Asl Napoli 2 Nord. Verso la riapertura dei centri diabetologici privati
In un’assemblea pubblica tenutasi questa mattina a Giugliano, l’Aspat ha chiesto al Governatore De Luca di premere sull’acceleratore affinché le attività di cura dei centri chiusi da due anni possano riprendere già dall’inizio di febbraio.
22 GEN - “Otto centri antidiabete privati da accreditare e da rimettere in moto (di cui uno a Ischia), dopo due anni di stop forzato impresso (a 12 di essi) nel 2016 dal manager della Asl Napoli 2 Antonio D’Amore. E 4 strutture antidiabete pubbliche da attrezzare e far funzionare in maniera integrata, multidisciplinare, senza attese o lunghi giri dei malati da un reparto all’altro, in ospedale, nel distretto o in ambulatorio, bensì con una reale presa in carico del paziente”.
È quanto ha chiesto in un’assemblea pubblica tenutasi questa mattina a Giugliano (NA) l’Associazione Sanità privata accreditata territoriale (Aspat) Campania. Che,
pur riconoscendo progressi nella vicenda che da quasi due anni affligge l’assistenza diabetologica nella Asl Napoli 2 Nord, chiede adesso un’ulteriore accelerazione.
“La ricetta che consente ai 54 mila pazienti diabetici che riedono nella Asl Napoli 2 nord di tirare un sospiro di sollievo e di uscire dallo stallo dell’assistenza la scrive il Governatore Vincenzo De Luca che nelle vesti di commissario per la Sanità ha firmato in queste ore un apposito decreto commissariale che corregge un errore intercorso negli ultimi mesi in sede di programmazione che aveva creato i presupposti per la marginalizzazione delle strutture antidiabete private e da accreditare”, ha affermato
Pierpaolo Polizzi presidente Aspat Campania. "Strutture che per anni, in attesa dell’accreditamento, avevano lavorato con la Asl tramite contratti di servizio poi cancellati in un sol colpo due anni orsono dal manager D’amore realizzando così un danno ai pazienti e ai livelli di occupazione qualificati”.
L’ulteriore richiesta dell’Aspat a De Luca è ora di indurre il manager dell’Asl Napoli 2 a premere sull’acceleratore affinché le attività di cura all’utenza possano riprendere sin degli inizi di febbraio a fronte del fatto che le stesse strutture private da accreditare già esistono, già sono allestite dal punto di vista strutturale, strumentale e di personale e nulla osta al loro utilizzo ai fini di assicurare i Lea.
“In questi ultimi due anni – conclude Polizzi – molti pazienti sono andati a curarsi fuori dal territorio e le strutture pubbliche con tutti i loro limiti riescono a soddisfare non oltre il 35 per cento del fabbisogno (a fronte di 240 mila prestazioni di diabetologia ne sono state assicurate circa 90 mila) tant’è che la spesa stimata per soddisfare il completo fabbisogno dell’utenza, circa 2 milioni di euro, viene devoluto per circa il 60% a strutture e centri antidiabete di altre Asl dove l’utenza insoddisfatta si dirige per ricevere cure”.
22 gennaio 2018
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