Calabria. Anche i primari di Lamezia contro il decreto Scura: “Ci penalizza”
Dopo i primari dell’ospedale Vibo Valentia, che per protesta si erano dimessi, ora anche i primari dell’ospedale di Lamezia si esprimono contro il decreto del commissario che riordina la rete ospedaliera. “Si mantiene lo stesso numero di posti letto, ma si depotenziano i servizi essenziali. Il rischio è quello di aver creato una scatola vuota”.
18 MAR - Il decreto sulla riorganizzazione della rete ospedaliera "penalizza fortemente l'ospedale di Lamezia Terme" dove "viene mantenuto lo stesso numero di posti letto, ma viene depotenziato nei servizi essenziali tanto che il rischio è quello di aver creato una scatola vuota. Da ciò si evince che per questo ospedale non è stata perseguita né voluta una strategia". E' quanto si afferma in un comunicato dell'assemblea dei primari dell'ospedale contro il decreto di riordino ospedaliero del commissario ad acta
Massimo Scura.
"Con la soppressione della neonatologia – si spiega nella nota - si mette a rischio l'esistenza stessa del punto nascita. Con la soppressione del Servizio trasfusionale viene meno la funzione dell'ospedale inserito nella rete dell'emergenza, con a rischio le funzioni di pronto soccorso, rianimazione, le attività chirurgiche, il punto nascita e conseguentemente dell'ostetricia, con la prospettiva reale che l'ospedale si trasformi nel giro di poco tempo in un luogo di degenza depotenziato. Con la soppressione di microbiologia e il Centro di riferimento regionale della Tbc, viene meno il supporto di un servizio di basilare importanza. Con il ridimensionamento del laboratorio analisi a struttura semplice, senza poter eseguire esami più complessi, viene meno il supporto essenziale ed efficace all'attività clinica e di diagnosi. Con il forte ridimensionamento dell'anatomia patologica si causano gravi disservizi. L'aggregazione o la soppressione di varie unità operative (malattie infettive, otorino, oculistica, dermatologia, nefrologia, ecc) è evidente che gli utenti di questo vasto comprensorio, dovranno recarsi altrove anche per banali interventi ambulatoriali. Con la mancata attivazione dell'Emodinamica si lascia un reparto di Cardiologia monco”.
Per i primari, “in assenza delle nomine dei primari mancanti da oltre 10 anni si è verificato un progressivo decadimento delle funzioni di questo ospedale, nonostante l'abnegazione e l'impegno del residuo personale rimasto in servizio, che, pur penalizzato dal mancato turnover, quotidianamente è impegnato a dare risposte a tutto il territorio. Esiste la sensazione che i dati numerici delle prestazioni erogate non vengano tenuti nella giusta considerazione se non addirittura ignorati per rispondere a logiche politiche riorganizzative determinate da altri convincimenti”.
Per i primari “questo piano non comporta riduzione di spesa, ma porterà ad aumentare la mobilità degli utenti. La soppressione o il forte ridimensionamento dei Servizi indebolirà definitivamente questo ospedale e pertanto viene a mancare la sicurezza per tutti gli operatori sanitari che devono prendersi cura dell'utenza".
"Ci si chiede - concludono i primari - per quale motivo devono esserci differenze così marcate tra ospedali spoke della stessa regione, con evidente disparità di valutazioni relativamente alla dotazione sia di strutture operative che di servizi. Siamo ovviamente disposti a qualsiasi confronto tecnico, nella convinzione che il dialogo e l'ascolto possano portare a riconsiderare una materia così delicata quale la salute dei cittadini e le risorse ad essa destinate".
18 marzo 2016
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