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Riparto fondo sanitario regionale. Verì fa chiarezza: “I Dg invitati a proporre soluzioni alternative” 

Il riparto per l’anno 2024 è allo stato attuale “ancora provvisorio e soggetto a ulteriori valutazioni” ha detto l’assessore e prima del riparto definitivo, i direttori generali vengono invitati a partecipare a specifiche riunioni per condividere i criteri e proporre eventuali soluzioni alternative

02 SET -

“In risposta alle recenti dichiarazioni riguardo alla ripartizione provvisoria del Fondo Sanitario Regionale tra le ASL ed, in particolare, con riferimento al presunto mancato finanziamento della ASL Lanciano Vasto Chieti, è opportuno precisare alcuni aspetti del processo di riparto applicato negli anni passati ed in quello in corso, tra le aziende sanitarie abruzzesi”.

Così l’assessore alla sanità Nicoletta Verì.

Il riparto per l’anno 2024, ha detto, è allo stato attuale “ancora provvisorio e soggetto a ulteriori valutazioni. Tale riparto segue, al momento, i criteri chiaramente definiti nella deliberazione regionale n. 976 del 2023, frutto di un percorso di affinamento annuale, a seguito di una costante e condivisa interlocuzione con i direttori generali delle quattro ASL regionali, tenendo in considerazione da un lato le specifiche esigenze di ciascuna realtà territoriale e dall’altro la necessità di garantire un equilibrio del sistema regionale”.

Il criterio prevalente adottato, specifica, resta quello della quota capitaria ponderata (al fine di tener conto della popolazione più giovane e più anziana), applicando gli stessi parametri e coefficienti utilizzati nel riparto del Fondo Sanitario Nazionale tra le regioni italiane. “A tale criterio – precisa – proprio per venire incontro ad alcune ASL che presentano una estensione territoriale maggiore rispetto alle altre, a livello regionale è stato aggiunto quello dell’estensione territoriale, riservando a detto criterio una quota del fondo regionale di 13 milioni di euro, distribuiti in proporzione al territorio provinciale come segue: 6,2 milioni di euro a L’Aquila, 3,2 milioni a Chieti, 1,4 milioni a Pescara e 2,4 milioni a Teramo. Queste somme si propongono di compensare i maggiori costi sostenuti per assicurare una distribuzione capillare dei punti di erogazione sanitaria sul territorio provinciale, e dunque, cercano di rispondere proprio alle richieste delle Aziende sanitarie”.


In merito, poi, alle cifre diffuse, rincara Verì, “si ritiene necessario sottolineare che esse, erroneamente, includono anche i fondi destinati a funzioni regionali svolte da alcune ASL a beneficio di tutte le altre, rendendo quindi la comparazione tra le diverse realtà parzialmente inesatta. Un esempio emblematico è il servizio di elisoccorso, il cui costo, pari a circa cinque milioni di euro, è gestito dalla ASL di Pescara per l’intera regione.

Pur non volendo alimentare polemiche, si ritiene importante evidenziare che ogni anno, e altrettanto accadrà quest’anno, prima del riparto definitivo, i direttori generali vengono invitati a partecipare a specifiche riunioni per condividere i criteri e proporre eventuali soluzioni alternative. Tali proposte, tuttavia, devono essere articolate ed applicabili e non limitarsi a richiedere maggiori risorse non specificamente giustificate per coprire eventuali inefficienze interne. Sono anche disponibile a un incontro con gli amministratori per analizzare le diverse situazioni – conclude – ad oggi, non abbiamo ricevuto alcuna proposta organica in tal senso, ma restiamo disponibili a un confronto costruttivo, mirato a garantire una distribuzione equa ed efficiente delle risorse sanitarie per il bene di tutti i cittadini abruzzesi”.



02 settembre 2024
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