Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Giovedì 02 MAGGIO 2024
Lettere al direttore
segui quotidianosanita.it

Se un infermiere arriva da un giudice…

di Graziano Lebiu

24 MAR - Gentile Direttore,
è nuovamente il turno di disquisizioni sulla professione infermieristica da parte del dr. Cavicchi, che ne ha sempre da dire contro tutti, fatto salvo il principio del dovere del dissenso…Ciò detto e rilevato che, a parte il solito “cerchietto fatato”, non si palesano fronti, questi sì, autorevoli e rocciosi a sostegno delle sue tesi (leggasi Slow Medicine su QS del 21 marzo), sono ancora una volta da confutare le sue deduzioni.
 
Se un infermiere arriva dal Giudice: vuol dire che l’infermiere stesso non è riuscito a governare la sua funzione.
 
Se un infermiere arriva dal Giudice: è quando il sistema di relazioni sindacali fallisce laddove poteva dare un senso ai ruoli e alle conseguenti prerogative.
 
Se un infermiere arriva dal Giudice: si registrano ben prima carenti o assenti azioni, disgiunte e/o in sinergia, tra molti degli attori della vita aziendale.
 
Se un infermiere arriva dal Giudice: non è certamente per la vigenza dell’articolo 49 del Codice Deontologico.
 
Se un infermiere arriva dal Giudice: è quasi certamente per la vigenza dell’art. 11 ex art. 28/1995 e dell’intero capo contrattuale Obblighi del Dipendente.
 
Se un infermiere arriva dal Giudice: è per il retaggio culturale nel quale si trova “costretto” o “adagiato”, a seconda dell’opportunità del momento.
 
Se un infermiere arriva dal Giudice: è perché certo sindacalismo, pur non potendo tutelare diritti soggettivi, scambia il fine con strumento.
 
Se un infermiere arriva dal Giudice: dov’era, quand’era e com’era la contrattazione integrativa e decentrata intesa quale momento più alto per dare le risposte di sistema e di processo che poi si attendono tramite sentenza e che si pretendono da altri prima ancora che dalle associazioni di categoria?
 
Se un infermiere arriva dal Giudice: quali effetti hanno sortito l’autorevolezza di un ragionamento sindacale e del conseguente punto di vista a tutela di posizioni che meritano di essere garantite piuttosto che restare indifese?
 
Se un infermiere arriva dal Giudice: su quali pilastri si fondano le sue disattese ambizioni di vedere riconosciuti diritti, superati privilegi, condivise pari opportunità, rispettate le sue ragioni se non il pieno riconoscimento sociale e funzionale del suo ruolo piuttosto che l’andazzo in auge e cristallizzato in asettiche deleghe e nelle conseguenti rilevazioni percentuali?
 
Se un infermiere arriva dal Giudice: il ricorrervi è spesso e/o solo e/o logica conseguenza di inadempimenti di letture parziali e miopi da parte chi dovrebbe rappresentare i contesti dove il lavoratore agisce;
 
Se un infermiere arriva dal Giudice: è anche perchè il Dr. Cavicchi e il cerchietto fatato non riescono ad invertirne la tendenza nemmeno se si impegnano allo spasimo con gli strumenti di cui dispongono;
 
Se un infermiere arriva dal Giudice: l’organizzazione del lavoro, la dotazione organica, progetti ed obiettivi, valorizzazione delle persone e riconoscimento del merito sono dote del governo di parte sindacale o istituzionale?

Se vi è una contraddizione nel ricorrere al Giudice quando anche chi poteva e doveva impedirlo o fungere da punto di riferimento sbraita solo ai quattro venti, è perfino per quella profonda, profondissima evidenza del riciclo delle conclusioni del dr. Cavicchi quando:
- assurge a verità indiscusse;
- parla di contesti che non conosce e che non possono essere quelli, strumentali e non disinteressati, di una minoranza di infermieri sindacalizzati in una direzione dissonante rispetto ad un’ampia parte della comunità professionale;
- argomenta con fare dannoso per tutta la professione e la collettività;
- coltiva l’inconsapevolezza di mass media e di personaggi allo sbaraglio, e di retrovia, che si vogliono fare belli senza sapere di cosa stanno parlando;
- cavalca dubbi e paure denigrando il sistema salute e il massimo organismo di rappresentanza professionale infermieristica anche provinciale che è patrimonio di tutto il paese e del territorio di riferimento.
 
Gli “schiavi”, purtroppo, appaiono essere solo coloro che, in minoranza, hanno sacrificato porzioni di autonomia intellettuale per farsi dettare dal Dr. Cavicchi tempi, modi e contenuti di un modo, pregiudiziale, di teorizzare il mondo.
 
La comunità infermieristica del Sulcis Iglesiente, sia ben chiaro, non è assoggettata a tali teorie.
 
Graziano Lebiu
Presidente Collegio IPASVI Carbonia Iglesias

24 marzo 2016
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lettere al direttore

lettere al direttore
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy