D'Anna (Ordine Biologi): “Fanghi di depurazione in Campania versati in mare. Regione intervenga”
“Tra denunce di appalti su misura, mala-politica e accordi con i clan, nessuno più si chiede dove stiano finendo le circa 350 mila tonnellate di fanghi della depurazione, prodotte ogni anno nella nostra regione, da impianti chimici mai messi a norma nonostante i cospicui finanziamenti disponibili”, denuncia l’ex senatore di Ala.
07 MAR - In Campania, “in questi anni si è parlato prevalentemente di inceneritori e raccolta differenziata, ecoballe e incendi e mai dei fanghi della depurazione e degli altri prodotti di risulta che sono ancora più tossici a causa dell’elevata concentrazione di inquinanti in essi contenuti”.
A lanciare l’allarme è il presidente dell'Ordine Nazionale dei Biologi Vincenzo D’Anna.
“Tra denunce di appalti su misura, mala-politica e accordi con i clan, nessuno più si chiede dove stiano finendo le circa 350 mila tonnellate di fanghi della depurazione, prodotte ogni anno nella nostra regione, da impianti chimici mai messi a norma nonostante i cospicui finanziamenti disponibili. Fanghi - dice ancora D'Anna - che, con il loro altissimo carico tossico, finiscono per essere smaltiti 'tal quale' direttamente nei Regi Lagni o addirittura in mare, nelle acque dei litorali Flegreo e Domizio. Con quali effetti e ricadute sull'ambiente, questo è facilmente immaginabile”.
Per questo l’ex senatore di Ala ha sollecitato “i vertici della Regione a disinnescare questa 'bomba ecologica' che, in uno con l'inquinamento derivante dalla 'Terra dei fuochi', fa della Campania un ricettacolo di sostanze tossiche e nocive per la salute dei cittadini”.
07 marzo 2018
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