Stanare i pazienti con ipercolesterolemia e portarli al raggiungimento dei target terapeutici previsti dalle linee guida delle Società europee di cardiologia e aterosclerosi. Soprattutto quei pazienti con iperlipidemia e con comorbilità, dalla scarsa aderenza terapeutica e perciò ad alto rischio di ospedalizzazione (il 95% a un anno) e con un tasso di mortalità che può arrivare anche al 56%.
È questa la sfida ambiziosa con la quale deve misurarsi la Campania, Regione dove l’aderenza terapeutica è appena al 33%. Una sfida complessa ma non impossibile da vincere, che richiede un cambio di passo. Una rivoluzione non solo organizzativa ma soprattutto culturale, per valorizzare le terapie necessarie a migliorare la migliore gestione della patologia a livello territoriale, alleggerendo così il sovraccarico ospedaliero, e che chiama in causa specialisti e cittadini.
Le leve sulle quali agire per compiere il giro di boa? Individuazione del setting di pazienti a rischio di evento cardiovascolare e utilizzo di terapie “sartoriali” attraverso dati di real world e piattaforme informatiche condivise tra ospedale, territorio e medici di medicina generale. Medici di famiglia “sentinella” dotati di un sistema informatico duttile che consenta la condivisione di dati e la creazione di un database del paziente. Ancora, ambulatori filtro, collocati all’interno degli ospedali oppure nei Distretti, che grazie ad agende diversificate impediscano l’accesso inappropriato in ospedale. E poi azioni di formazione e sensibilizzazione sul tema rivolte a tutti gli specialisti che trattano le patologie cardiovascolari, agli infermieri territoriali e ai farmacisti territoriali; senza dimenticare i laboratori di analisi cliniche che potrebbero inserire un allert quando i livelli di colesterolo risultino superiori ai valori soglia sensibilizzando così i pazienti a rivolgersi al proprio medico di famiglia.
È quanto emerso in occasione della seconda tavola rotonda che si è tenuta a Napoli nelle scorse settimane dal titolo “PROGETTO LASER - Nuovi modelli Organizzativi nella gestione delle Cronicità: l’ipercolesterolemia”, organizzata da K Link con il contributo non condizionante di Novartis. Da questo e dal precedente incontro svoltosi il 19 luglio scorso, che ha visto la partecipazione di Ugo Trama, Direttore Politiche del farmaco e dispositivi della Regione Campania, sono scaturite le coordinate per la gestione del paziente ipercolesterolemico focalizzato sull’accelerazione dell’accesso alle cure del paziente ad alto rischio cardiovascolare.
A fare il punto sono stati: Francesco Caiazza, Presidente della Società italiana di cardiologia dell’ospedalità accreditata (SICOA), Marinella D’Avino, Presidente regionale Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI), Franco Guarnaccia, ARCA Regionale, Lorenzo Latella, Segretario Regionale Campania di Cittadinanzattiva, Valentina Orlando, Direttore Scientifico del Laboratorio Healt Care, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Pasquale Perrone Filardi, dell’Università degli Studi di Napoli "Federico II” e Presidente eletto della Società italiana di cardiologia (SIC), Francesco Serra, ASL Caserta, Gerolamo Sibilio Segretario Regionale Associazione Nazionale medici cardiologi ospedalieri (ANMCO), Bernardino Tuccillo, dell’Ospedale del Mare, ASL Napoli 1 Centro e Gian Battista Zito, Presidente dell’Associazione Regionale Cardiologi Ambulatoriali ARCA e ASL Napoli 3 Sud.
Ad oggi il numero di farmaci disponibili per la cura della patologia si è arricchito ulteriormente. E la regione Campania si sta già muovendo per facilitarne l’accesso. “Grazie al tavolo permanente sui farmaci e dispositivi e forte delle progettualità formative svolte in questi mesi, la Regione ha tempestivamente messo in essere tutte le procedure per ridurre i tempi di attesa di accesso alle cure” ha affermato Ugo Trama. Attivazione centri prescrittori raccolta del fabbisogno centralizzato e avvio della procedura di gara per il tramite di Soresa, le azioni messe in campo. “Si monitoreranno gli esiti prestazionali al fine di condividere con i medici, farmacisti e le associazioni dei pazienti le ulteriori azioni migliorative eventualmente necessarie per ottimizzare la presa in carico assistenziale” ha concluso Trama.
Team che si avvale dell’utilizzo di una piattaforma informatica in grado di incrociare i PDTA delle singole patologie per restituire, un piano di cura personalizzato contenente la programmazione annuale delle visite specialistiche e degli esami diagnostici/strumentali evitando inutili accessi multipli e razionalizzando gli accessi al CCC. Una gestione, ha sottolineato Serra, che rende partecipe il paziente del suo percorso di presa in carico e confidente nei professionisti che lo seguono nel tempo. In questo scenario anche la farmacoterapia viene condivisa tra i vari specialisti per raggiungere la conciliazione terapeutica e migliorare la compliance del paziente.
Ma il nodo da sciogliere è soprattutto quello di far uscire la patologia dal cono d’ombra. L’ipercolesterolemia è un problema di grande portata, tanto da essere considerata non più come fattore di rischio cardiovascolare ma come patologia a tutti gli effetti, ha affermato il presidente di Arca, partendo da questo presupposto, ha ribadito la necessità di un intervento organizzato che deve vedere tutti gli attori protagonisti impegnati nella prevenzione, sia esse primaria o secondaria.
Il paziente con ipercolesterolemia, ha aggiunto Francesco Caiazza, ha la necessità di mantenere sempre sotto controllo i livelli di colesterolo e un approccio che integra l’ospedale, il territorio e il domicilio, può essere davvero fare la differenza.
Dello stesso avviso è Bernardino Tuccillo che ha ribadito come il paziente debba essere seguito anche dopo le dimissioni dall’ospedale e debba essere sottoposto a follow up mirati per raggiungere i livelli di colesterolo target indicati dalle linee guida.
In questo contesto la figura del medico di medicina generale deve essere centrale in quanto primo punto di primo contatto con il paziente. Di questo ne sono convinti tutti partecipanti alla discussione. Il medico di famiglia conosce il paziente, conosce le sue abitudini e suoi stili di vita e come tale deve svolgere il ruolo di sentinella per intercettare i segnali di rischio di malattia prima che questa si manifesti. Sensibilizzare il paziente e indirizzarlo verso stili di vita sani e spiegare a quali rischi va incontro sospendendo le terapie sono solo alcuni dei punti nodali. Trasmettere le informazioni giuste e nel modo più appropriato fa sì che si ristabilisca quell’alleanza tra medico e paziente che è alla base della buona riuscita dei trattamenti.
Portavoce del bisogno di rinsaldare il rapporto di fiducia tra medico e paziente si è fatto Lorenzo Latella il quale ha anche ribadito il grande problema culturale insito nella popolazione campana.
Comunicazione, sensibilizzazione e informazione sono le tre parole chiave anche per Marinella D’Avino secondo la quale però questi tre aspetti non si devono fermare al paziente, ma devono raggiungere anche il medico ospedaliero e territoriale.
I dati in possesso dei Mmg diventano quindi preziosi per la stratificazione della popolazione e del rischio, e devono essere uniti a quelli degli specialisti ambulatoriali e ospedalieri in un’unica piattaforma digitale ad accesso comune. Molto di questo modello integrato per la gestione del paziente con ipercolesterolemia si basa su questo, sulla condivisione di dati appunto. Ciò potrebbe avvenire grazie all’intervento delle cooperative di medici di medicina generale. Ma non solo.
Come ha spiegato Valentina Orlando non sono solo i data base dei medici ad avere importanza. I dati di real world possono, infatti, contribuire alla creazione di modelli di medicina predittiva e di precisione. In altre parole, grazie all’analisi di questi dati si può riuscire a prevedere precisamente quale farmaco prescrivere al paziente. Affinché tutti questi dati possano essere fruibili a tutti gli addetti ai lavori è necessario un “contenitore” comune. A raccoglierli, dunque, potrebbe essere la Piattaforma SINFONIA (SIstema INFOrmativo saNItà CampanIA), il sistema informativo sanitario della Campania già implementato e che supporta l’intero servizio sanitario regionale. La creazione di un’area dedicata, ad accesso riservato, all’interno di questa piattaforma, renderebbe reale l’integrazione con il territorio e la condivisione di informazioni per una gestione ottimale del paziente.
Tornando sulla figura del Mmg una problematica riscontrata dai partecipanti al tavolo riguarda le terapie innovative. Come ricordato da Franco Guarnaccia, i farmaci di ultima generazione, infatti, spesso non possono essere prescritti dal medico di famiglia ma, se è vero che è il medico di famiglia ad essere il regista di questo approccio, questi deve essere messo nella condizione di poter prescrivere tutti i farmaci di cui disponiamo. Da qui l’appello alle istituzioni affinché ciò avvenga presto. Secondo Pasquale Perrone Filardi, a tal proposito, la Campania è una regione con una modalità di accesso e di dispensazione di questi farmaci biologici particolarmente favorevole e incline alle esigenze dei pazienti grazie al ruolo delle farmacie territoriali.
In conclusione, il modello per la gestione del paziente con ipercolesterolemia è delineato. Si parte appunto, dall’individuazione del giusto setting di pazienti che, come ricordato da Gerolamo Sibilio, sono pazienti coronaropatici, con insufficienza renale, diabetici, o con poli vasculopatie di tipo cerebrale e di tipo periferico. Fulcro del modello sono le cooperative di Mmg con un sistema informatico fluido che consenta la condivisione di dati e la creazione di un database del paziente. C’è poi la costituzione di ambulatori filtro che grazie ad agende diversificate impediscano l’accesso inappropriato in ospedale. Ambulatori potrebbero essere o all’interno degli ospedali stessi, come proposto da Sibilio, oppure nei distretti come invece indicato da Serra e Latella. Naturalmente per essere implementato, il modello deve poter usufruire di una struttura informatizzata che copra tutto il territorio campano in egual maniera, di figure professionali adeguatamente formate che comprendano tutti gli specialisti che trattano le patologie cardiovascolari, gli infermieri territoriali e i farmacisti territoriali e, infine, percorsi di informazione, sensibilizzazione e formazione sia per i medici sia per i pazienti.
E.M e M.C