16 MAG - Ecco “le pagelle” degli ospedali di Umbria, Marche e Abruzzo. Prosegue la nostra analisi del Programma nazionale esiti di Agenas e della Salute. Dopo aver fotografato gli esiti delle regioni del Nord e delle prime tre del Centro, in questa puntata abbiamo osservato le altre tre regioni del Centro Italia. Vai alle altre puntate.
Se dovessimo realizzare un fermo immagine sulle tre regioni protagoniste di questa quarta puntata, vedremmo in Umbria e nelle Marche tanti punti di luce con qualche sparuta zona d’ombra, mentre in Abruzzo i chiaro scuri emergerebbero in maniera più marcata.
In Umbria l’Azienda ospedaliera Città della Pieve, anche se con qualche incertezza statistica, brilla in appropriatezza ed efficacia nel trattamento dell’ictus, conquistando i più bassi tassi di mortalità a trenta giorni di tutte le strutture presenti nelle tre regioni sotto esame. E anche l’Ospedale S. M. della Stella di Orvieto offre le migliori perfomance nel trattamento delle Broncopneumopatie croniche, ma mostra crepe sulle tempistiche chirurgiche in caso di frattura del collo del femore. Ottimi outcome si fotografano nell’Azienda ospedaliera di Castiglione del Lago per il trattamento delle colecistectomie laparoscopiche con degenza post-operatoria entro 4 giorni, mentre calano pesanti ombre sul Presidio Ospedaliero Alto Chiascio a Gubbio. Comunque in questa regione nel cuore del centro Italia la forbice tra luci e ombre non è mai troppo ampia.
È eccellenza nelle Marche sul fronte degli infarti: possiamo fotografare esiti degni di menzione al Presidio Ospedaliero Lancisi di Ancona e al Mazzoni di Ascoli Piceno. Anzi la struttura di Ancona conquista le seconde migliori performance registrate in tutte le Regioni del Centro Italia (è surclassata solo da una struttura della Toscana). E sempre questa struttura brilla per gli infarti trattati con Ptca in tempi stretti conquistando i migliori outcome delle tre regioni sotto la lente, mentre al contrario il Mazzoni inciampa su questo esito. L’ospedale di Tolentino sfodera le migliori performance registrate nelle tre Regioni per quanto riguarda le colecistectomie laparoscopiche con degenza post-operatoria entro 4 giorni. Non solo, nelle Marche la chirurgia ortopedica funziona: otto strutture su dieci garantiscono esiti superi alla media nazionale nell’entrata in camera operatoria entro le 48 ore.
L’Abruzzo è, senza ombra di dubbio, la Regione delle contraddizioni: qui troviamo, per alcuni indicatori, i migliori esiti delle tre regioni protagoniste di questa quarta puntata, ma anche le peggiori performance. Questa regione segna un punto a suo favore sul trattamento dello scompenso cardiaco congestizio: ben tre strutture abruzzesi (la clinica Spatocco di Chieti, l’Ospedale Civile di Gissi, e la clinica Villa Speranza di Città S. Angelo) vantano i tassi di mortalità più bassi di tutto il Centro Italia (uniche concorrenti la Fondazione Cnr-Rt Monasterio di Pisa e la clinica Madonna delle Grazie di Velletri nel Lazio). Nel contempo però all’Ospedale G. Bernabeo di Ortona e al Presidio Ospedaliero Annunziata di Sulmona si segnalano i peggiori esiti rilevati nelle tre regioni del Centro sotto la lente.
Sempre l’Abruzzo è imbattibile sui by pass aortocoronarico: l’Ospedale Mazzini di Teramo conquista le migliori performance di tutto il Centro Italia, mentre il Presidio Ospedaliero SS Annunziata di Chieti è la migliore struttura delle tre regioni analizzate.
È invece allarme rosso per gli infarti: i tassi di mortalità dell’Ospedale Mazzini di Teramo insieme a quelli del S. Salvatore a L’Aquila sono i più alti tra tutti quelli analizzati.
Per non parlare dei parti cesarei, in Abruzzo lo scenario è decisamente a tinte fosche: in tre strutture meno di cinque pazienti su dieci partoriscono naturalmente.
Infine per dovere di cronaca segnaliamo di aver ricevuto dalla regione Abruzzo, un “appunto” in merito al Programma esiti. Ci scrivono dal Servizio flussi informativi della Direzione Politiche della Salute: “Analizzando i dati Agenas ci siamo accorti del fatto che alcune scelte di “filtro” risultano “confondenti” per il modello organizzativo scelto nella Asl di Teramo. Su sollecitazione del capo dipartimento Cuore e Vasi abbiamo provveduto a riesaminare i dati evidenziando qualche sensibile discordanza”.
Legenda
Per facilitare la lettura dell’amplissimo database dell’Agenas, Quotidiano sanità ha preso in considerazione solo nove indicatori relativi alle 31 prestazioni analizzate nel Programma nazionale esiti, selezionando in ogni Regione le prime cinque e le ultime cinque strutturecon le performance più o meno favorevoli.
Le diverse strutture sono state collocate, così come realizzato dagli epidemiologi dell’Agenas, in tre fasce: quella blu, i cui dati aggiustati (ossia quei dati per i quali sono state considerate le possibili disomogeneità tra le popolazioni come l’età, il genere, presenza di comorbità croniche, ecc) e “favorevoli”, sono statisticamente certi; quella rossa in cui dati aggiustati “sfavorevoli” non presentano margini di errore statistico; quella grigia dove invece c’è un rischio relativo di errore di un risultato (quello che i tecnici chiamano fattore “p”).
A cura di Luciano Fassari ed Ester Maragò
16 maggio 2012
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