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Lo strumento del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale


05 OTT - I vaccini sono importanti strumenti di prevenzione, capaci di modificare l’epidemiologia delle malattie a favore di un vantaggio in salute della popolazione. Come si legge sul sito dell’Iss, “per armonizzare le strategie vaccinali presenti in Italia per poter superare le eventuali disuguaglianze nella prevenzione di queste patologie e nell’accesso ai servizi da parte di tutti i cittadini, garantendo un’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni prioritarie per la popolazione generale e per i gruppi a rischio”, è stato dunque sviluppato un Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) rinnovato, per il periodo 2012-2014.
 
Già il Piano Nazionale Vaccini 2005-2007, adattandosi alla nuova realtà aperta proprio dalla modifica del titolo V della Costituzione, nel tentativo importante di coordinamento tra le diverse istanze delle Regioni e le necessità complessive del Paese, forniva indicazioni per mantenere un coordinamento delle strategie vaccinali, pur nel rispetto dell’autonomia regionale prevista, con la possibilità di poter offrire apertura all’introduzione di "nuovi" vaccini (antipneumococco coniugato, antimeningococco C, antivaricella) nel Paese, con la gradualità e la programmazione necessaria ed opportuna.
 
Di fatto, però, come denunciano gli esperti, la situazione in merito alle coperture vaccinali non è affatto soddisfacente.
Per questo, il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2012-2014 sono stati rivisti e migliorati. In estrema sintesi, sono i seguenti:
1. Mantenere e sviluppare le attività di sorveglianza epidemiologica delle malattie suscettibili di vaccinazione, anche tramite il potenziamento e collegamento con le anagrafi vaccinali, al fine di determinare le dimensioni dei problemi prevenibili e per valutare l'impatto degli interventi in corso;
2. Garantire l'offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni prioritarie per la popolazione generale al fine del raggiungimento e del mantenimento dei livelli di copertura necessari a prevenire la diffusione delle specifiche malattie infettive;
3. Ridurre la percentuale delle donne in età fertile suscettibili alla rosolia a meno del 5%;
4. Raggiungere le coperture per la vaccinazione antinfluenzale del 75% come obiettivo minimo  perseguibile e del 95% come obiettivo ottimale negli ultrasessantacinquenni e nei gruppi a rischio;
5. Offerta attiva della vaccinazione antivaricella agli adolescenti suscettibili e alle donne suscettibili in età fertile e ai soggetti a elevato rischio individuale e professionale;
6. Raggiungimento e mantenimento di coperture vaccinali per 1° dose di vaccinazione antivaricella ≥ 95% entro i due anni di età, a partire dalla coorte 2014;
7. Raggiungimento e mantenimento di coperture vaccinali per 2 dosi di vaccinazione antivaricella ≥ 95% nei bambini di 5-6 anni di età e negli adolescenti, a partire dalla coorte 2014;
8. Garantire l'offerta attiva e gratuita nei gruppi a rischio delle vaccinazioni prioritarie e sviluppare iniziative per promuovere le vaccinazioni agli operatori sanitari e ai gruppi difficili da raggiungere;
9. ottenere la completa informatizzazione delle anagrafi Vaccinali (potenziando così il monitoraggio delle coperture Vaccinali negli adolescenti, negli adulti e negli anziani e nelle Categorie a rischio) e verificare lo stato vaccinale del bambino in tutte le occasioni di contatto con le strutture sanitarie regionali;
10.garantire la disponibilità, presso i servizi vaccinali delle ASL degli altri vaccini (da  somministrare in co-payment), come Papillomavirus, Rotavirus e vaccini per viaggi internazionali;
11. progettare e realizzare azioni per potenziare l'informazione e la comunicazione al fine di promuovere l'aggiornamento dei professionisti sanitari e per diffondere la cultura della prevenzione vaccinale come scelta consapevole e responsabile dei cittadini.

05 ottobre 2012
© Riproduzione riservata
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