Lavoro e salute. Rossi: “Non è più consentito fare i conti con l’insostenibile peso dell’insicurezza”
di Domenico Della Porta
L’Inail, ha sottolineato il Sovrintendente Centrale Sanità dell’Istituto, è una piattaforma di promozione e di condivisione della cultura della salute e della sicurezza sul lavoro in cui le attività garantiscono non solo le più appropriate prestazioni economiche orientate al reinserimento lavorativo, sociale e familiare della persona infortunata o malata per il lavoro, ma aprono nuovi orizzonti di natura prevenzionistica.
27 GIU - “Non è più consentito fare i conti con l’insostenibile peso dell’insicurezza sul lavoro”. Lo ha detto
Patrizio Rossi, Sovrintendente Centrale Sanità dell’Inail, a margine deI Convegno Nazionale di Medicina e Sanità Inail 2023.
Occorre considerare l’Inail, ha aggiunto Rossi, una piattaforma di promozione e di condivisione della cultura della salute e della sicurezza sul lavoro in cui le attività sanitarie assicurano prioritariamente prossimità e assistenza al disabile da lavoro, garantendo non solo le più appropriate prestazioni economiche orientate al reinserimento lavorativo, sociale e familiare della persona infortunata o malata per il lavoro, ma aprendo nuovi orizzonti di natura prevenzionistica forti di un’esperienza di 125 anni di attività nel settore.
La missione sanitaria affidata all’Istituto, ha precisato, è molto ampia e composita e interpreta il complesso e sofisticato sistema di public management finalizzato alla tutela al lavoratore nel rispetto dei principi di sostenibilità delle prestazioni socio-sanitarie ed economiche. L’Inail attua politiche di prevenzione e sorveglianza sanitaria (anche quella eccezionale della fase pandemica), esercita funzioni di epidemiologia, di riabilitazione e di assistenza protesica.
In questa tre giorni, che ha visto la presenza a Roma all’Auditorium della Pontificia Università San Tommaso d’Aquino, di oltre 500 medici, c’è stata la possibilità di toccare con mano una panoramica non solo di numeri – che spesso si è abituati a leggere negli open data - ma di sottoporre all’attenzione di tutti le dettagliate analisi – caso per caso – e l’esame delle singole fattispecie di infortunio o di malattia professionale, al fine di catalogare gli eventi e ricavare da questi dati di pregio medico legale, utili elementi per la prevenzione terziaria.
In due volumi di oltre 1000 pagine, stampati dall’INAIL, consegnati ai partecipanti all’evento e resi disponibili, se richiesti, agli studiosi del settore, sono stati analizzati gli infortuni mortali, i nuovi rischi lavorativi con i nuovi infortuni e le nuove malattie da lavoro, evidenziando di non fermarsi più ai rischi specifici, ma studiare quelli aspecifici, staccarsi dai rischi tabellati, convincendosi che esiste una continua trasformazione proprio dei fattori di rischio.
Partendo dal riconoscimento del Ministero della salute che fin dal 2003 ha sottolineato la centralità dell’INAIL, ai sensi dell’art. 1 del d.lgs. del 30 dicembre 1992, n.502 nel novero degli enti e istituzioni di rilievo nazionale che nell’ambito del Servizio sanitario nazionale soggetto che svolge attività finalizzata alla tutela della salute, è stata manifestata la volontà di intraprendere con gli attori della tutela della salute (Ministero della Salute, Regioni, Agenas, ISS) un percorso di reale e piena integrazione.
Basta leggere le numerosissime comunicazioni per rendersi conto dell’alta valenza scientifica dell’Istituto: dalle aggressioni sul lavoro alla recentissima casistica sugli infortuni occorsi in ambiente domestico durante l’attività di smart working; dagli infortuni da stress termico, di grande attualità per le ondate di calore che causano infortuni - anche mortali – in via diretta e indiretta a peculiari casi in agricoltura riguardanti allevatori di animali e a un evento mortale in addetto alla stalla; dalle non infrequenti sindromi di Tako-Tsubo, alla lesione di Morel Lavallée; dagli infortuni multipli a casi di malpractice in sanità che hanno riguardato lavoratori lesi; dalle neoplasie professionali con focus sugli ultimi anni di attività, alla tutela delle disfonie in insegnanti; dall’utilizzo della teleriabilitazione al processo di nursing alla cartella infermieristica informatizzata, alla riabilitazione del mieloleso.
Il particolare approfondimento sugli infortuni mortali, ha voluto rappresentare per un verso un momento di attenzione a tutte le persone che muoiono nell’espletamento del lavoro e per l’altro evidenziare l’unicità del contributo dell’analisi medico-legale delle singole fattispecie, in un mondo che ripete numeri e casistiche tristemente consolidate. I contributi congressuali son il risultato di un lavoro dei vari team di medici che hanno analizzato i casi mortali cercando di estrapolare dati non noti, del tutto nuovo su dinamiche fatali, condizioni di lavoro, natura e rilevanza degli accertamenti post-mortali, ma anche studiando la storia lavorativa precedente e il reale compito professionale svolto al momento dell’evento mortale a volte non coincidente con la mansione d’inquadramento, analizzando anche i precedenti infortunistici non mortali che hanno riguardato i lavoratori poi deceduti, verificando se i decessi o una parte di essi potevano essere evitati non solo nei termini prevenzionali ma anche di soccorso.
Peculiari elementi di riflessione medico legale e di medicina del lavoro sono altresì emersi dalle casistiche analizzate per grandi gruppi (in particolare le morti nel settore agricolo, quelle degli eventi in itinere e le morti da COVID-19).
La maggior parte degli infortuni mortali in agricoltura si verifica durante attività svolte singolarmente e che quindi non permettono l’attivazione immediata dei soccorsi o deriva dall’uso improprio delle attrezzature. I dati raccolti offrono spunti molto interessanti, si pensi anche solo alla connessione tra stato anteriore, malori ed infortuni in itinere.
Domenico Della Porta
27 giugno 2023
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Cronache