Continuità assistenziale a Napoli. La parola ai cittadini
16 MAG -
Gentile Direttore,
leggiamo in questi giorni dell’acceso dibattito circa modelli organizzativi relativi alla continuità assistenziale presso l’ASL Napoli 1 Centro [
la denuncia SMI,
la presa di posizione Fimmg,
il commento del M5S, n.d.r.]. Premesso che la dimensione aziendale è meramente attuativa della pianificazione regionale, quest’ultima avviene oramai costantemente per disposizioni del potere esecutivo, quando al contrario, a partire dal Piano Ospedaliero, dovrebbe essere disposta, più democraticamente, in sede di Consiglio Regionale, come del resto previsto dalla normativa regionale vigente.
La programmazione non vede mai coinvolta, neppure quando se ne faccia formale richiesta, associazioni rappresentative dei cittadini, pur avendone pieno diritto di partecipazione.
Anche la riorganizzazione della medicina del territorio non ha fatto purtroppo eccezione, fondandosi sul Decreto di Giunta n. 53 del 2018. Peraltro dal decreto nulla sembrerebbe disporsi di significativo, versandosi ancora in una fase del tutto embrionale del progetto regionale di sviluppo della cure primarie.
Venendo quindi al livello attuativo aziendale pare evidente un “vulnus”, dovendo essere pubblicamente esplicitate le intenzioni della dirigenza in uno sforzo di “democrazia partecipata” al quale siamo sicuri il Dott. Forlenza non si sottrarrà, trattandosi di scelte delicate che coinvolgono l’assistenza primaria specie se nelle scelte è compresa la riduzione oraria ad H16 della continuità assistenziale , autentica “contraddizione in termini”.
In mancanza di aprioristiche avversità a qualsivoglia scelta organizzativa, si osserva che l’interesse all’introduzione di nuovi modelli finalizzati alla protezione del paziente fragile non risponde certo ad efficienza se avviene a scapito della indispensabile continuità assistenziale, presidio di tutela dei cittadini.
Quest’ultima andrebbe al contrario rafforzata ed adeguatamente coordinata col servizio 118, in un momento nel quale, oltretutto, la rete dell’emergenza è connotata da gravissime criticità di non facile ed immediata soluzione. Sarebbe davvero contraddittorio voler ridurre gli accessi impropri nei PS ma, nel contempo, togliere i presidi minimi di supporto medico al cittadino nella fase notturna e festiva. Ciò, si puntualizza, senza voler investire la continuità assistenziale di compiti e funzioni dell’emergenza che non le sono proprie, seppur collegate all’ efficienza della medicina del territorio.
La continuità assistenziale è un diritto del cittadino che non ha nulla di antistorico e che va difeso.
Si riporti la persona al centro delle scelte sanitarie. La “scienza” medica, e chi la rappresenta, assolva al suo ruolo di servizio e supporto a più complesse scelte democratiche nell’interesse della persona.
Carlo Spirito
Responsabile dello Sportello Sanità di Federconsumatori Campania
16 maggio 2018
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