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Campania. La rete Ecofoodfertility dice sì al Fertility day

La rete vuole essere da supporto alle istituzioni pubbliche ed è con l'intento di migliorare la salute della generazione presente e di quelle future che aderisce al Fertility Day che “rappresenta un’occasione per rendere consapevole la popolazione sul tema salute riproduttiva in cui è sempre sfuggito ed ancora sfugge il vero pbiettivo, almeno da quel che viene oggi comunicato con alcune ’cartoline’”.

06 SET - La rete EcoFoodFertility aderisce al Fertility Day:  “Nel Fertility Day, a partire proprio dalla Campania e da quella parte che oggi è tristemente conosciuta come “Terra dei Fuochi” – avverte Luigi Montano coordinatore dell’associazione di promozione sociale a carattere scientifico – potremo accendere i fari sul nostro progetto di monitoraggio della fertilità nelle zone compromesse dal punto di vista ambientale. Stiamo costruendo dal basso un progetto di ricerca coinvolgendo importanti istituzioni scientifiche con una rete di supporto educativa di scuole nelle tante aree ambientalmente critiche d’Italia”. Il progetto dedicato alla correlazione tra ambiente, alimentazione, stili di vita, vede in campo la rete EcoFoodFertility per la tutela della Fertilità nelle aree a rischio.
 
“Consideriamo importante – aggiunge l’andrologo Montano - rivolgerci alle scuole superiori, in quanto l’età adolescenziale, rappresenta, sia una fase di maturazione della consapevolezza individuale, sia un momento dello sviluppo biologico e comportamentale vulnerabile alle interferenze provenienti dall’ambiente, a partire dalle devianze alimentari e dello stile di vita per finire ai comportamenti sessuali e affettivi che quando maturi e finalizzati a una genitorialità consapevole spesso impattano con le difficoltà di matrici ambientali compromesse che inficiano la capacità riproduttiva. In accordo con le iniziative di altri Paesi (il National Infertilility Prevention Program negli Usa) ci rivolgiamo all''adolescenza in quanto è l'età di ingresso verso la salute, compresa la capacità riproduttiva, dell'individuo adulto. E’ in quest’ottica che la nostra rete vuole essere da supporto alle istituzioni pubbliche ed è con l'intento di migliorare la salute della generazione presente e di quelle future che aderiamo al Fertility Day che rappresenta finalmente un’occasione importante per rendere consapevole la popolazione sul tema salute riproduttiva in cui è sempre sfuggito ed ancora sfugge - almeno da quel che viene oggi comunicato con alcune “cartoline” - il vero obiettivo,  cioè la prevenzione primaria, basata su evidenze scientifiche. 
 
Prevenire i fattori di rischio per i problemi riproduttivi – conclude Montano - oggi vuol dire anche, secondo le evidenze scientifiche, ridurre il rischio di patologie cronico-degenerative, dall'ipertensione al cancro,  che interessano l’adulto nella generazione presente e in quelle future. Considerare la tutela della fertilità un presidio fondamentale per la prevenzione, non solo delle patologie riproduttive, ma anche di quelle cronico-degenerative è ancora superficiale, nonostante i richiami autorevoli della comunità scientifica; tralasciando le polemiche in corso, riteniamo importante dare maggiore attenzione a fattori menzionati, sia pur brevemente, nel Piano nazionale per la fertilità, come gli interferenti endocrini, l'ambiente di vita e di lavoro, gli squilibri nutrizionali, per cui l’ambiente e l’alimentazione, oltre ovviamente lo stile di vita individuale, rappresentano dei determinanti  importanti per una buona salute riproduttiva”.
 
Lo studio pilota sul seme in terra dei Fuochi. Montano cita i primi risultati presentati con una comunicazione scientifica selezionata come migliore comunicazione il 29 maggio scorso al Congresso nazionale di Andrologia di Stresa già pubblicati su una rivista internazionale ad alto impact factor. La spia rossa dell’ambiente compromesso è nel liquido seminale. Le alterazioni dell’equilibrio delle difese antiossidanti e detossificanti del liquido seminale e la ridotta motilità spermatica con un danno al Dna degli spermatozoi in maschi sani è maggiore in soggetti provenienti dalla Terra dei fuochi rispetto a quelli provenienti dall’area dell’Alto-Medio Sele. Questi in estrema sintesi. Sono i primi risultati dello studio pilota di biomonitoraggio nell’ambito della prima fase di ricerca del Progetto EcoFoodFertility. L’uroandrologo dell’Asl di Salerno, ambientalista dell’Isde della Campania (medici per l’ambiente), esperto in Patologia ambientale è anima del progetto interdisciplinare, esecutivo in Campania e a breve in altre aree d’Italia e d’Europa, di ricerca del rischio biologico precoce e individua il seme maschile come affidabile indicatore dello stress ambientale sulla salute umana.
 
Secondo i risultati di questo studio pilota, il seme è molto più preciso del sangue nella valutazione del rischio. Il progetto ha suscitato interesse della comunità scientifica nazionale ed europea tanto da coinvolgere autorevoli enti di ricerca ed universitari (Cnr di Napoli e Avellino e l’Istituto superiore di Sanità, gruppo di tossicologia riproduttiva) che hanno scandagliato il sangue ed il seme di 110 maschi omogenei per età (28 anni), per indice di massa corporea, non fumatori, non bevitori abituali, non esposti professionalmente e residenti da almeno 10 anni nelle due aree di campionamento, trovando differenze statisticamente significative tali da distinguere nettamente le due popolazioni, in particolare, sulla base della distribuzione di metalli. Degli oltre 22 elementi valutati, infatti, risultano eccessi di Alluminio, Manganese, Cromo, Litio, Cobalto nel sangue, di Cromo, Rame e Zinco nel seme nei maschi provenienti dalla terra dei fuochi rispetto all’area del salernitano. Difese antiossidanti e detossificanti ridotte nel liquido seminale, ma meno e non significative nel sangue a prova della maggiore sensibilità del seme agli stress rispetto al sangue. Lo studio ha trovato differenze significative nella qualità seminale e danni al patrimonio genetico dei gameti maschili fra i due gruppi.

Questo nuovo metodo per la rapidità, affidabilità e l’obiettivo preventivo, è  stato, infatti, preso a modello come riferimento per il piano di Biomonitoraggio “SPES” di cui EcoFoodFertility è parte nell’ambito dell’area medica di “Campania Trasparente” dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno.
 
Ettore Mautone

06 settembre 2016
© Riproduzione riservata

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