“La vicenda di Fabio Ridolfi ci ricorda che una legge sul fine vita non è più rinviabile. Non si tratta solo di dare attuazione a una sentenza della Corte costituzionale ma di garantire una risposta a chi, come il 46enne di Fermignano, chiede di poter porre fine alla propria vita con dignità e circondato dall’affetto dei propri cari. Di fronte al dolore e alla sofferenza lo Stato non può voltarsi dall’altra parte: per questo entro la fine di questa legislatura occorre approvare la legge che ha già avuto il via libera dalla Camera. Il rischio, altrimenti, è che casi come quello di Fabio, che ha scelto di ricorrere alla sedazione profonda, possano moltiplicarsi”.
Così in una nota Nicola Provenza, deputato del MoVimento 5 stelle e relatore della legge sulla morte volontaria medicalmente assistita, alla Camera.
“Come ha ricordato Lorenzo D’Avack, già presidente del Comitato di Bioetica - continua il deputato pentastellato - il tema richiede un intervento normativo specifico e la legge approvata alla Camera è chiara, perché ammette il ricorso alla morte volontaria per coloro che si trovano di fronte a una sofferenza fisica e psicologica ritenuta intollerabile a causa di una malattia con prognosi infausta e in condizioni cliniche irreversibili”.