“Appaiono incredibili le risultanze della chiusura delle indagini della Procura di Bergamo che ha portato a venti indagati e in cui si accusa a vario titolo di reati come omicidio colposo ed epidemia colposa membri dei precedenti Governi e alcuni tra i massimi esperti e clinici della sanità italiana la cui professionalità è riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo e ai quali va la nostra totale solidarietà”. È quanto dichiarano in una nota il presidente della Fadoi, la società scientifica della Medicina Interna, Francesco Dentali e il Presidente della Fondazione Fadoi, Dario Manfellotto, commentando l’inchiesta sui primi mesi di pandemia su cui la Procura di Bergamo ha chiuso le indagini.
“Ma allora siamo tutti colpevoli, incapaci e negligenti perché noi tutti, non solo i decisori, abbiamo agito in base a quel che scienza, coscienza e conoscenza fornivano in quei momenti drammatici”, affermano i due esponenti degli internisti ospedalieri, che nei loro reparti hanno preso in carico il 70% dei pazienti Covid nel corso della pandemia.
“In tre anni e ancora di più nel 2020, in quelle prime settimane in cui scoppiò la pandemia in Italia – affermano Dentali e Manfellotto - navigando al buio di fronte a una emergenza sconosciuta abbiamo dedicato tutta la nostra attività senza limiti d’orario, con un impegno totalizzante e con centinaia di morti tra medici e operatori sanitari”.
“Solo in Italia – precisano - c’è un’iniziativa giudiziaria di questo tipo. Siamo allora noi più intelligenti, più puri, più corretti? La magistratura italiana è la migliore al mondo perché è l’unica che ha scoperto degli errori? Ma ci siamo dimenticati che la pandemia ha colpito tutto il mondo e che l’Italia è stato il primo paese ad essere travolto? Se è così allora è inutile nascondersi dietro ad un dito: siamo tutti colpevoli. Gli internisti italiani sono colpevoli di aver lavorato 24 ore al giorno per affrontare la pandemia con le armi che avevamo a disposizione”.