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Campania. Sì alla sanatoria Oss, ma si dia priorità a chi ha vinto un concorso e vuole tornare a casa

17 SET - Gentile Direttore,
le scrivo per sottoporre anch'io alla sua attenzione il  problema del blocco delle mobilità extraregionali in Campania. Medici, Infermieri, Tecnici e tante altre  figure professionali inchiodati negli ospedali del centro nord per una crudele quanto ingiusta  ostinaziozione della nostra regione ad impedirne il ritorno. Com'è noto a tutti, siamo persone  che non avendo nessun santo in paradiso e  nessuna onesta possibilità di entrare in un ospedale ci   siamo  visti  costretti a cercare fuori regione,   l'unico modo  per  poter lavorare.
 
Sottolineo che la nostra  non è stata una scelta, ma una necessità dettata dal bisogno  di garantire una sicurezzza economica alle nostre famiglie. Abbiamo  superato un concorso pubblico, tutto nella trasparenza e nella legalità e ci  siamo  rassegnati a vivere lontano  dai nostri affetti e dalla nostra terra   a centinaia di km da casa.
 
Un prezzo alto da pagare ma accettato, nella speranza che a distanza di qualche anno, il nostro sacrificio sarebbe stato ricompensato. La legge per questo prevede, o forse dovrei dire "prevedeva", l'istituto della Mobilità, visto che alla luce di quanto sta accadendo viene scavalcato da tutt'altre forme dii reclutamento del personale.

La migrazione verso il centro nord, si è avuta in maniera ancora più massiccia per una figura (alla quale io appartengo) che è quella degli "Operatori Socio Sanitari, i cosiddetti  "OSS". Di questa figura del ruolo tecnico, nata come supporto all'Infermiere Professionale e spendibile per una  molteplicità di mansioni, la nostra Campania ne ha sfornato non so quante migliaia, attraverso le scuole accreditate, ma da noi, non è mai uscito uno straccio di avviso pubblico o "eresia", un concorso!
 
Gli Oss che lavorano nel pubblico  in Campania sono i vecchi ausiliari  già di ruolo presso le ASL e riqualificati attraverso dei corsi interni. Di Oss  ne occorrerebbe  un altissimo numero perché gli ospedali sono  in ginocchio anche  a causa della carenza di personale addetto all'assistenza. L'unica mobilità interregionale per Oss  è stata  indetta dal Cardarelli due anni fa, ma  è praticamente ferma ai soli vincitori o poco più.
 
Allora io mi chiedo, per quale motivo non deve  scorrere questa graduatoria  per dare un minimo di ossigeno agli ospedali campani? Inoltre diverse Aziende Sanitarie hanno pubblicato delibere per l'utilizzo reciproco di graduatorie di procedure concorsuali da cui attingere,  ma questo, almeno per quanto riguarda la nostra categoria,  non si è mai verificato.
 
Non si fa che parlare  di  risparmi,  e mentre questo sarebbe un modo per realizzarli, si fa invece un  uso selvaggio di agenzie interinali, ditte e quant'altro che comportano dei costi ben maggiori rispetto a quelli del personale direttamente assunto.
 
Adesso il Presidente De Luca, parla unicamente di stabilizzare  i precari. Le  sembra giusto  che i precari  che già lavorano sotto casa  vengano stabilizzati anche con contratti "atipici" e noi che viviamo il dramma della lontananza  e che per legge abbiamo la priorità sugli altri, veniamo praticamente ignorati?
 
Inoltre vorrei che qualcuno mi spiegasse, ai fini di offrire una migliore qualità dei servizi, che risposta apporterebbe la stabilizzazione dei precari   a tale bisogno, dato che essi già  svolgono a pieno regime la loro attività all'interno degli ospedali.
 
Non sono forze nuove e seppur stabilizzati  non andrebbero  a potenziare l'organico...per cui resterebbe tutto esattamente com'è ! Verrebbe perpetrata solo un'ennesima ingiustizia ai danni di chi dopo essersi "sudato" il posto fisso senza l'aiuto di nessuno ma facendo leva unicamente   sulle sue risorse,  oserei dire sulla forza della sua stessa disperazione, adesso si vede negare il diritto sacrosanto di tornare finalmente a casa, scavalcato da chi se lo vedrebbe invece servito "su un piattino", senza nessuna  fatica.
 
Il Presidente De Luca  probabilmente non immagina invece  nemmeno minimamente,    quanta sofferenza ci sia dietro   questa nostra condizione  di "Esiliati". Ed io voglio rifiutarmi di  credere che possa essere cosi insensibile da considerare accettabile e "normale" che possa perdurare lo  scempio di  intere famiglie che  continuano a vivere  praticamente "smembrate".
 
Il lavoro fuori regione comporta sforzi inimmaginabili, in  termini di bisogni affettivi e di  rapporti umani perché tornando a casa ci aspetta sempre la stessa uguale immutabile solitudine, e  a livello economico  impone di lasciare sul campo buona parte dello stipendio. Per tutti questi motivi, ben venga la stabilizzazione dei precari, (se  ne hanno i requisiti) ma si dia la priorità alle mobilità extraregionali  cosi come stabilisce la legge.
 
Angelina Rotondo
OSS Asl Pescara

17 settembre 2015
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