Campania. Piano ospedaliero. Ecco tutte le novità dopo il via libera di Ministero della Salute e Mef
Il semaforo verde scatta dopo un anno e mezzo di gestazione. Ridefinito il ruolo, la mission, la dotazione strutturale, strumentale e di personale di ogni singola azienda ospedaliera da collocare all’interno delle reti dell’emergenza tempo dipendenti. Il Piano sarà attuato per gradi viaggiando di pari passo con il riordino dell’offerta di servizi territoriali comprese le Case della salute e ospedali di Comunità in chiave filtro ai pronto soccorso. IL TESTO
01 DIC - Piano ospedaliero della Campania: il
via libera (con prescrizioni), dei ministeri della Salute e dell’Economia, al riordino degli ospedali della Campania, oltre a sbloccare 290 milioni di premialità del 2014, finora bloccati al palo, mette in moto la complessa macchina assistenziale della Campania deputata a risalire la china del Lea finiti ben sotto la soglia minima per la sufficienza.
Le principali novità della versione riveduta e corretta del Piano licenziato dalla prescedente struttura commissariale, con il decreto 33 del 17 maggio del 201, riguardano l’ingresso dell’Azienda dei Colli (Monaldi, Cotugno e Cto) nella rete dell’emergenza che diventa un Dea di II livello (tramite il Cto a sua volta pronto soccorso attivo h 24 a partire dal prossimo febbraio). Poi c’è l’oncologia e la rete per le cure ai malati di cancro dove l'Istituto Pascale, Irccs partenopeo monospecialistico, acquista 24 posti aggiuntivi ai 290 programmati di cui 4 della Rianimazione dell’Ascalesi, presidio della Asl Napoli 1 che cede anche alcuni servizi (Radioterapia, Radiologia, Chirurgia e Sale operatorie) assumendo una funzione strategica per intercettare la migrazione sanitaria grazie alla collocazione nelle vicinanze della Stazione centrale.
Da definire invece, con un apposito decreto, l’istituzione della disciplina di Neurochirurgia (che oggi manca al Pascale) e che rende completa l’offerta assistenziale. C’è poi la Sanità delle isole con Ischia che recupera l’Utic impegnando 10 dei 20 posti letto della Cardiologia del Rizzoli e Procida che conserva l’attuale assetto con 9 posti di cui 2 di Medicina, 2 di Chirurgia e 2 di Ostetricia e 3 di Pronto soccorso in raccordo con l’ospedale di Pozzuoli (da cui proviene il personale di turno) così da assicurare assistenza anche in condizioni meteo avverse.
A Napoli si concentrano alcune delle più rilevanti novità del piano ospedaliero con l’ingresso delle due Università nella rete dell’emergenza (tramite il 118), la valorizzazione dell’infettivologia pediatrica al Cotugno (che diventa Centro regionale anche per tale disciplina), l’innovativo centro per patologie fetali del Monaldi (dove all’unità per patologie cardiache viene affiancato un percorso ostetrico dedicato per i bimbi cardiopatici da assistere dopo la nascita con immediata e tempestiva assistenza grazie alla Terapia intensiva neonatale), il potenziamento dello Sten (trasporto neonatale).
I posti letto
Ma andiamo con ordine e cominciamo dai posti letto: il totale (pubblici e privati) previsti è di 19.841 unità (pari a 3,6 per 1000 abitanti), di cui 16.569 per acuti (pari a 2,97 x 1.000 abitanti) e 3.272 post-acuzie (riabilitazione e lungodegenza pari a 0,59 x 1.000 abitanti). Rispetto alla versione iniziale (maggio del 2016) se ne contano 213 in più, distribuiti tra acuti e post-acuzie. Rispetto alla dotazione attuale, figlia della programmazione del 2010, ci sono in totale 1.637 posti letto aggiuntivi.
Previsto, nel nuovo piano, un aumento dei posti letto di neuroriabilitazione e per le unità spinali rispettivamente dagli attuali 80 (di cui 15 privati alla Maugeri di Benevento) a 150 (70 in più). Per le unità spinali, dagli attuali 45 posti (di cui 15 sempre al Maugeri) si passa a 60 (15 in più) da distribuire nelle varie province. Per la lungodegenza vengono assegnati 1.014 posti letto, riservando ulteriori posti di ricovero dopo le riconversioni del privato accreditato.
118 e Reti tempo dipendenti
Qui la principale novità è la bocciatura dell'Agenzia unica regionale per l’emergenza e il ritorno del alla gestione delle Asl. Le centrali operative (una per ogni Asl ) lavoreranno in rete con l’obiettivo di migliorare l’organizzazione e ridurre i costi. La regia farà capo direttamente alla Regione. Il 118 dovrà provvedere, con il coordinamento regionale, a una marea di delicate funzioni (rotazione del personale, reti tempo dipendenti, standard, flussi informativi, trasporti secondari da un ospedale all’altro, controllo di qualità.
Parecchie le altre novità: a cominciare dal riassetto delle Case di cura private accreditate che dovranno rispondere a una mission funzionale al fabbisogno di delle Asl e rispettare il parametro di almeno 60 posti letto. Le strutture sotto questo standard dovranno diventare monospecialistiche o procedere ad aggregazioni, riconversioni, trasferimenti o chiusure. Prevista anche la chiusura e riconversioni di tutte le neuropsichiatriche. Giunge poi in porto il potenziamento previsto e annunciato dal Governatore De Luca dei presidi di Agropoli e Roccadaspide, pronto soccorso attivi ora annessi funzionalmente rispettivamente all’ospedale di Vallo della Lucania e a quello di Eboli-Battipaglia.
Edilizia sanitaria
La Campania incassa anche il semaforo verde sul fronte dell’edilizia sanitaria: in questa prima fase, ci sono circa 180 milioni da spendere sulle priorità dell’accordo di programma da ratificare in Conferenza Stato-Regioni e da destinare alle priorità per attuare il Piano ospedaliero e procedere agli adeguamenti antisimici e degli impianti. Ma la provvista è destinata a salire con una seconda tranche di fondi da stanziare entro il 2017 e che vale altri 212 milioni. In totale 382 milioni (363 statali e 19 regionali), destinati agli interventi prioritari legati all’attuazione del piano ospedaliero e al riordino dei servizi sui territori delle Asl campane. Entro il 2018 il saldo di altri 865 milioni per un totale di 1,18 miliardi dallo Stato cui si aggiungono 62 milioni di fondi regionali vincolati e 29 milioni provenienti da altre fonti.
Eccesso di posti di Chirurgia
Per il Piano ospedaliero ella Campania l’unico neo residuo, ancora da rimuovere, riguarda le prescrizioni relative ad alcune discipline ritenute ridondanti rispetto agli standard definiti dal decreto Balduzzi (Dm 70 del 2015). Segnatamente la specialità di Chirurgia generale, Medicina, Ostetricia e Cardiologia. Il riassorbimento avverrà per gradi, incrociando anche il riassetto della Sanità privata. In alcune aree disagiate saranno inizialmente preservate per garantire i Lea. La rete campana è caratterizzata da piccoli e medi presidi ospedaliero e dall’impossibilità in tempi brevi di realizzare opere edilizie tali da cancellare i piccoli presidi che, laddove siano sede di pronto soccorso, saranno tutti potenziati per renderli più sicuri, con discipline aggiuntive alla dotazione minima e alcuni postidi teraia intensiva.
Ettore Mautone
01 dicembre 2017
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