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Sicurezza sul lavoro. Cisl Veneto si mobilita: 300 delegati si incontrano a Roma    

Nel 2023 sono stati 101 gli infortuni mortali in Veneto (dati Cisl). Oltre il 2% su 1000 occupati ha denunciato una malattia professionale. Refosco (Cisl Veneto): “Dati in calo ma va evitato di “cristallizzare” una situazione non in grado di ridurre in misura significativa gli infortuni". Marj Pallaro (Fp Cisl Veneto): “Il Covid è stato determinante ma, in ambito socio-sanitario, anche l’età avanzata dei lavoratori contribuisce al numero di denunce”. I DATI

di Endrius Salvalaggio 
29 APR - Cisl Veneto si mobilita per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro in Veneto e lo fa in prima battuta dando luogo ad una vera e propria indagine sulla sicurezza in Veneto e poi con una mobilitazione di 300 delegati dal Veneto a Roma per l’Assemblea nazionale del 13 aprile scorso.

Partendo dall’indagine i dati riportano che 3 lavoratori su 100 denunciano infortuni, raddoppiano gli infortuni gravi rispetto ai mortali e crescono le malattie professionali. Per quanto riguarda gli infortuni mortali, i più colpiti sono gli stranieri dai 55-64enni ed i settori quelli delle costruzioni, trasporto, agricoltura e manifatturiero fra il veronese ed il veneziano.

“Dall’analisi dei dati, fa emergere un lento e progressivo calo degli infortuni in relazione al numero di occupati e questo ci fa capire che l’impegno messo in campo dal sindacato nei posti di lavoro può dare risultati importanti – ha spiegato in prima battuta Gianfranco Refosco, segretario generale di Cisl Veneto –. Pure l’aumento delle denunce di malattie professionali testimonia oltre a un aumento dei rischi, anche una crescita di consapevolezza di chi lavora, maturata anche con l’azione informativa sempre della figura del sindacato. In termini assoluti però, 101 infortuni mortali in Veneto nel 2023, mentre le malattie professionali su ogni 1.000 lavoratori che corrispondono ad un 2,1 per cento è un alto numero che rischia di “cristallizzare” una situazione non ancora in grado di ridurre in misura significativa di infortuni. Ciò significa che quanto fatto finora non è bastato. È il momento di cambiare passo e, in modo deciso, come si continua a chiedere con forza, per imprimere una reale e incisiva inversione dirotta che ancora non si vede”.

“Sul rilevante aumento degli infortuni nella sanità negli anni 2020-2022 evidentemente hanno pesato i casi Covid, a seguito della specifica norma di legge che in caso di contagio prevedeva il configurarsi di “infortunio” per i lavoratori del settore – ha sottolineato Marj Pallaro, segretaria generale di Fp (Federazione della Funzione pubblica) Cisl Veneto, in generale nell’ambito sociosanitario si soffre l’età media avanzata dei suoi addetti e la continua fatica fisica richiesta nell’attività di assistenza, aggravata da un appesantimento dei carichi di lavoro dovuto alla nota carenza di personale, da lungo tempo evidenziata. Questo comporta casi frequenti e in aumento di problemi muscolo-scheletrici che si traducono in infortunio”.

“La finalità di Cisl è chiedere al Parlamento di migliorare e rafforzare i contenuti della legge sulla sicurezza negli ambienti di lavoro che prevede, tra le novità più rilevanti, un rafforzamento e aggravamento del regime sanzionatorio in materia di tutela della salute e sicurezza del lavoro, ma soprattutto misure di prevenzione e di contrasto al lavoro irregolare, con l’assunzione di nuovi ispettori del lavoro e un nuovo sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi. Conclude Gianfranco Refosco, segretario generale di Cisl Veneto

Endrius Salvalaggio

29 aprile 2024
© Riproduzione riservata

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