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Dolore. A Torino il Progetto ‘Come’ per il trattamento degli anziani


Geriatri e specialisti saranno in aula per un corso che attraverso la “comunicazione efficace” insegna le tecniche più avanzate di diagnosi del dolore. Il Progetto, che ieri era a Catania, raggiungerà nei prossimi giorni Genova, Firenze, Bologna, Bari, Milano, Perugia, Roma e Treviso. 

15 SET - L'80% degli ultrasessantacinquenni soffre di dolore ma la maggior parte degli anziani incontra difficoltà nel rappresentare al medico le proprie sofferenze. Per questo diagnosticare il dolore e imparare a comunicarlo è fondamentale in un Paese a forte longevità quale è l’Italia.

A questo scopo nasce il progetto ‘Come’ per il trattamento del dolore negli anziani. Promosso con il sostegno incondizionato di Grunenthal Italia, il progetto vede geriatri e specialisti che si occupano di pazienti anziani portare avanti un “tour” di lezioni in tuta Italia per insegnare al medico a comprendere il dolore geriatrico e a stimolare il paziente, attraverso particolari tecniche di comunicazione, a raccontare il proprio sintomo,  partecipando attivamente alla terapia.

“Il problema è estremamente diffuso e offrire una risposta efficace è fondamentale”, spiega Giuseppe Paolisso, responsabile Scientifico del Progetto ‘Come’, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Seconda Università degli Studi di Napoli e presidente della Sigg (Società Italiana di Gerontologia e Geriatria).

Per questo l’idea di un “corso itinerante”. Dopo l’appuntamento di ieri a Catania e quello di oggi a Torino, il Progetto farà tappa domani a Genova, Firenze, Bologna, Bari, Milano, Perugia, Roma e Treviso.   

“Il dolore dell’anziano è sicuramente sotto diagnosticato e sottostimato – afferma Mario Barbagallo, direttore della Cattedra di Geriatria dell’Università di Palermo e responsabile scientifico della giornata del Progetto svolta ieri a Catania – alla base di questa inefficienza c’è senz’altro un problema di comunicazione tra medico e paziente: la campagna ‘Come’ mira a lavorare su questa relazione, anzitutto per accrescere la fiducia dell’anziano nelle capacità del proprio medico di aiutarlo a combattere la sofferenza, e poi per sviluppare l’abilità dei geriatri nel comprendere, attraverso il racconto dei propri pazienti, caratteristiche e cause del dolore che lamentano. Mi pare che sia utile agli scopi del Progetto anche la formula delle diverse tappe: incontri interattivi, fondati sul confronto tra gli specialisti presenti, molto diversi dal format un po’ consumato della classica lezione frontale”.

“Una comunicazione davvero efficace tra lo specialista e il paziente anziano – sottolinea Domenico Maugeri, Associato di Geriatria dell’Università di Catania - deve tendere anzitutto a sconfiggere la rassegnazione che spesso gli anziani manifestano nei confronti del dolore, perché non è vero che questo sintomo sia per così dire intrinseco alla terza età. Il dolore si può combattere, purché i geriatri siano in grado di farlo con la terapia appropriata. Il tema della cura mi fornisce lo spunto per la seconda considerazione inerente un rapporto positivo tra medico e anziano: lo specialista deve essere in grado di rassicurare il paziente circa gli effetti collaterali dei farmaci, anzitutto tenendolo al riparo da questi effetti indesiderati e dai rischi d’interazione tra le diverse medicine che gli anziani sono sovente costretti ad assumere”.

I profili farmacologici del trattamento del dolore nel paziente anziano costituiscono infatti uno dei temi centrali degli incontri del Progetto ‘Come’. Nella tappa catanese sono stati affrontati da Filippo Caraci, docente di Psicofarmacologia dell’Università di Catania.
 

15 settembre 2012
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