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Professioni sanitarie. Fials critica impugnativa Governo su legge Calabria. “Atto pessimo”. Ma ancora “fiducia” in vista del Tavolo al Ministero

La denuncia del segretario Carbone: “E’ certamente un ulteriore pessimo atto nei confronti delle professioni sanitarie infermieristiche-ostetrica, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione alle quali il Patto per la Salute pretende, giustamente, enormi nuovi compiti e responsabilità ed alle quali si negano il corrispettivo di risposte dalle competenze avanzate messe nel freezer dalla Ministra dei medici alla trattazione dell’art.22 dello stesso Patto della Salute”.

15 GIU - “Incredibile il Consiglio dei Ministri venerdì 10 giugno ha osservato la legge della Regione Calabria, l’ultima, mi pare, regione che ancora non aveva attuato il disposto della legge 251/00, con la quale si istituisce il servizio infermieristico e delle altre professioni sanitarie ed il servizio sociale”. Così dichiara il Segretario Generale della FIALS, Giuseppe Carbone che evidenzia "Attendiamo ora di conoscere le motivazioni che difficilmente riusciremo a comprendere".

“Si tratta di una legge regionale abbastanza minimalista rispetto a quelle più avanzate di altre regioni -  prosegue Carbone - tant’è che è stata criticata dalle associazioni delle professioni sanitarie diverse da quelle infermieristiche; tra l’altro non credo che possa essere il motivo il fatto che la Calabria sia una Regione soggetta al piano di rientro: ci sono Regioni, come ultima il Lazio, in piano di rientro che stanno attuando la legge 251/00 in modalità avanzate apprezzate dai sindacati del comparto e delle rappresentanze professionali interessate e con il solito mal di pancia e ricorsi inefficaci di parte del sindacalismo medico”.

“E’ certamente un ulteriore pessimo atto - denuncia il Segretario Generale della FIALS -  nei confronti delle professioni sanitarie infermieristiche-ostetrica, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione alle quali il Patto per la Salute pretende, giustamente, enormi nuovi compiti e responsabilità ed alle quali si negano il corrispettivo di risposte dalle competenze avanzate messe nel freezer dalla Ministra dei medici alla trattazione dell’art.22 dello stesso Patto della Salute divenuta esclusiva materia di confronto con i sindacati medici e della dirigenza sanitaria”.
 
“Proprio il fatto che la Regione Calabria sia in piano di rientro - continua Carbone - avrebbe dovuto far comprendere al Governo che, come tutte le altre esperienze analoghe insegnano, proprio dal rendere protagoniste del risanamento e della qualificazione della spesa sanitaria le professioni sanitarie, anche attraverso la loro dirigenza, è stato l’elemento vincente dell’operazione”.

“Sembrerebbe che, ancora una volta - ribatte Carbone -  il Governo tende di contrastare l’attività e gli atti posti dal Sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, il quale sta provando ad invertire questa tendenza per la doverosa valorizzazione del ruolo delle professioni sanitarie”.

“Ma la FIALS non molla - ribadisce Carbone -  ci attendiamo molto dalle proposte che potranno scaturire dal Tavolo tecnico scientifico per la professione infermieristica in rapporto alla nuova domanda di salute da lui recentemente istituito e che domani 16 giugno avrà la sua prima riunione operativa”.
“Abbiamo tanta nostalgia e rimpianto - asserisce Carbone - di quei Governi che ebbero il coraggio di modernizzare la sanità italiana dando vita a quella meravigliosa ed esaltante “stagione delle riforme delle professioni sanitarie” attraverso l’approvazione all’unanimità del Parlamento delle leggi 42/99, 251/00 e 43/06…Governi né medico dipendenti né medico centrici ma portatori di una concezione corretta e giusta per la quale  la sanità è plurale nella sua dimensione professionale e per la quale esiste una sola centralità, quella della risposta ai nuovi e vecchi bisogni di salute individuali e collettivi. Ci auguriamo che questo tavolo ministeriale inquadri correttamente le sue proposte nel mutato quadro epidemiologico caratterizzato dalla assoluta prevalenza delle malattie croniche e dall’invecchiamento della popolazione nonché dalle questioni dell’immigrazione, tutte problematiche che vedono nella presa in carico che, in questo scenario, non è solo medica ma diventa sempre più emergente il ruolo infermieristico e delle altre professioni e professionalità sanitarie, sociosanitarie e sociali. Presa in carico di queste professioni diverse da quella del medico che per espletare appieno il suo potenziale professionale abbisogna sempre più dell’implementazione delle competenze sia avanzate che specialistiche, come già sempre più Regioni, nonostante l’immobilismo ministeriale, deliberano ed attuano e per la cui unificazione, omogeneizzazione a livello nazionale e conseguente  estensione nelle altre Regioni per la FIALS l’unica soluzione possibile e naturale  sta nel rinnovo contrattuale. Così posta scientificamente, programmaticamente ed epidemiologicamente la questione infermieristica non potrà che avere la conseguente risposta normativa e con il contratto anche economica”.

“La vicenda della Regione Calabria - segnala il Segretario Generale della FIALS - ci conferma sempre più che da questo tavolo tecnico-scientifico  debba essere ripreso con forza il mandato previsto dall’articolo 1 della legge 251/00 e cioè l’elaborazione della proposta di linee guida nazionali da portare in Conferenza Stato-Regioni per l’attuazione con modalità omogenee dei servizi infermieristici quali unità organizzative complesse e della loro integrazione dipartimentale. Infine, viste le tante buone pratiche già realizzate, talora da tempo, in molte aziende sanitarie, in materia di innovativi ruoli della professione infermieristica possano esser raccolti e pubblicizzati affinché possano essere di esempio e di stimolo per le altre aziende sanitarie”.

“Se così fosse, forse - conclude Carbone - il Ministero della Salute ritornerebbe ad essere il Dicastero di tutte le professioni e gli operatori “produttori di salute””.

15 giugno 2016
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