziosa lucidità organizzativa e profondo senso delle istituzioni. Un raro spirito di servizio, accompagnato da una visione strategica del sistema trapiantologico; lo stesso che lo ha portato a mettere a disposizione della Rete, attraverso il SIT, il milione di consensi alla donazione rilasciati dai cittadini attraverso Aido fin dalla sua fondazione.
Al di là dei rispettivi ruoli, c’è sempre stata in Passarelli la consapevolezza che la crescita culturale del Paese in termini di maggiore propensione alla donazione di organi e tessuti si fondi su un’integrazione del volontariato all’interno del sistema. D’altronde, anche la legge-quadro sui trapianti aveva colto in questa sinergia una delle chiavi per imprimere una svolta in fatto di prelievi ed interventi. E se l’Italia, oggi, è tra i primi posti a livello europeo, lo dobbiamo anche a lui.
La sua innata vocazione ad una comunicazione chiara, rigorosa e basata sull’evidenza scientifica non poteva essere solo una “deformazione professionale” (Passarelli, originario di un piccolo centro della Calabria, era ricercatore all’Istituto di Biofisica di Pisa del Consiglio Nazionale delle Ricerche). Quando i termini “fake news” e “bufale” non erano ancora entrate nel vocabolario collettivo, Passarelli è sempre stato al nostro fianco per demolire i tanti falsi miti connessi alla donazione di organi e alla base di ancora troppi rifiuti al prelievo. Proprio per questo, da presidente dell’Aido, aveva rafforzato il lavoro di divulgazione negli istituti scolastici e nelle università attraverso progetti dedicati e migliaia di incontri con i giovani.
E ancora, in ogni tentativo di riaccendere il dibattito sulla certezza della morte cerebrale Passarelli era pronto a far sentire la sua voce mai sottraendosi al confronto scientifico e mediatico; erano gli anni in cui la confusione tra “fine vita” e “morte neurologica” avrebbe potuto causare non pochi danni in termini di aumento delle opposizioni alla donazione. Fu socio fondatore della Società Italiana per per la sicurezza e la qualità dei trapianti (SISQT), la cui mission è proprio quella di promuovere un modello di medicina partecipativa.
Negli anni della sua militanza associativa e della sua presidenza in Aido, Passarelli ha accompagnato le trasformazioni del nostro sistema, salutando con convinzione alcuni cambiamenti che ne hanno ridisegnato i contorni organizzativi - come l’istituzione del CNT operativo - o normativi - come la possibilità di esprimersi sulla donazione in occasione del rilascio della carta d’identità. Tante le battaglie, alcune vinte, altre ancora da vincere, per rendere la donazione di organi un fatto “normale”, un gesto civico al di là di qualsiasi retorica da supereroe.