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Campania. Artrite reumatoide, in campo il progetto Radar

Sta per Rete assistenziale e diagnostica per il paziente con Artrite reumatoide, ed è coordinato dal dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università Federico II. Intanto a Napoli sbarca il laboratorio interattivo Prometheus contro l’epatite C, e per la prevenzione la Federico II lancia il progetto “Femminile plurale”.

07 MAR - Artrite reumatoide, innovare l’organizzazione dei percorsi di cura: al via il percorso diagnostico terapeutico assistenziale in Regione Campania. Il dipartimento di Sanità pubblica e la Regione Campania insieme nella presentazione all’assessorato alla Sanità della Regione Campania del Progetto Radar, ossia la Rete assistenziale e diagnostica per il paziente con Artrite reumatoide, coordinato dal dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università Federico II, diretto da Maria Triassi. Referente del progetto è Roberto Delfino. “L'obiettivo – dice Delfino - è condividere e implementare un Pdta per il paziente adulto e pediatrico affetto da Artrite reumatoide, assicurando continuità e coordinamento dell'assistenza, migliorando l'operatività di tutte le strutture coinvolte nei processi di diagnosi e cura, sia a livello ospedaliero sia sul territorio”.

In corso il lavoro del team di esperti sull’implementazione di un modello organizzativo di integrazione ospedale – territorio per la Regione Campania. Ai lavori partecipano i rappresentanti di diverse discipline: reumatologi, Medici di medicina generale, Pediatri di libera scelta, Farmacisti,  Medici igienisti, direttori sanitari di Asl e Aziende ospedaliere, infermieri, fisioterapisti, economisti, informatici e ingegneri.

Il progetto è finanziato con i fondi Ue nell’ambito della Linea 2.6 relativa all’impiego di strumenti di economia sanitaria e management a supporto della implementazione del percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) e della rete tra i Centri per la diagnosi e cura della Artrite reumatoide (Ar) in Campania di cui al Decreto del Commissario ad Acta n. 105 del primo ottobre del 2014.
 
Epatite C, a Napoli sbarca il laboratorio interattivo Prometheus

Formare i medici a combattere l'epatite C anche attraverso la realtà virtuale. Il futuro della prevenzione, diagnosi precoce e terapia dell’infezione da Hcv si chiama Prometheus, il progetto di formazione itinerante unico al mondo, organizzato da QBGROUP con il supporto incondizionato di AbbVie, che dopo aver fatto tappa a Torino e Roma sbarca a Napoli. Oggi dalle ore 13 alle 14 in Viale Kennedy 54 a Fuorigrotta di fronte alla Mostra d’Oltremare arriva il primo laboratorio mobile al mondo per rendere più efficace la lotta al virus dell’Hcv, il progetto di formazione itinerante a bordo del Cell Explorer, un laboratorio mobile supertecnologico di 120mq su 2 piani dotato delle più sofisticate tecnologie interattive e virtuali.

Coinvolgerà nei prossimi mesi oltre 200 medici specialisti nella cura dell’Hcv in diverse città italiane. Docenti dei corsi a Napoli sono Giovanni Battista Gaeta, docente  ordinario di Malattie infettive alla Seconda Università degli Studi di Napoli, Filomena Morisco, associato di Gastroenterologia all’Università degli Studi di Napoli Federico II, Nicola Caporaso Ordinario di Gastroenterologia, direttore della Scuola di Specializzazione in Gastroenterologia presso lo stesso Ateneo.

L’innovazione del Cell ha come punto di forza il confronto tra esperti dei centri di riferimento nazionali per l’HCV e i medici delle strutture sanitarie del territorio nazionale per la condivisione di best practice efficaci e sostenibili nella gestione del paziente con epatite C. L’onere sanitario complessivo dell’epatite C, infatti, si attesta intorno al miliardo di euro all’anno. Una quota importante del costo per paziente potrebbe essere bilanciata con la riduzione dei costi diretti e indiretti causati da una maggiore efficacia delle cure.

“Grazie a una gestione ottimale del paziente è possibile oggi ridurre i costi di gestione durante tutto il percorso terapeutico del paziente con Hcv e con risultati che puntano al 100% di guarigioni. – dichiara Filomena Morisco. Nel Cell dunque convergono tecnologie, professionalità, contenuti e metodologia didattica all’avanguardia che facilita l’apprendimento e l’interiorizzazione dei contenuti. “Nel corso dell'ultimo anno la gestione della paziente con Epatite C in Campania è andata incontro ad una profonda evoluzione – conclude Nicola Caporaso -, e i Centri di cura della Campania hanno dato un forte contributo verso l’ottimizzazione del percorso diagnostico e di cura della malattia. La regione oggi ha la più alta prevalenza della patologia ma il suo modello gestionale dimostra che l’Epatite C in Campania si può curare e non fa più paura”.

La Formazione esperienziale
La formazione esperienziale nella clinica significa maggiore efficacia nella cura e sicurezza per il paziente. Oggi grazie al format innovativo del Cell, anche gli operatori sanitari possono imparare e ad aggiornarsi con la simulazione, come i piloti degli aerei, per vivere un percorso clinico che si sviluppa su un arco temporale di più mesi, prima interagendo con un paziente virtuale in tempo reale e, in seguito, discutendo le scelte diagnostico-terapeutiche effettuate con i docenti e i colleghi presenti in aula in un contesto di apprendimento tra pari. In questo modo gli operatori sanitari passo dopo passo incontrano il paziente in diversi momenti della terapia e come nella realtà controllano gli effetti di essa sul paziente ricorrendo ad analisi di laboratorio e strumentali con l’obiettivo di arrivare alla guarigione del paziente.

Il contesto protetto della simulazione permette ai medici di uscire dalla propria area di confort terapeutico sperimentando delle strategie terapeutiche che magari nella pratica clinica non applicherebbero, confortati anche dalla possibilità di confrontarsi su problemi reali con docenti di grande esperienza presenti in aula.

L’epatite C riguarda circa 300.000 persone diagnosticate, ma ne interessa molte di più, come spiega Filomena Morisco. “Certamente sono più di 350 mila ma probabilmente sono 500 mila e la Campania è una delle regioni con il maggior tasso di malattia dove lo sviluppo dell’infezione è endemico”. Però soprattutto sono importanti i numeri del danno che questa malattia fa. Si calcola che in Italia ci siano diverse migliaia di morti ogni anno per colpa dell'epatite C. Ma la terapia guarisce nel 95% de casi e forse anche di più. Un successo terapeutico che in medicina é molto raro a vedersi. Durante le simulazioni a bordo del Cell Explorer i medici potranno anche interagire con un paziente virtuale e seguire il decorso della sua malattia proprio come avviene nella pratica clinica.

“L'infezione va diagnosticata e oggi c'è una ragione in più – aggiunge Nicola Caporaso - perché oggi abbiamo una cura in un tempo limitato, con un profilo di efficacia e sicurezza straordinari. Questo implica una maggiore motivazione a fare la diagnosi". I costi dell'Epatite C si aggirano attorno al miliardo di euro l'anno ma notevoli risparmi possono derivare anche dalla formazione del personale sanitario.


Festa della donna, prevenzione. Ecco femminile plurale
E intanto, per la Festa della donna prende il via la prima edizione del "Premio femminile plurale", una manifestazione per promuovere la prevenzione e la salute attraverso visite mediche, seminari, tavole rotonde, consigli sugli stili di vita e l'alimentazione, prove sportive, momenti culturali e premi.  Il 7 e l'8 marzo, nelle aule della Federico II in via Partenope si alterneranno decine di medici per un progetto scientifico, divulgativo e operativo rivolto alle donne.

Tavole rotonde tematiche, simposi, seminari su tutte le principali specialistiche mediche dall'endocrinologia alla cardiologia dalla chirurgia plastica alla cardiologia.  “Per garantire uno stile di vita corretto, che rappresenta la vera prevenzione, bisogna condurre una battaglia dura e costante che metta insieme tutte le professionalità e faccia conoscere le problematiche di tutte le malattie.

Per questo motivo da quest’anno partiamo con un nuovo progetto multidisciplinare destinato al sesso femminile nel campo della prevenzione per informare, educare e curare”. Lo spiega Annamaria Colao, coordinatore scientifico del progetto. Protagonista sarà anche lo sport. Insieme all'associazione Sportform presieduta da Tommaso Mandato verranno realizzati incontri e lezioni dimostrative di fitness pilates, yoga e zumba. L'8 marzo alle 12 saranno premiate anche alcune eccellenze campane come la coach dell'Acquachiara pallanuoto femminile Barbara Damiani e la campionessa paralimpica di nuoto Imma Cerasuolo. Per le loro capacità artistiche e di impegno civico saranno premiate anche le attrici Gioia Spaziani e Rosaria De Cicco ed Elvira Reale. Tra i presenti il Rettore Gaetano Manfredi.

Tantissimi i nomi di grande richiamo della medicina. La manifestazione è realizzata in collaborazione con l'Università Federico II. Nel comitato scientifico Vincenzo Argenzio, Vincenzo Brescia Morra, Nicola Caporaso, Rosario Cuomo, Vincenzo Damiano, Carolina Di Somma, Antongiulio Faggiano, Paolo E. Macchia, Vincenzo Montesarchio, Filomena Morisco, Giovannella Palmieri, Pasquale Perrone Filardi, Rosario Pivonello, Vincenzo Russo, Alessandro Sanduzzi, Massimiliano Scalvenzi, Silvia Savastano, Bruno Trimarco. Attenzione al sociale, allo sport e alla salute, dunque attraverso una dinamica che consenta alla popolazione di avvicinarsi alla medicina in maniera meno formale ma altrettanto efficace.

Ettore Mautone

07 marzo 2016
© Riproduzione riservata

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