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Quanti i Loreto Mare ancora nascosti?

E quanti, invece, quelli per bene, le principali vittime, con i pazienti, a dovere far finta di non vedere per non avere problemi. Insomma per paura, in un sistema dove il potere spesso si esercita anche in altro modo? Per fare il proprio lavoro costretti a violentare la propria coscienza

28 FEB - “Must die, must die, this Jesus must die!” tuona con voce di basso il Caifa di Jesus Christ Superstar in uno dei suoi brani più noti. Come per i fatti del Loreto Mare: a stracciarsi di più le vesti e chiedere a gran voce punizioni esemplari (E-SE-MPLA-RI) sono proprio quelli nei sinedri di comando e controllo della sanità, locale e nazionale.
 
Controllori e controllori dei controllori, rappresentanti e portavoce, diretti e indiretti, al centro e in periferia, nelle loro numerose strutture nazionali e locali pregne di dirigenti ben pagati per controllare. Da dove si vede tutto quello che succede tutt’intorno e un po’ più in là.
 
Visuale però non abbastanza chiara, a quanto pare, per scorgere che in quasi cento tra medici, operatori sanitari e amministrativi, al Loreto Mare, secondo il magistrato, gliela facevano sotto al naso da mesi o anni. Così come non si sono accorti neanche dell’impatto negativo sulle prestazioni. E di quel medico tennista, eppure così mondano e noto in città, a tempo pieno sì ma nel suo centro diagnostico.
Problemi oftalmologici, quindi: gli occhiali li hanno dovuti portare i Carabinieri, mossi sia chiaro, non dai suddetti controllori e dirigenti, ma da lettera anonima. Senza la quale niente sarebbe emerso.
 
Allora, in verità vi dico, stupisce chi si stupisce, indigna chi s’indigna, scandalizza chi si scandalizza. Testimoni dichiarano che al Loreto Mare in “tanti” sapevano ma voltavano la testa. Il condominio si crepa ma gli inquilini si “fanno i fatti propri” Mani pulite, inutili se le tieni in tasca (Don Milani). «Nun me la prendo co’ te, ma co’ chi te sta vicino e ancora nun t’ha buttato de sotto» urlò Petrolini allo spettatore in galleria che disturbava in continuazione il suo spettacolo.
 
E quanti i minuscoli commensali nel sistema? Indiretti, laterali, di piccoli(ssimi) vantaggi, microscopici privilegi, i cascami residuali dai piatti del grande banchetto, le briciole sbavate cadute dalla bocca ai veri potenti che pasteggiano luculliani
 
Spesso certi opportunismi molecolari sono così diffusi da “normalizzare” socialmente certi comportamenti illeciti, lo sdoganamento del “e che sarà mai…” Non disonesti ma eticamente analfabeti, civicamente ignoranti. Micidiali quando sommati, i tarli nel tronco secolare, le mosche cocchiere di Gramsci che sfiancano di punture il cavallo che le porta e le nutre.
 
E quanti, invece, quelli per bene, le principali vittime, con i pazienti, a dovere far finta di non vedere per non avere problemi. Insomma per paura, in un sistema dove il potere spesso si esercita anche in altro modo? Per fare il proprio lavoro costretti a violentare la propria coscienza.
 
Eccola la variaumanità che si profila. Tra cattivi, forse protetti, controllori occhi di falco, piccoli opportunisti, ignavi che guardano ma non vedono, ingenui abbindolati, buoni impauriti, pazienti in lista d’attesa o paganti nei centri privati di quei medici assenteisti. Un cast da film di Tod Browning, un quadro di H. Bosch.
 
Quanti i Loreto Mare ancora nascosti? Quanti altri Caifa a stracciarsi le vesti allo scoperchiare del prossimo tombino fognario? Quanti altri a voltare la testa, mentre in realtà la piegano. Nel pasoliniano ma silente “io so”. Quanta ulteriore, deleteria, sfiducia indotta nell’opinione pubblica?
 
I rimedi? Non certo la forca invocata da tanti, molti partigiani del 26 aprile, con la camicia nera ben stirata riposta discretamente in fondo all’ultimo cassetto (non si sa mai), incanalati non sorprendentemente nel mainstream reazionario ormai dilagante da New York all’Ile-de-France fino a Sant’Ilario di Genova (già segnalatosi in merito col trattamento a Bocca di Rosa).
 
Le soluzioni vere sono invece altre, benché le solit: elementari, quelle del primo capitolo del manuale di management dell’edicola: principi di governance, gestione, controllo. Basta applicarli. Per farlo però bisognerebbe capire davvero che il rispetto delle regole conviene a tutti. Che nei Paesi dove le regole sono trascurate si vive peggio e si è più poveri, tranne i pochi che ci lucrano. Che legalità e correttezza rendono le comunità più ricche, anche di soldi. E ne migliorano la qualità del vivere.
 
Invece no, si continua a truffare e rubare. In un dialogo col citato JC hippie, il nero Giuda, l’Apostolo più intellettualmente e per sensibilità “alla pari” con lui, prima di tradirlo gli dice rassegnato: “potremmo avere senza sforzo il paradiso ma ci affanniamo per conquistare l’inferno”.
 
Prof. Fabrizio Gianfrate
Economia Sanitaria

28 febbraio 2017
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