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Salute e sport. Meeting a Londra. Pecorelli (Aifa): “In Italia 22 milioni di persone sedentarie"


"Coni e medici sportivi fanno molto. Ma serve uno sforzo di tutte le Istituzioni per far luce sui rischi dell'assenza di movimento e attività sportiva". Così il presidente dell'Agenzia del Farmaco, invitato da David Cameron al Global Health Summit in corso a Londra, in concomitanza con i giochi olimpici.

01 AGO - Londra, città olimpica, diventa oggi la sede del Global Health Summit, il più importante meeting internazionale di politica sanitaria mai realizzato. Più di 250 esperti provenienti da 25 Paesi, inclusi ministri e rappresentanti delle Istituzioni al più alto livello, si riuniscono nella capitale inglese per affrontare temi che interessano direttamente la popolazione mondiale, dall’invecchiamento alle nuove tecnologie.
 
Il Summit è parte integrante del programma delle Olimpiadi e Londra offre la vetrina ideale per dare visibilità ad argomenti decisivi. I temi affrontati nel Global Health Summit spaziano dalle cure primarie alla salute materno-infantile ai moderni modelli di sviluppo fino al finanziamento dei sistemi sanitari. Il meeting, che si svolge nel prestigioso Guildhall Palace (Gresham Street), è realizzato in collaborazione con l’Imperial College London ed è presieduto da Lord Green of Hurstpierpoint, Ministro di Stato inglese per il Commercio e gli Investimenti, e dal Professor Lord Darzi di Denham, presidente dell’Institute of Global Health Innovation all’Imperial College London, già ministro della sanità inglese e chirurgo di fama mondiale.
 
“Lo sport e una dieta sana – spiega Sergio Pecorelli, presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), invitato al meeting dal primo ministro inglese David Cameron - rappresentano gli strumenti per mantenersi in salute e sconfiggere le malattie croniche legate a stili di vita sbagliati, come il diabete, i tumori e le patologie cardiovascolari. è dimostrato che lo sport riduce in modo notevole le possibilità di sviluppare un cancro: infatti i sedentari hanno una probabilità del 20-40% superiore di ammalarsi. La prevenzione attraverso l’attività fisica deve entrare nell’agenda dei governi di tutto il mondo. I campioni olimpici possono costituire modelli da seguire per le generazioni più giovani, che hanno, rispetto alle precedenti, una notevole aspettativa di vita. Oggi l’11% della popolazione mondiale ha più di 60 anni, si calcola che nel 2030 questa percentuale salirà fino al 17% e nel 2050 al 22%. E l’Italia si colloca ai vertici della classifica della longevità: è il secondo Paese al mondo, dopo il Giappone, per aspettativa di vita”.
 
In base alla “Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2009-2010” del Ministero della Salute gli italiani vivono sempre più a lungo: dei 60.626.000 abitanti censiti al primo gennaio 2011, ormai oltre uno su cinque (il 20,3%) ha più di 65 anni, mentre i giovani fino a 14 anni sono il 14% e la popolazione in età attiva (15 - 64 anni) è pari a meno dei due terzi del totale. La speranza di vita alla nascita è pari a 78,8 anni per gli uomini e a 84,1 per le donne. Ma, in base ai dati Istat, la percentuale di sedentari nella popolazione italiana è del 38,3%: si tratta di più di 22 milioni di persone che dichiarano di non praticare attività fisica nel tempo libero.
 
“Il nostro sistema sanitario funziona – continua il Pecorelli -,  perché garantisce le cure a tutti i cittadini. Il CONI e la Federazione Medico Sportiva Italiana sono attivi con progetti importanti ma è necessario che tutte le Istituzioni si impegnino di più per far comprende i rischi legati alla sedentarietà. Anche l’innovazione, che include sia i nuovi farmaci che le tecnologie, è essenziale perché da un lato permette di curare i malati, dall’altro di sviluppare i sistemi economici dei Paesi. Solo così i sistemi sanitari potranno superare la sfida della sostenibilità”.
 
“In Italia – sottolinea Pecorelli - abbiamo avviato un progetto virtuoso, ‘Il ritratto della salute’, che riunisce le principali Società scientifiche italiane con l’obiettivo di promuovere e diffondere la corretta comunicazione e la ‘medicina dei sani’, fondata sulla comprensione dei bisogni per fornire corrette informazioni e strumenti idonei per adottare stili di vita adeguati”. Circa il 60% della popolazione mondiale è al di sotto dei livelli raccomandati di attività fisica. In base ai dati delle Nazioni Unite nel 2008 sono morti 57 milioni di persone, 36 (il 63%) a causa di malattie croniche. Si calcola che entro il 2030 questa cifra salirà a 52 milioni. “È necessario – conclude il presidente Aifa – che i governi agiscano quanto prima per frenare questa epidemia”. 

01 agosto 2012
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