Gioco d'azzardo patologico. Regione presenta il Piano regionale “no slot” per la prevenzione e la cura
Presentato il “Piano operativo regionale per la prevenzione, il contrasto e la cura del gioco d’azzardo patologico”. Obiettivo: avviare la costruzione di un sistema regionale di intervento basato sulla sinergia di servizi sanitari, servizi sociali, volontariato ed associazioni per rispondere in maniera completa ai bisogni dei giocatori e delle loro famiglie
09 DIC - È stato presentato oggi, a Villa Umbra, nella sede della Scuola umbra di amministrazione pubblica, il “Piano operativo regionale per la prevenzione, il contrasto e la cura del gioco d’azzardo patologico” adottato dalla Giunta regionale dell’Umbria. L’obiettivo del prossimo periodo, verso il quale converge anche il corso di formazione organizzato dalla Scuola umbra di amministrazione pubblica, è quello di avviare la costruzione di un sistema regionale di intervento basato sulla sinergia di servizi sanitari, servizi sociali, volontariato ed associazioni per rispondere in maniera completa ai bisogni dei giocatori e delle loro famiglie.
“Oggi partiamo con la prima attività di attuazione della Legge sul contrasto alla ludopatia – ha dichiarato in apertura dei lavori l’assessore regionale alla Coesione sociale e al Welfare,
Luca Barberini – affermiamo con convinzione e coraggio che la nostra regione è una regione ‘No Slot’ che combatte per superare queste problematiche che stanno colpendo fette importanti della nostra popolazione. Questa attività è il frutto di un grande sforzo di collaborazione – ha proseguito Barberini - fra Regione, Aziende Sanitarie, prefetture, forze dell’ordine, enti locali ed il mondo delle scuole, per cercare di fornire strumenti necessari al superamento di questo grave fenomeno. Nella sostanza Umbria No Slot sta a significare che non vogliamo nascondere il problema, ma vogliamo trovare una soluzione di sostegno a quelle persone che vivono questa difficoltà”.
Durante la giornata è emerso come in Umbria le prevalenze del gioco d’azzardo nella popolazione generale (15-74enni) secondo la rilevazione IPSAD 2013-2014 sono assimilabili a quelle nazionali e la raccolta totale per giochi è stata di 1.036.000.000 euro. Si stima ci siano circa 10.000 umbri con un profilo di gioco problematico che dovrebbero essere raggiunti da iniziative di prevenzione o servizi di trattamento, e dalle ultime rilevazioni risulta un incremento degli utenti in trattamento, dal 2013 al 2014 nelle 4 Ex ASL Umbria, che vanno dal 18% al 110%.
Alla sessione introduttiva, coordinata da
Alberto Naticchioni, amministratore unico della Scuola, sono intervenuti i vice prefetto, di Perugia
Angelo Gallo Carrabba, e di Terni
Anna Busillo. Inoltre hanno preso la parola Gianni Giovannini, del Servizio regionale programmazione sociosanitaria dell'assistenza distrettuale e ospedaliera;
Mauro Croce, psicologo della Asl Omegna, esperto in patologie della dipendenza;
Alessandro Vestrelli, del Servizio regionale Programmazione e sviluppo della rete dei servizi sociali e integrazione socio-sanitaria;
Angela Bravi, della Sezione Salute mentale e dipendenze Regione Umbria;
Mauro Croce, psicologo della Asl Omegna, esperto in patologie della dipendenza.
“Il gioco d'azzardo problematico – sottolineano gli organizzatori - ha visto negli ultimi anni in Italia un’espansione travolgente, trasversale a tutte le fasce d’età e condizioni socioeconomiche, riconducibile a fattori molteplici tra cui la crescita dilagante di un'offerta estremamente differenziata di giochi legali, sostenuta da pervasive campagne pubblicitarie”. Ad oggi, è stato attivato, in forma sperimentale, il centro di riferimento regionale per il trattamento del gioco d'azzardo patologico; in tutte le Aziende sanitarie, inoltre, sono stati offerti punti di accoglienza per rispondere ai bisogni dei giocatori patologici.
Al seminario hanno partecipato inoltre vertici regionali e provinciali delle forze dell'ordine, Presidente del Tribunale, Associazione Antiusura, Abi, Sindaci, Assessori comunali competenti, Coordinatori sociali, Dirigenti competenti dei 12 Comuni Capofila dell'Umbria, Direttori generali, sanitari e amministrativi, Direttori dei Distretti, Responsabili dei dipartimenti delle dipendenze e salute mentale, Coordinatori sociali di Usl Umbria 1 e 2, servizi accreditati del privato sociale, Cesvol, esponenti delle associazioni di automutuoaiuto, delle associazioni di scopo, esponenti delle associazioni dei gestori, Ancescao e Sindacati.
09 dicembre 2015
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