Università di Perugia blocca assunzione specializzandi. Anaao: “PS a rischio chiusura per mancanza di personale”
L‘Ateneo, riferisce il sindacato, “motiva la decisione con la mancanza di criteri da parte dei Presidi Ospedalieri, dovuti a numeri inferiori di accessi in Pronto Soccorso rispetto alle grandi città ma ciò non ha impedito a Regioni come Molise e Basilicata di continuare ad assumere specializzandi anche negli ospedali non Universitari, grazie all’ Accordo Quadro, D.M. 10.12.2021”. Mentre in Umbria “rischiamo di chiudere servizi essenziali”.
24 LUG - “In Umbria, dall’anno scorso, l’Università di Perugia ha disposto, con un decisione legalmente discutibile ed unica in Italia, il blocco dell’assunzione degli specializzandi negli Ospedali ad eccezione di quelli universitari”. A denunciarlo è l’Anaao Assomed Umbria, che contesta l’impossibilità, nella Regione, di ricorrere a quanto previsto dal Decreto Calabria (legge n. 145 del 2018), che ha permesso ai specializzandi di lavorare, affiancati da un tutor, negli ospedali a partire dal 2°anno di corso di specializzazione. Una norma nata per dare risposte immediate alle grandi difficolta nell’assunzione di specialisti in varie branche: “Ciò ha permesso, in tutta Italia, agli Ospedali sede di DEA di I livello ( ospedali di media-grandi dimensioni) di poter mantenere la continuità assistenziale, attraverso l’assunzione, tramite concorso di specializzandi delle varie branche”, osserva l’Annao Assomed Umbria .
La decisione dell’Università di Perugia, invece, “esclude tutti i DEA di I livello della Regione Umbria, ad eccezione di Foligno, oltre a numerose branche specialistiche dell’Usl Umbria 1 e dell’ Usl Umbria 2” e questa decisione, “che ha tutt’oggi bloccato l’assunzione dei specializzandi nel concorso effettuato nei mesi di Ottobre- Novembre nella disciplina di Medicina D’Urgenza- Emergenza dall’Usl Umbria 1 e dell’ Usl Umbria 2, rende impossibile mantenere aperte le strutture sede di DEA di I livello ( Citta di Castello, Gubbio-Gualdo Tadino, Orvieto, Spoleto ) oltre i Pronto Soccorsi di Base per mancanza di personale medico ( attualmente il deficit è circa il 40 % dell’organigramma al completo, con punte anche del 50 % in alcuni Pronto Soccorsi cosi come rende difficile garantire l’assistenza anche in tutte le altre branche specialistiche coinvolte)”, spiega il sindacato.
L’Università, riferisce l’Anaao, “motiva tale decisione con la mancanza di criteri da parte dei Presidi Ospedalieri, dovuti a numeri inferiori di accessi in Pronto Soccorso rispetto alle grandi città ma ciò non ha impedito a Regioni come Molise e Basilicata di continuare ad assumere specializzandi anche negli ospedali non Universitari, garantendo che l’attività formativa rimanesse all’ Università. Questo avviene grazie all’ Accordo Quadro, D.M. 10.12.2021 che ribadisce che ‘In tutti i casi in cui la struttura operativa di cui al punto 3 non sia inserita nella rete formativa della sede della scuola di specializzazione cui è iscritto lo specializzandi possibile l’assunzione per un periodo non superiore a 18 mesi attraverso un progetto formativo individuale, da allegare al contratto di lavoro a tempo determinato, quale parte integrante del contratto stesso, attestante anche il grado di autonomia raggiunto dallo specializzando ai fini dello svolgimento dell’attività lavorativa’. La decisione invece dell’Università di Perugia di non rispettare il suddetto Accordo Quadro sta portando al blocco delle assunzioni dei specializzandi che già hanno ridotto i servizi e si rischia nel periodo estivo la chiusura di servizi essenziali come appunto quello dell’Emergenza-Urgenza”.
L’Anaao chiede di invertire subito la rotta: “E’ fondamentale quindi che l’ Università di Perugia o, in sua vece, il Ministero della Salute intervengano immediatamente per permettere l’assunzione degli specializzandi, come avviene in tutta Italia, comprese Regioni con un bacino d’utenza molto minore del nostro”.
24 luglio 2024
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