19 OTT - Lettera aperta ai medici, veterinari, psicologi, biologi, farmacisti, chimici, sociologi, amministrativi, pedagogisti, fisici, avvocati, statistici, geologi, architetti e ingegneri della Fp Cgil.
Care compagne e cari compagni.
è ora di fermare gli obbiettivi di più liberalizzazioni e più privato in sanità contenuti nell' l'Agenda del Governo Monti di fine agosto, che si stanno concretizzando con la raffica di ulteriori tagli al servizio sanitario pubblico: in tre anni siamo arrivati a quasi 24 miliardi. E' ora di fermare i progetti sbagliati e pericolosi di Alesina e Giavazzi che in prima pagina sul Corriere della Sera propongono un servizio pubblico per i poveri, tagliando parte delle tasse ai ricchi che si potranno rivolgere al privato. Dobbiamo dire no a due sanità, una per i poveri e una per i ricchi. Così non va bene per l'universalità della tutela della salute e costa di più.
In Italia abbiamo ancora la più conveniente assicurazione sanitaria per tutti: il SSN. Spendiamo meno della media europea con indicatori di salute tra i migliori, dall'aspettativa di vita alle morti evitabili.
E non dobbiamo dimenticare che la sanità è il settore della PA che da tempo ha portato avanti una vera spending review, come certificato dalla stesa Corte dei Conti, e che meglio riesce ad offrire prestazioni e servizi a buon livello a costi contenuti: un ottimo rapporto costi-benefici.
Ma non basta fermare i tagli. Dobbiamo ridurre le diseguaglianze sempre maggiori tra Nord e Sud, eliminare le mani delle cattiva politica, degli sprechi, della corruzione e della criminalità organizzata e dare una risposta al precariato.
La spending review ci porta 18mila posti letto in meno negli ospedali e ci lascia senza risorse per potenziare l'alternativa territoriale, al di là della propaganda del Ministro Balduzzi sull'assistenza territoriale H24.
La legge di stabilità introduce nuovi tagli, prolunga il blocco dei contratti e delle convenzioni ed elimina perfino l'indennità di vacanza contrattuale fino a tutto il 2014. Siamo sempre di meno, con minori risorse e con grave disagio, a rispondere ai bisogni di salute dei cittadini.
Il decreto Balduzzi da la possibilità alle Regioni di trasferire in modo unilaterale ed arbitrario i dipendenti delle aziende sanitarie da una provincia all'altra; penalizza medici e cittadini spingendoli verso la libera professione nel privato; lascia la possibilità ai direttori generali nominati dalla politica di scegliere il direttore di struttura complessa nell'ambito di una terna; introduce il criterio del contenimento dei costi nella valutazione dei dirigenti medici e sanitari; mantiene la figura del medico di guardia medica; impedisce il passaggio alla dipendenza dei medici del 118; consente il rinnovo dei contratti dei precari, anche per la dirigenza, ma non avvia nessun percorso di stabilizzazione; consente ai dirigenti medici e sanitari di poter andare in pensione a 70 anni, a discrezione dell'azienda e impedendo nuove assunzioni.
Per questo vi chiediamo di venire in tanti in camice bianco a Roma sabato mattina 27 ottobre al corteo unitario che dalle 11 partirà da Piazza della Repubblica per arrivare al Colosseo, per far sentire la nostra voce insieme a quella dei cittadini, per il diritto alla cura, per il diritto a curare.
Massimo Cozza
Fp Cgil Medici nazionale
Lorena Splendori
Fp Cgil Stpa nazionale
19 ottobre 2012
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