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Flor e i sindacati della medicina generale allo scontro

Botta e risposta incandescenti il Direttore alla Sanità Luciano Flor, che accusa i medici di avere eseguito solo una piccola quota di tamponi, e i sindacati della medici di medicina generale Fimmg, Snami e Smi, che rimarcano: “Gli studi dei mmg non sono tamponifici ma rivolti alle cure dei pazienti. Piuttosto di svolgere conferenze stampa, la Regione ci si metta a dialogare i mmg”

di Endrius Salvalaggio
03 FEB - Insorgono i sindacati dei medici di medicina generale dopo le affermazioni del direttore generale della Sanità della Regione Veneto, Luciano Flor, rilasciate ad alcuni giornali all’indomani della nota di Snami e Smi sullo stato di agitazione e sulla minaccia di sciopero informatico previsto per il prossimo 16 febbraio. Il direttore aveva anzitutto contestato la protesta, sostenendo, come ripreso da alcune testate locali, che “è il momento di lavorare tutti. Non parlare male degli altri, del resto sul totale dei tamponi eseguiti in Veneto dall’inizio della pandemia, soltanto il 3% è stato fatto da mmg e pediatri di libera scelta e addirittura, di quest’ultimi, ben il 46% non ha nemmeno aderito all’attività vaccinale”.

Flor ha rimandato al mittente anche le lamentele sollevate sulla carenza di personale dichiarando che conti regionali alla mano, sono state assunti negli ultimi due anni oltre settemila sanitari, facendo intendere che la Regione del Veneto sta facendo uno sforzo enorme. Il Direttore della Sanità Veneta evidenziava ancora che i mmg, come disposto dalle ordinanze del governatore Zaia, “devono fare i tamponi, disporre isolamento e quarantena collaborando al tracciamento dei contatti, visitano a casa i pazienti Covid e che tutti questi adempimenti non sono un optional”.

Toni e parole che non sono andati giù ai sindacati. Non solo a Snami e Smi, protagoniste in quei giorni della protesta, ma anche alla Fimmg, che pure non aveva aderito allo sciopero. Le OO.SS. ribadiscono all’unanimità che la disponibilità nel contrasto alla pandemia non è mai stata messa in discussione in questi anni, tantomeno sull’attività di eseguire i tamponi e vaccini, ma sottolineano al al contempo al direttore della sanità veneta e alla politica regionale che il medico di medicina generale “non può essere emarginato al ruolo di ‘tamponatore’, il medico deve curare le persone. Questo compito fondamentale per il Servizio Sanitario Nazionale oggi può essere svolto solo in via residuale per il grave carico delle procedure contumaciali e di assistenza ai pazienti positivi a Covid-19”, dichiara Fimmg con propria nota.

Snami attacca sul fronte delle assunzioni sostenendo che quei oltre settemila nuovi assunti non sono riferiti alla medicina territoriale, ma agli ospedalieri; all'opposto “il territorio - si legge in una nota - è assolutamente sguarnito e non vi è organizzazione e investimento su questo fronte. Ci sono zone del Veneto senza medici di medicina generale, senza medici di continuità assistenziale. Invece di fare conferenze stampe, che la Regione si metta a parlare con i sindacati, sono due anni che chiediamo un confronto, mentre Flor ci invia solo ordini di servizi nuovi”.

Smi Veneto ricorda ancora una volta che il mmg non è un centro per tamponi, ma che devono curare tutte le altre patologie, a maggior ragione in un momento particolare come questo dove i pazienti non trovano risposte fra gli ospedali, già sotto pressione per il Covid. “I medici di famiglia hanno pagato un grande tributo di vite in questa pandemia, siamo stati in prima linea spesso senza DPI e tutele, per queste ragioni non siamo più disponibili a pagare le inefficienze del servizio sanitario regionale; né, tanto meno, siamo disposti a diventare vittime sacrificali di politiche sanitarie inefficaci. I medici chiedono di essere ascoltati per poter svolgere al meglio il loro ruolo per la salute dei cittadini”, sottolinea SMI Veneto.

Endrius Salvalaggio

03 febbraio 2022
© Riproduzione riservata

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