Urologia. Ad Avezzano in funzione un nuovo laser
Il nuovo macchinario è entrato in funzione lunedì scorso con i primi interventi. ‘Vaporizza’ e rimuove i tessuti ingrossati della prostata senza taglio chirurgico. Ad Avezzano l’ipertrofia della ghiandola fa registrare ogni anno circa 360 interventi.
08 FEB - Il fascio di luce verde ‘vaporizza’ il tessuto ingrossato della prostata e lo rimuove senza taglio chirurgico, evitando sanguinamenti, riducendo le degenze (1-2 giorni anziché 4-5), rendendo più rapidi i tempi di recupero del paziente. Da lunedì scorso, nel reparto di urologia dell’ospedale di Avezzano, le parti della prostata colpite dall’ipertrofia (ingrossamento) vengono trattate col nuovo laser, da pochi giorni entrato in funzione.
Il macchinario, messo a disposizione dalla direzione Asl, rappresenta l’alternativa, in moltissimi casi, all’intervento chirurgico tradizionale (col bisturi) “ma è assai utile – spiega la Asl - soprattutto per alcuni tipi di pazienti. Si tratta, in particolare, di quelli anziani e di coloro che soffrono di patologie cardiovascolari o che assumono farmaci anticoagulanti, più esposti di altri alle conseguenze del sanguinamento causato dal taglio chirurgico”.
“Il nuovo macchinario - dichiara il manager della Asl 1, Rinaldo Tordera - rientra nel processo di modernizzazione intrapreso dall’azienda che, grazie alle nuove tecnologie, consente di innalzare lo standard delle prestazioni e di migliorare la qualità di vita del paziente. Un ulteriore investimento sull’ospedale di Avezzano che ha un ruolo importante per l’ampio bacino della Marsica”.
L’uso del laser a fascio verde (l’intervento dura una mezz’oretta) è quindi una risorsa importante a disposizione del reparto di urologia di Avezzano, in cui operano il dr. Massimo Calabrese e il dr. Pierluigi Leone, la cui attività fa capo al dr. Luigi Di Clemente, direttore del servizio della Asl 1.
La possibilità di evitare il taglio con bisturi consentirà di migliorare le prestazioni e di eliminare le complicanze post operatorie, con l’ulteriore vantaggio di una minore invasività dell’intervento rispetto a quello chirurgico tradizionale. “Inoltre – evidenzia ancora l’Azienda -, la riduzione della permanenza in reparto (durata dimezzata delle degenze) permette un migliore e più frequente utilizzo dei posti letto disponibili”.
In definitiva, le operazioni chirurgiche tradizionali sulla prostata, per asportare i frammenti interessati dall’ingrossamento, verranno limitate a quei casi in cui il ricorso al bisturi è davvero indispensabile.
Attualmente, per l’ipertrofia prostatica, il reparto dell’ospedale di Avezzano compie circa 360 interventi l’anno, alla media di una trentina al mese.
08 febbraio 2017
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