Diritti dei bambini. Unicef Italia e Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà firmano Protocollo di intesa
Il protocollo di durata triennale prevede, tra le altre cose, la realizzazione di iniziateve di formazione per il personale dell'amministrazione penitenziaria, condividere modelli che consentano di evitare la permanenza di minori in carcere, sollecitare l'attivazione di percorsi di rieducazione che tengano conto dei figli di minore età delle persone private delle libertà, agevolare un legame sereno tra il minore e il proprio genitore.
20 SET -
Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Mauro Palma e Carmela Pace, Presidente dell'Unicef Italia hanno firmato un Protocollo di intesa della durata di 3 anni al fine di promuovere i diritti dei bambini, con particolare attenzione ai figli di genitori detenuti. La firma è avvenuta a Roma presso la sede del Garante Nazionale dei Diritti delle persone private della libertà personale.
“Con il Protocollo firmato oggi vogliamo dare particolare attenzione a tutti quei bambini figli di genitori detenuti che vivono in realtà difficili; insieme vogliamo promuovere i loro diritti e realizzare ambienti che siano a misura di bambino, utili al loro sviluppo - ha dichiarato Carmela Pace, Presidente dell'Unicef Italia. “Ringrazio il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Mauro Palma, per questo impegno. Il nostro comune obiettivo è sensibilizzare la collettività e l’opinione pubblica sulla necessità che non vi siano “mai più bambini in carcere”.
“Questo protocollo è un importante passo avanti soprattutto per la diffusione della cultura dei diritti umani e più in particolare sui diritti dei bambini – ha detto Mauro Palma, Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà -. Il carcere non è un luogo dove crescere, ogni sforzo perché non vi siano bambini in carcere va nella giusta direzione”.
In particolare il protocollo prevede di:
- Realizzare iniziative di formazione destinate al personale dell’amministrazione penitenziaria, o, più in generale, a coloro che a vario titolo operano nel mondo carcerario, tese a promuovere la conoscenza della Convenzione dei Diritti ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nelle strutture penitenziarie dislocate sul territorio nazionale;
- Condividere modelli che consentano di evitare, quanto più possibile, la permanenza dei minorenni in carcere;
- Sollecitare l’ideazione e l’attivazione di percorsi di rieducazione e trattamento che tengano conto delle specifiche esigenze dei figli di minore età delle persone private della libertà personale, implementando buone prassi;
- Promuovere progetti di formazione e di percorsi di istruzione in tema di tutela dei diritti umani, con particolare attenzione ai diritti delle bambine, dei bambini e degli adolescenti;
- Individuare specifiche modalità di intervento per agevolare un sereno legame con il proprio genitore quando destinataria del provvedimento restrittivo della libertà personale è la madre di prole inferiore a 10 anni;
- Sensibilizzare la collettività rispetto alla cultura dei diritti di bambini, bambine e adolescenti, secondo la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, i quali non possono essere scalfiti per effetto della situazione di detenzione di un genitore, nella consapevolezza che l’inclusione a livello sociale dei genitori detenuti e/o dei loro figli durante e dopo il periodo di carcerazione costituisca un presupposto indispensabile per lo sviluppo sano delle relazioni sociali e familiari, nonché presidio fondamentale della legalità;
- Istituire momenti di riflessione e formazione sulle specificità dei percorsi di reinserimento o risocializzazione delle persone detenute con figli minorenni e l'allontanamento dal carcere delle donne detenute con figli al seguito.
20 settembre 2022
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