11 APR - Queste le risorse per ridisegnare l’intero sistema sanitario regionale. Tornando a L’Aquila, l’assessore anticipa che dopo il San Salvatore l’attenzione andrà alla medicina territoriale alla quale sarà dedicata una nuova struttura polifunzionale adiacente all’ospedale.
Intervistato all’indomani del terremoto, l’allora sottosegretario Fazio, aveva dichiarato che “paradossalmente ci si trova davanti a un’opportunità: quella di ripartire da zero per ridisegnare il sistema sanitario regionale”. Assessore Venturoni, a più di un anno dal sisma si sente di condividere quell’affermazione?
Sicuramente sì, soprattutto se riusciamo a utilizzare in maniera prioritaria i fondi ex art. 20 sull’edilizia sanitaria, come previsto dalla legge sul terremoto. Questo ci consentirebbe di costruire ex novo 5 ospedali rendendo più efficiente e con minori costi il servizio sanitario regionale. Abbiamo realtà territoriali vetuste – come quelle di Vasto, Lanciano, Sulmona,Avezzano e Giulianova – con costi di gestione elevati e a scarsa umanizzazione. Ristrutturarle soprattutto dopo i danni del terremoto, comporterebbe un impegno economico elevatissimo.
Secondo il crono programma per la ricostruzione presentato a novembre 2009 l’ospedale de L’Aquila avrebbe dovuto tornare ad essere operativo con piena funzionalità delle sale operatorie già agli inizi di febbraio 2010. Queste sono state aperte, ma non lavorano a pieno regime, mentre il dipartimento chirurgico partirà, forse, non prima della fine dell’anno. Alla luce di questo avete fissato nuove date di fine lavoro?
Su L’Aquila siamo intervenuti con estrema rapidità: a un mese dal sisma erano già disponibili per i cittadini 100 posti letto che sono stati ampliati subito dopo grazie a quelli dell’ospedale mobile del G8 e di una clinica privata. Agire in tempi strettissimi è stato un successo. Abbiamo riaperto le camere operatorie, un fiore all’occhiello dell’ospedale, tra le più belle d’Europa come ha costatato lo stesso ministro Fazio. Ora siamo entrati nella fase più importante di recupero totale della struttura che richiederà un grande sforzo finanziario. E per questo faremo affidamento sui fondi per l’edilizia sanitaria, 35 milioni di euro.
Ma dovendo utilizzare per L’Aquila le risorse già stanziate nell’accordo di programma ex art. 20 inevitabilmente penalizzerete gli altri interventi e progetti previsti da quell’accordo?
Mi spiego. Gli interventi previsti interessavano la reingegnerizzazione dei grandi ospedali abruzzesi e la ristrutturazione di strutture periferiche più piccole. Abbiamo invece concordato con il ministero della Salute che un’operazione di maquillage non avrebbe portato alcun beneficio a strutture che dovrebbero in realtà essere totalmente ricostruite in quanto non sono a norma anti sismica. Abbiamo quindi preferito destinare interamente i fondi a L’Aquila anziché utilizzarli per interventi che sarebbero stati solo parziali. Come concordato sempre con il Ministero, una volta terminato il recupero de L’Aquila e ridisegnata la rete ospedaliera, in linea con quanto previsto dal Patto della Salute, passeremo alla fase successiva di costruzione delle nuove strutture. Questo sarà possibile grazie al finanziamento dell’ex art. 20 sui quali l’Abruzzo ha una priorità, parliamo di 200 milioni di euro.
Non era più facile, e soprattutto immediato, servirsi dei 47 milioni di euro provenienti dal risarcimento dell’assicurazione nei confronti del San Salvatore che sono stati inglobati nel bilancio generale della Asl?
I soldi dell’assicurazione sono stati lasciati alla Asl di L’Aquila a salvaguardia della città e della ripresa delle attività gestionali della Asl stessa. Senza di questo anche l’ospedale sarebbe stato penalizzato.
La ristrutturazione della rete ospedaliera porterà dei cambiamenti per il San Salvatore, magari una riduzione dei posti letto?
Assolutamente no. I posti letto nella Regione saranno allineati alle indicazioni del Patto della Salute (ndr: 2.9 p.l. per gli acuti ogni mille abitanti, 0.2 per lungo degenza e 0.4 per la riabilitazione). Prevediamo di riconvertire i piccoli ospedali in strutture territoriali è lì che taglieremo i posti letto, quindi quelli del San Salvatore non saranno toccati.
Al di là dell’ospedale c’è un tessuto sanitario sfaldato – pensiamo alle farmacie, alla medicina di famiglia, alla specialistica territoriale – quale futuro dobbiamo immaginare per una piena ripresa dell’assistenza territoriale e con quali tempi?
Il nostro obiettivo è costruire una struttura adiacente al San Salvatore interamente dedicata all’attività territoriale e all’amministrazione. Per quanto riguarda le farmacie, che ricordo erano collocate essenzialmente nel centro storico, sono legate a doppio filo alla ricostruzione della città storica.
Alla luce dell’emergenza terremoto i ticket sanitari sono stati sospesi. Ora saranno reintrodotti?
È ora che si ritorni alla normalità, quindi dal 1° agosto saranno reintrodotti.
11 aprile 2011
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