Farmaci. Spesa, volumi e tipologia sotto le lente. I dati della Campania in un report della Federico II
Il rapporto è stato realizzato dal Cirff dell'Università Federico II di Napoli, in collaborazione con la Direzione Generale della Tutela della Salute della Regione Campania. Analizzati i dati di circa sei milioni di abitanti “un potente strumento di ricerca per studiare gli effetti dell’utilizzo dei farmaci in condizioni di Real-World”
27 GIU - Sono stati 5 i gruppi di farmaci più utilizzati in Campania nel 2018, pari a circa l’80% della spesa lorda totale. In testa figurano quelli per il sistema cardiovascolare seguiti dai farmaci per l’apparato gastrointestinale e del metabolismo e quelli per il sistema respiratorio. Ci sono poi gli antimicrobici generali a uso sistemico e i farmaci per il sistema nervoso.
Ma quello che caratterizza il territorio regionale quando si parla di consumo di farmaci è l’alta variabilità non solo tra le Asl ma anche da Distretto a Distretto. Insomma, Asl che vai consumi e spesa che trovi
. Sulla farmaceutica convenzionata ad esempio, Salerno e Avellino consumano meno quantità e spendono per prodotti meno costosi rispetto alla media regionale, mentre la Napoli 2 consuma non solo più quantità ma spende per le più costose.
Ma in Regione aumenta anche l’utilizzo dei farmaci equivalenti nonostante i cittadini preferiscano compartecipare alla spesa per acquistare farmaci griffati.
Negli ospedali infine circa l’87% della spesa lorda totale campana è attribuibile a farmaci antineoplastici e immunomodulatori, sangue e organi emopoietici, antimicrobici generali a uso sistemico, farmaci per l’apparato gastrointestinale e del metabolismo.
A scattare la fotografia su consumi e prescrizioni dei farmaci in Campania nel 2018 è
il PharmaCaRe Report, realizzato dal Centro Interdipartimentale di Ricerca in Farmacoeconomia e Farmacoutilizzazione (Cirff) dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, in collaborazione con la Direzione Generale della Tutela della Salute della Regione Campania e presentato nella sede della Regione.
Il Report ha puntato i riflettori sull’utilizzo dei farmaci nella popolazione generale, in termini di spesa, volumi e tipologia. “Le prescrizioni farmaceutiche rappresentano un indicatore privilegiato per la conoscenza del sistema salute di un determinato territorio – si sottolinea nel Rapporto – poiché costituiscono un punto di intersezione ideale tra la prospettiva medica e quella di mercato. La conoscenza delle dinamiche prescrittive, in termini qualitativi (appropriatezza d’uso), oltre che quantitativi (volumi di utilizzo) è la condizione necessaria per inquadrare in un contesto razionale la politica del farmaco, anche sotto il profilo della valutazione degli effetti degli interventi che il mercato, le normative o la cultura del farmaco sviluppano nel tempo”.
Punto di forza, una banca dati che copre una popolazione di circa sei milioni di abitanti “un potente strumento di ricerca per studiare gli effetti dell’utilizzo dei farmaci in condizioni di Real-World”.
“I Real World Data sono uno strumento di governance indispensabile per la progettazione di modelli assistenziali efficienti e sostenibili – ha sottolineato
Ettore Novellino, Direttore del Cirff dell’Università degli studi di Napoli Federico II e componente del tavolo permanente del farmaco in Regione Campania – i Rwd, infatti, permettono di verificare nella pratica clinica il ‘valore’ di un intervento terapeutico e di fotografare lo stato di salute generale di una popolazione”.
Vediamo in sintesi i principali risultati emersi.
FARMACEUTICA CONVENZIONATA. Nel 2018 questa voce di spesa, calcolata in base al tetto programmato al 7,96%, è stata di circa 860 milioni di euro con uno sforamento dello 0,13%.
D’altro canto, la spesa farmaceutica convenzionata netta, da Distinta Contabile Riepilogativa, calcolata al netto della compartecipazione totale (ticket quota prezzo riferimento e ticket ricetta) e degli sconti Ssn, è stata pari a circa 808 milioni di euro con una diminuzione rispetto all’anno precedente del -2,9%. Un trend che si osserva per tutte le Asl della Regione Campania. A livello regionale, il numero di ricette resta pressoché invariato.
Il consumo farmaceutico, calcolato in termini di DDD/1000 ab die, è diminuito (-2,3%) con una prescrizione ogni mille abitanti di dosi di farmaco al giorno pari a 947,5. Analogo discorso per la spesa farmaceutica che, rispetto all’anno precedente, presenta una riduzione del -2,5%.
Emerge una variabilità a livello regionale non solo tra le Asl ma anche da Distretto a Distretto: Salerno e Avellino consumano meno quantità e spendono per prodotti meno costosi rispetto alla media regionale, mentre la Napoli 2 consuma non solo più quantità ma spende per le più costose.
A fare la parte del leone 5 gruppi di farmaci (circa l’80% della spesa lorda totale campana): quelli per il sistema cardiovascolare, per l’apparato gastrointestinale e del metabolismo, per il sistema respiratorio, antimicrobici generali a uso sistemico e farmaci per il sistema nervoso.
I farmaci per il sistema cardiovascolare sono la categoria più prescritta a carico del Ssn. Su questo fronte, grazie alla prescrizione di farmaci a brevetto scaduto, la spesa è in sensibile calo (- 9,7%), anche se le dosi consumate restano pressoché stabili (-0,7%).
Trend in discesa dei farmaci dell’apparato gastrointestinale e del metabolismo (-9,2%)in termini di DDD/1000 ab diena fronte di un aumento della spesa dell’1,9% e un cospicuo numero di utilizzatori.
Differente è la situazione degli antimicrobici generali per uso sistemico: nonostante una diminuzione del consumo pari a -1,2%, presentano una spesa pro capite pari a 36,6 euro e un numero di utilizzatori di a 2.885.409, con un incremento della spesa lorda di 1,2 rispetto all’anno precedente.
Sale la spesa per i farmaci del sistema nervoso (143,9 euro) a fronte di 661.728 utilizzatori con una prescrizione di dose di farmaco ogni 1000 abitanti di 48,4.
I farmaci antineoplastici e immunomodulatori presentano la più elevata spesa per trattato rispetto a tutte le altre categorie terapeutiche, pari a 340,1 euro con un incremento di spesa (+2,6%) e di consumi (+1,3%), nonostante un valore di DDD/1000 ab die pari a 4,2. Tra tutti gli ATC I livello, il trend di spesa si osserva per i dermatologici (+19,4%), per i quali si registra però una diminuzione del consumo (-14,1%)
A livello di Asl in termini di spesa lorda pro-capite pesata, per quanto riguarda i farmaci dell’apparato cardiovascolare, il valore maggiore si registra a Caserta (46,4 euro) e il minore a Napoli 2 (41,1 euro); per gli antimicrobici, la spesa pro-capite pesata più elevata si osserva per Napoli 3 (21,9 euro) mentre quella più bassa si osserva per Benevento (14,6 euro); per i farmaci dell’apparato respiratorio dove una maggiore spesa pro-capite si riscontra per Napoli 1 (21,6 euro) e la più bassa per Avellino (16,3 euro).
A livello regionale, i gruppi terapeutici (ATC II) a maggiore spesa sono rappresentati dai farmaci per i disturbi ostruttivi delle vie respiratorie, seguiti da antiacidi e antiulcera che i consumi di entrambi sono in calo (-3,3% e -7,5% rispettivamente). Al contrario, per gli ipolipemizzanti si osserva una sensibile riduzione della spesa (-13,2), a fronte di un aumento dei consumi (+2,5), fenomeno verosimilmente dovuto alla scadenza del brevetto di rosuvastatina e di ezetimibe e la loro conseguente genericazione.
In aumento la prescrizione di beta-bloccanti (+2,4). Gli antibatterici per uso sistemico nonostante una diminuzione in termini di spesa e di consumo (-0,9% e -1,3%), rappresentano il quarto gruppo terapeutico a maggiore spesa in Campania, con il più alto numero di utilizzatori e una spesa per trattato pari a 29,1 euro.
I principi attivi per cui si è registrata la maggiore spesa a livello regionale sono: il pantoprazolo, il colecalciferolo, l’atorvastatina, l’omeprazolo e l’associazione di amoxicillina con inibitori enzimatici. Nello specifico, il colecalciferolo ha avuto un incremento della spesa rispetto al 2017 del 26,7%. Particolarmente evidente è l’importante diminuzione della spesa della rosuvastatina (-57,5%) e una moderata dei consumi (-8,4%) attribuibile alla scadenza del brevetto e alla sua conseguente genericazione. Tra le Asl, l’andamento è analogo con pantoprazolo, colecalciferolo e atorvastatina ai primi posti con particolari differenze, come nel caso di Benevento che, tra i primi trenta principi attivi, presenta il clopidogrel, assente invece nelle altre Asl.
Cala il consumo di antibiotici. L’alto consumo di antibiotici rappresenta una delle maggiori criticità in regione con una spesa di circa 82 milioni di euro
. Nel2018, il consumo di farmaci antibiotici alla farmaceutica convenzionata è pari a 25,2 DDD/1000 ab die, in calo dell’1,3% rispetto al 2017. I più prescritti? L’associazione di penicilline e inibitori delle beta lattamasi, con un valore di 10,6 DDD/1000 ab die.
In base a uno studio condotto dal Cirff sulla popolazione residente in Campania, si stima che circa il 46% della popolazione ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici nell’intervallo temporale dal 1 gennaio 2016 al 31 dicembre 2016. E con un’alta variabilità a livello di Asl: la prevalenza d’uso varia dal 41,1% dell’Asl di Benevento al 51% dell’Asl Napoli 2.
Relativamente alla prevalenza d’uso stratificata per ATC al IV livello, si osserva che all’aumentare dell’età diminuisce proporzionalmente l’utilizzo di penicilline e aumenta quello di chinolonici. A livello di singolo comune emerge un’ampia variabilità del territorio: si va dal comune di Omigliano (Asl Salerno) con un uso del 15,2%, al 61,9% del comune di Moschiano (Asl Avellino). In generale, i tassi di prevalenza più bassi si osservano nei comuni dell’area nord-occidentale e meridionale della Campania (Benevento e Salerno). Al contrario, tassi di prevalenza più elevati sono stati riscontrati nelle aree costiere intorno a Napoli e ad Avellino, dal 50,9% al 61,9%.
FARMACEUTICA OSPEDALIERA. Nel 2018 in Regione Campania la spesa farmaceutica per acquisti diretti, calcolata in base al tetto programmato al 6,86%, è stata di circa 1 miliardo di euro con uno sforamento del 2,5% al netto del payback e al netto del fondo per i farmaci innovativi (oncologici e non oncologici).
Una spesa diversamente ripartita tra i consumi ospedalieri e il flusso dei farmaci in distribuzione diretta (File F). La spesa farmaceutica ospedaliera complessiva è composta per il 69,4% dal File F e per il 30,6% dai consumi ospedalieri, mentre, per quanto concerne i consumi espressi in unità minime frazionabili, il 73,6% è rappresentato dal File F e il 26,4% dai consumi ospedalieri.
Circa l’87% della spesa lorda totale campana è attribuibile a: farmaci antineoplastici e immunomodulatori, sangue e organi emopoietici, antimicrobici generali a uso sistemico, farmaci per l’apparato gastrointestinale e del metabolismo e vari. Con una spesa più alta a carico dei farmaci antineoplastici e immunomodulatori (45,8%).
Per quanto riguarda i consumi ospedalieri, nel 2018, circa il 90% della spesa è attribuibile a 5 gruppi principali: farmaci antineoplastici e immunomodulatori, antimicrobici generali a uso sistemico, sangue e organi emopoietici e farmaci per l’apparato gastrointestinale e del metabolismo. I farmaci per sangue e organi emopoietici sono al primo posto in termini di consumo (24,2%). Mentre farmaci antineoplastici e immunomodulatori sono quelli a cui va attribuito il maggiore uso in termini di spesa (50,8%).
Citostatici, vaccini e immunosoppressori, rappresentano circa il 32% della spesa imputabile ai consumi ospedalieri. I farmaci Citostatici e immunosoppressori rappresentano rispettivamente l’88% e l’11% della spesa ascrivibile ai farmaci antineoplastici e immunomodulatori.
I principi attivi per cui è stata registrata la maggiore spesa: trastuzumab, bevacizumab, pertuzumab, rituximab, i quali, nello specifico costituiscono circa il 48% della spesa imputabile ai farmaci antineoplastici e immunomodulatori. Inoltre, tra i primi 30 principi attivi in termini di spesa lorda il 12% è rappresentato dai vaccini.
OVER 65. Il rapporto ha poi fotografato la popolazione over 65 evidenziando un aumento del consumo di farmaci con il crescere dell’età. La percentuale di pazienti che assumono tra 5 e 9 farmaci passa infatti dal 43%, nei soggetti con età compresa tra 65-74 anni, al 46% nei soggetti di età pari o superiore a 85 anni. Più in dettaglio, il 15,3% dei pazienti tra 65-74 assume più di 10 farmaci e la percentuale passa al 24,3% nei pazienti over 85 anni. Lievi differenze si registrano tra uomini e donne nelle diverse fasce di età.
L’analisi del profilo di farmacoutilizzazione mostra che i medicinali inibitori della pompa protonica registrano le maggiori percentuali in termini di prevalenza d’uso sia nei maschi che nelle femmine (56,0% vs 60,2% rispettivamente). Al secondo posto troviamo le statine con una prevalenza d’uso totale pari al 36,8%. La prevalenza d’uso delle statine aumenta all’aumentare dell’età fino alla fascia di età 80-85 per poi ridursi nei soggetti di età superiore agli 85 anni. A seguire troviamo gli antiaggreganti piastrinici (30,6%), gli antibiotici (28,5% fluorochinoloni; 28,1% penicilline in associazione), i beta-bloccanti (27,1%) e gli antiinfiammatori non steroidei (22,6%).
EQUIVALENTI. Cresce il mercato dei generici. Nel 2018 il mercato degli equivalenti è stato pari a circa 570 milioni di euro (al netto della quota di compartecipazione per la differenza sul prezzo di riferimento), circa il 62% della spesa farmaceutica lorda totale e l’83% dei consumi totali, confermando un trend in crescita rispetto all’anno precedente (+8,4 spesa; +2,1 consumi).
È occupata per il 20% dagli equivalenti unbranded e per l’80% dai branded. La spesa aggiuntiva a carico del cittadino (ticket compartecipazione) per l’acquisto del medicinale brand è stata di circa 130 milioni di euro. Tra primi 15 principi attivi per i quali i cittadini campani sono disposti a compartecipare alla spesa per ottenere il farmaco branded figurano: pantoprazolo, bisoprololo, atorvastatina e colecalciferolo (circa il 16% del ticket di compartecipazione totale).
Il lansoprazolo, tra gli unbranded, è l’unico che surclassa il farmaco branded (53,8% contro il 46,2%). Nel caso dell’olmesartan associato ai diuretici, nonostante il brevetto sia scaduto da poco, risulta elevata la spesa di compartecipazione del cittadino che è pari a circa 1.873 milioni di euro.
Anche a livello di Asl si registra una predilezione verso il branded rispetto all’unbranded. Nel caso di Avellino lo si può notare soprattutto per il colecalciferolo dove il totale della spesa del branded raggiunge i 1.767 milioni contro i 68 milioni dell’unbranded. Altro caso riguarda l’amoxicillina e gli inibitori delle beta-lattamasi, dove la spesa per l’originator incide sulla spesa totale con una percentuale pari al 90%. Nelle Asl di Napoli 1, Napoli 2, Napoli 3 e Salerno, invece, si evidenzia una conversione all’equivalente per gli omega 3, trigliceridi inclusi, oltre al lansoprazolo, il cui aumento della spesa verso l’unbranded resta evidente in tutte le Asl campane.
Il governo dei biosimilari in Campania. La Campania è stata la prima regione in Italia a deliberare in tema di biosimilari con il Decreto n.15 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30/11/09 al quale sono seguiti una serie di provvedimenti. E ora è atteso un nuovo Decreto che punterà a incentivare le percentuali di utilizzo dei biosimilari. Complessivamente, si osserva un sensibile aumento in termini di consumo per i farmaci biosimilari, rispetto all’anno 2017. Si registra, nello specifico, una crescita del 68,5% per il biosimilare della somatropina.
FARMACi A-PHT. Nel 2018, la spesa della Regione Campania per i farmaci A-PHT (territorio ospedale) è stata di circa circa 344mln di euro, di cui circa 201 imputabili alla spesa dei farmaci A-PHT in Distribuzione per conto (DPC), circa 125 mln relativi alla spesa dei farmaci A-PHT in Distribuzione Diretta (DD) e circa 17 milioni di euro attribuibili alla spesa dei farmaci A-PHT distribuiti in convenzione.
Si è registrato un consumo pari a 57,7 DDD/1000 ab die, di cui circa il 90% dei consumi è riferito ai farmaci A-PHT in DPC.
A livello di Asl, intesta alla classifica delle Asl per maggiore spesa dei farmaci A-PHT c’è la Asl Salerno con una spesa lorda di 64mln di euro, seguita dalla Asl Napoli 3 con una spesa di 62 milioni di euro. La minor spesa spetta a Benevento con circa 16 milioni di euro.
Analizzando nel dettaglio, il mercato e il consumo imputabile esclusivamente alle eparine (le quali hanno il doppio canale di distribuzione DPC/convenzionata-Appendice A), la spesa lorda è stata di circa di euro, di cui il 72% attribuibile alla distribuzione in convenzionata, con un consumo pari a 4,8 DDD/1000 ab die. la spesa maggiore si registra nella Asl Napoli 1 con 4 milioni di euro.
Nel 2018, la spesa della Regione Campania per i farmaci A-PHT dispensati in regime di convenzione è stata pari a circa 5 milioni di euro con un un consumo di a 0,6 DDD/1000 ab die.
Si registra una variabilità tra le Asl in termini di incidenza che passa dallo 0,2% di Caserta e di Napoli 2 allo 0,9% di Salerno. I principi attivi per cui si è registrata la maggiore fuga in convenzionata a livello regionale sono: la mercaptopurina con circa il 98% e la quetiapina con il 37,9%.
27 giugno 2019
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