Mons. Paglia (Pontificia Accademia per la Vita): “Quando l’alleanza terapeutica tra paziente e medici si interrompe, tutto diventa più difficile”
29 GIU - “La vicenda del piccolo bambino inglese Charlie Gard e dei suoi genitori colpisce tutti noi per il carico di dolore e di speranza che ci consegna. Siamo vicini a lui, a sua mamma, a suo papà e a tutti quelli che, fino a oggi, lo hanno curato e hanno lottato con lui. Per loro, e per quanti sono chiamati a decidere del loro futuro, innalziamo al Signore della vita una preghiera perché “nulla vada perduto” (Gv 6,12)”. Ad affermarlo, in una nota,
Mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita.
“La Conferenza Episcopale Cattolica di Inghilterra e Galles – riferisce Mons. Paglia - ha
emesso un comunicato che anzitutto riconosce la complessità della situazione, il dolore straziante dei genitori, la ricerca del bene per Charlie messo in campo da tutti i soggetti coinvolti. Il testo ribadisce inoltre che non si può mai porre in essere alcun gesto che metta fine intenzionalmente a un’esistenza umana (compresa la sospensione della nutrizione e dell’idratazione), ma che purtroppo vanno riconosciuti anche i limiti di ciò che si può fare, certo dentro un servizio all’ammalato che deve continuare fino alla morte naturale”.
Per Mons. Paglia “la domanda corretta che va posta in questo e in ogni altro caso purtroppo simile è: qual è il bene per questo ammalato? Dobbiamo compiere ogni gesto che concorra alla sua salute e insieme riconoscere i limiti della medicina, per cui, come ricorda l’Enciclica Evangelium Vitae al numero 65, va evitato ogni accanimento terapeutico sproporzionato o troppo gravoso. Inoltre va rispettata e ascoltata anzitutto la volontà dei genitori e, al contempo, è necessario aiutare anche loro a riconoscere la peculiarità gravosa della loro condizione, tale per cui non possono essere lasciati soli nel prendere decisioni così dolorose; quando l’alleanza terapeutica tra paziente (in questo caso i suoi genitori) e medici si interrompe, tutto diventa più difficile e ci si trova obbligati a percorrere l’estrema ratio della via giuridica, con i rischi di strumentalizzazioni ideologiche e politiche sempre da evitare e di clamori mediatici talvolta tristemente superficiali. Caro Charlie, cari genitori, noi preghiamo per voi e con voi”.
29 giugno 2017
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