Treviso. Inaugurato nuovo blocco operatorio della Casa di Cura Giovanni XXIII di Monastier
Alla cerimonia presente anche il presidente della Regione Luca Zaia: “Nel Veneto il rapporto del sistema privato con il sistema pubblico è virtuoso ed equilibrato: dove non arriviamo noi, arrivano loro e viceversa, e a guadagnarci è il paziente”
05 GIU - È stato inaugurato questa mattina il nuovo blocco operatorio e la nuova area sterilizzazione della Casa di Cura Giovanni XXIII di Monastier (Treviso).
La struttura, che opera in regìme di convenzione pubblico-privato, ha 170 posti letto, dei quali 129 in convenzione, effettua oltre 10.000 ricoveri e eroga oltre 400 mila prestazioni sanitarie l’anno. Uno dei suoi fiori all’occhiello è l’area chirurgica (in particolare ortopedia protesica per la quale è al primo posto in Veneto e al quarto nazionale per numero di interventi) che, da oggi, può contare su un nuovo blocco operatorio, con una nuova, modernissima sala operatoria che si aggiunge alle tre già presenti. Complessivamente ora la Clinica dispone di 7 sale operatorie e risulta essere la prima privata-convenzionata del Veneto a provvedere direttamente alla sterilizzazione.
“Troppo spesso quando si vuol alzare polveroni politici, la sanità privata-convenzionata viene dipinta alla gente come un problema. Invece è tutto il contrario”, ha detto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. “Nel Veneto il rapporto con il sistema pubblico è virtuoso ed equilibrato: dove non arriviamo noi, arrivano loro e viceversa, e a guadagnarci è il paziente. Esempi virtuosi come Monastier, confrontati con quelli degli ospedali pubblici, attivano una sana competizione a chi fa meglio e, per certi versi, il privato costituisce anche un benchmark con cui confrontarsi giorno per giorno”.
“La qualità professionale e le tecnologie viste oggi qui – ha aggiunto il Governatore – sono la conferma della bontà della scelta strategica fatta in materia di sanità pubblico-privato in Veneto che è stata, e sarà anche nel nuovo Piano Socio Sanitario 2019-2023 che abbiamo appena varato, quella di valorizzare e far crescere il privato esistente anziché allargare troppo le maglie. Scelta vincente: il 12% di privato che opera in convenzione in Veneto è totalmente di elevata qualità. Il che – ha concluso – contribuisce anche ai 300 milioni l’anno di mobilità sanitaria extraregionale che tutta la sanità veneta, anche quella privata, sa attrarre con la qualità professionale e strutturale e con le alte tecnologie”.
05 giugno 2018
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