Vibo Valentia. Bartolazzi (Sott. Salute): “Massima attenzione del Governo sulle condizioni del punto nascita dell’Ospedale G. Jazzolino”
In seguito ad un recente caso di cronaca che ha portato al decesso di una paziente di 37 anni, il sottosegretario alla Salute, rispondendo in Commissione Affari Sociali ad un'interrogazione sul tema di Nesci (M5S), ha spiegato che, "anche in considerazione di altri gravi episodi avvenuti in passato" c'è la "massima attenzione" del Governo circa le condizioni del punto nascita di Vibo Valentia, anche in relazione ad "una più penetrante e generale verifica dei Lea in Calabria".
23 NOV - "Il triste episodio indipendentemente dall'esito delle indagini – in relazione alle quali si è doverosamente interrotta ogni ulteriore attività ispettiva del Ministero — induce comunque ad assegnare alle condizioni del punto nascita di Vibo Valentia, anche in considerazione di altri gravi episodi avvenuti in passato, la massima attenzione da parte di questo Governo, che, per altro verso, sta già esercitando – come si è avuto modo di illustrare in altre sedute di sindacato ispettivo – una più penetrante e generale verifica dei livelli essenziali di assistenza nella Regione Calabria".
Così il sottosegretario alla Salute,
Armando Bartolazzi, rispondendo ieri in Commissione Affari Sociali all'interrogazione di
Dalila Nesci (M5S) riguardante la morte avvenuto il 5 gennaio 2017 della trentasettenne
Tiziana Lombardo presso l'ospedale di Vibo Valentia dopo aver dato alla luce la propria figlia G.
"In merito a quanto richiesto nell'interrogazione parlamentare in esame, si segnala che, a seguito del decesso della paziente di 33 anni, avvenuto presso l'Ospedale G. Jazzolino di Vibo Valentia nel gennaio 2017, il Ministero della salute ha avviato un confronto con la Regione Calabria ai fini della verifica degli eventi intercorsi. Nel corso delle interlocuzioni avute, la Regione ha comunicato, il 15 febbraio 2017, di aver condotto un 'audit' clinico, volto alla comprensione delle dinamiche e delle cause dell'evento, al quale hanno partecipato tutti i professionisti coinvolti nell'assistenza alla paziente deceduta", ha spiegato il sottosegretario.
"Il 23 febbraio 2017, questo Ministero, a fronte del carente riscontro fornito dalla Regione, ha ritenuto di dover ulteriormente approfondire la tematica, chiedendo l'insieme della documentazione riferita all'assistenza prestata alla paziente, a partire dal verbale di pronto soccorso e fino alla cartella clinica relativa al ricovero della paziente presso la Unità Operativa Complessa di Ginecologia dell'Ospedale G. Jazzolino. Tale documentazione è pervenuta con nota del 7 marzo 2017; tuttavia, a seguito di ulteriori valutazioni e vista la delicatezza della materia, il Ministero della salute ha ritenuto di dover trasmettere l'intero fascicolo alla Procura della Repubblica, quale adempimento conclusivo dell'iter di propria competenza. Agli atti dei competenti uffici del Ministero non vi è, dunque, alcun provvedimento di nomina di una specifica «task force», essendovi stata — come si è visto – solo un'attività istruttoria, condotta sulla documentazione acquisita dalla Regione Calabria, dall'analisi della quale è emersa l'opportunità della trasmissione all'autorità giudiziaria", ha aggiunto Bartolazzi.
"In relazione alla funzionalità del Punto Nascita dell'Ospedale G. Jazzolino, si forniscono i seguenti elementi informativi, di cui è in possesso il Ministero della salute. L'Unità Operativa Complessa di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale G. Jazzolino è una struttura definita, in base all'Accordo Stato-Regioni del 6 dicembre 2010, Punto Nascita di I Livello (Spoke) con 20 posti letto di ostetricia e ginecologia e 8 posti letto di pediatria. Nel Punto Nascita viene svolta anche attività ambulatoriale ostetrico/ginecologica. L'hub di riferimento del Punto Nascita in questione è l'Azienda Ospedaliera «Pugliese Ciaccio» di Catanzaro, provvista di Unità di Terapia Intensiva Neonatale. Secondo i dati riguardanti le Schede di Dimissione Ospedaliera, i volumi di attività del Punto Nascita nel 2016 e 2017 si sono mantenuti costanti a 845 dimissioni per parto. I dati relativi alla percentuale di tagli cesarei in questa struttura evidenziano un alto tasso di «cesarizzazione» rispetto alla media italiana, sebbene il trend dal 2016 al 2017 sia in calo, indicando un'evidente maggiore attenzione all'appropriatezza del ricorso al parto con taglio cesareo".
"Questi i dati relativi ai Tagli Cesarei: anno 2016: 46.9 per cento di TC rispetto alla media nazionale dello stesso anno, che si attesta al 33.6 per cento; anno 2017: 40 per cento di TC rispetto alla media nazionale dello stesso anno, che si attesta al 32.3 per cento", ha precisato.
"L'organico dell'U.O. di Ostetricia e Ginecologia è composto da 11 specialisti in ginecologia/ostetricia e da 14 ostetriche; l'U.O. di anestesiologia è composto da 9 anestesisti, l'U.O. di pediatria è composta da 7 medici. È presente la guardia attiva h.24 di anestesiologia e pediatria/neonatologia, oltre che di ginecologia/ostetricia. Peraltro, si precisa che le attività del percorso nascita, al pari delle altre attività ospedaliere, sono ordinariamente monitorate sul piano qualitativo e quantitativo attraverso specifiche procedure, nonché sottoposte ad ulteriori azioni di monitoraggio da parte del Comitato percorso nascita nazionale. Ciò detto in relazione allo specifico quesito rivolto, desidero far presente che il triste episodio che forma oggetto della presente interrogazione, indipendentemente dall'esito delle indagini – in relazione alle quali si è doverosamente interrotta ogni ulteriore attività ispettiva del Ministero — induce comunque ad assegnare alle condizioni del punto nascita di Vibo Valentia, anche in considerazione di altri gravi episodi avvenuti in passato, la massima attenzione da parte di questo Governo, che, per altro verso, sta già esercitando – come si è avuto modo di illustrare in altre sedute di sindacato ispettivo – una più penetrante e generale verifica dei livelli essenziali di assistenza nella Regione Calabria", ha concluso Bartolazzi.
Dalila Nesci (M5S), replicando, ha rilevato che la risposta fornita dal Governo conferma le carenze dell'operato del Ministero della salute nella passata legislatura. La task force inviata dal ministro Lorenzin, a suo avviso, avrebbe dovuto verificare cos’è avvenuto nel punto nascita di Vibo Valentia, causando la morte di una giovane mamma, e si è invece limitata a "controllare le carte". Nel premettere che della vicenda dovrà ora occuparsi la magistratura, ha auspicato per il futuro un monitoraggio effettivo di quanto accade nelle strutture ospedaliere calabresi e una sollecita nomina dell'autorità commissariale, per poter svolgere con efficacia l'attività di vigilanza. Nel riservarsi di verificare i dati forniti nella risposta, ha comunicato di aver chiesto all'ispettorato del lavoro di verificare il rispetto dei turni di riposo previsti e di avere personalmente effettuato due ispezioni presso l'ospedale di Vibo Valentia, verificando "gravi inadempienze".
23 novembre 2018
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