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Medicina generale e affermazione professionale

10 SET - Gentile Direttore,
leggendo “Per una medicina generale veramente al passo coi tempi” dei prof. L. Garattini e A. Nobili, 09 settembre 2021, non ho potuto fare a meno di agitarmi sulla sedia. Per cominciare, quanti sono i soldi che l'Italia riceverà dall'U.E.? Migliaia di miliardi, mi viene da credere. Un giorno sì, e l'altro pure, leggo sempre di qualcuno che vuole un po' di quei miliardi per la propria categoria o associazione. Alla fine il Governo o accontenta un po' tutti, scontentando tutti, o li darà soprattutto ad alcuni, scontentando ugualmente tutti.
 
Proprio dai soldi vorrei cominciare codesta mia lettera. Non sono un medico, sono semplicemente il marito di un medico di Assistenza Primaria ("medico di base"). Alcune settimane fa, il barista mi dice "eh beata tua moglie. Guadagna migliaia di Euro". Sono stato zitto, così mi hanno insegnato i miei genitori. Ma avrei voluto rispondergli "e che ce ne facciamo!?". Purtroppo è la verità. Non possiamo andare in vacanza. Mia moglie deve nominare un sostituto. Non possiamo farci una gita di pochi giorni. Mia moglie deve nominare un sostituto. I liberi professionisti mettono un avviso in studio e chiudono (apparentemente) liberamente.
 
Allora diciamo che non potendo andare in vacanza, mi compro una automobile un po' più di lusso. Difficile. L'orario di reperibilità è dalle 8 alle 20, il sabato dalle 8 alle 10. Vabbè. Compriamo l'arredamento nuovo per una stanza. Stesso discorso. Sempre il telefono con sè. Facciamo semplicemente la spesa nel negozio più vicino a casa? Sempre il telefono con sè. Non mi dispiaceva il ragionamento di una collega di mia moglie. Alcuni giorni fa andare un sostituto. 
 
Quando era giovane ha trascurato la figlia. Era all'inizio della sua convenzione con la Regione. Adesso vuole almeno godersi i nipoti. Questo dei soldi deve essere un meccanismo psicologico di compensazione. Mia moglie è stata invitata dal suo coordinatore di AFT a lasciare il programma per la gestione degli assistiti per adottarne un altro usato da tutta la loro AFT. Il rivenditore per la Campania le ha spiegato come saranno organizzati il computer suo e della segretaria. E le ha fatto firmare il contratto. Dopo le ha illustrato la propria offerta di consulenza; estremamente utile. Ma a me ha colpito soprattutto che mia moglie può guadagnare ulteriori 12.000 euro all'anno con la gestione dei malati di diabete. Ed altro.
 
Ero troppo impegnato a ricordare i miei genitori. Semplici impiegati statali, uscivano alle 7,15 e tornavano verso le 15. Ed avevano perfino la domenica libera. Ma già allora si pensava soprattutto ai soldi, all'affermazione sociale. Mio zio, impiegato di banca, cioè di una semplice azienda privata, veniva salutato con riverenza perché lui veniva visto come uno che gestiva, aveva, i soldi.
 
A mio padre, semplice impiegato statale, ma che comunque rappresentava lo Stato Italiano, mancava poco che gli sputassero in faccia. "Bisogna saper vivere", mi ripete un signore che incontro ogni tanto nella piazzetta vicino a casa. Ad agosto il movimento religioso cattolico di Comunione e Liberazione ha fatto un congresso dal titolo "Il coraggio di dire io" per spiegare che io mi realizzo veramente, completamente, soltanto quando sono parte di una comunità. Evidentemente è stato seguito da pochissime persone. Permettetemi, allora, di concludere codesta lettera, molto tormentata, con il titolo di un libro di un professore napoletano di alcuni anni fa: "io? speriamo che me la cavo".

Grazie per la cortese attenzione.

Daniele Barattelli
Napoli

10 settembre 2021
© Riproduzione riservata

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