La denuncia di Nps: “Al Cotugno negate sicurezza e dignità ai pazienti con Hiv/Aids”
L’associazione denuncia le criticità derivanti dalla sospensione di alcune prestazioni e dal trasferimento del Day Hospital in un’altra area, caratterizzata da scarse condizioni igieniche, barriere architettoniche e mancanza di spazio per rispettare il distanziamento anti Covid. Chieste soluzioni urgenti. “O saremo pronti ad agire individualmente e collettivamente per ripristinare al più presto livelli di cura accettabili”. LA LETTERA
09 GIU - NPS Italia Onlus – Network Persone Sieropositive torna a denunciare “l’indegna situazione” che si sta trascinando presso l’Azienda Dei Colli – ex osp. Cotugno, Campania, a danno dei pazienti con Hiv ormai dall’inizio della pandemia di Sars-Covid19 "e che non accenna a migliorare”. E lo fa con una lettera inviata ai vertici aziendali e firmata dalla presidente
Margherita Errico.
Anche recentemente, infatti, Nps riferisce di avere ricevuto le segnalazioni di numerosi pazienti per segnalare le criticità non solo assistenziali, ma anche derivanti dal trasferimento dei DH delle persone con Hiv al piano 2 della struttura. “Un unico corridoio con stanze a destra e sinistra, cioè in un unico ambiente in cui le persone sono ammassate e non vedono la possibilità di poter rispettare il distanziamento imposto in questo particolare momento dell’epidemia Covid”. Con all’ingresso “una cassettina nera che serve da trappola per topi” e, al lato opposto, “il carrello dell’immondizia” e “un unico bagno dove vanno tutti pazienti senza distinzione tra uomo e donna e nessuna distinzione per patologia”.
Al piano -2 è inoltre negato l’accesso ai disabili, perché "ci sono solo delle scale e non c’è nessuna passerella per carrozzine o se hanno le stampelle a causa di neuropatie periferiche non riescono ad accedere”.
Per situazione, per Npf, è inaccettabile, e si inserisce in un contesto già critico dal punto di vista assistenziale, “perché abbiamo assistito finora a continui rimandi di visite programmate e di interventi assistenza che stanno ledendo tutti i principi di cura tra cui quelli internazionali di UNAIDS del 90-90-90 in Hiv che stabiliscono, ovvero 90% delle persone con Hiv testate, 90% delle persone Hiv positive sotto terapia antiretrovirale, 90% delle persone trattate con carica virale negativa, “95-95-95 entro il 2030 e “0 stigma”, cioè eliminare ogni tipo di discriminazione legata all’Hiv”.
Inoltre, Nps segnala “la progressiva sottrazione di alcuni servizi importanti, tra i quali emerge l’assistenza odontoiatrica dedicata. Infatti, il reparto di Odontostomatologia, finora un esempio di cura dedicato e protetto, altamente attrezzato e garanzia per la salute delle persone con Hiv e Hcv (grazie anche all’impegno dei responsabili di tale reparto), risulta da più di un anno non accessibile per le visite e le terapie ordinarie e conservative, ma solo per quelle urgenti, svolte peraltro presso i DH, i reparti e le sale operatorie aziendali, con mezzi evidentemente limitati e probabilmente incongrui per il tipo di attività”.
La presidente di Nps, Margherita Errico, sollecita quindi i vertici aziendali e i referenti della politica sanitaria in Campania a “porre rimedio a questo trattamento di serie B riservato alle persone con Hiv che sono state letteralmente buttate fuori dai loro reparti in cui prima erano i principali soggetti di cura e che ora ricevono penalità e limitazioni nell’assistenza con chiari danni sul profilo del mantenimento della salute”.
“Le associazioni si stanno mobilitando - spiega Errico - perché dopo un anno e mezzo scelgono di scendere a difesa delle persone con Hiv dal punto di vista legale. Se non avremo risposte adeguate e celeri su questa situazione saremo pronti ad agire individualmente e collettivamente nei confronti di questi temi onde ripristinare al più presto livelli di cura accettabili”.
09 giugno 2021
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