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Vaccini Covid. Smi: “Riaprire il  tavolo sull’accordo per gli over 80”

Per il sindacato, che non aveva firmato l’accordo regionale, la riapertura del tavolo negoziale è necessaria per integrare quanto già definito a livello regionale il 17 Febbraio, con le nuove modalità e condizioni indicate dal Protocollo Nazionale condiviso del 21 Febbraio. “Solo a questa condizione SMI Toscana è disposto ad apporre anche la sua firma all'Accordo regionale”. LA LETTERA DELLO SMI ALLA REGIONE

24 FEB - “Il Sindacato Medici Italiani, SMI,  nel corso del Comitato Regionale del 17 Febbraio u.s. ha chiaramente espresso la volontà  dei suoi medici di Medicina Generale di dare il pieno contributo di partecipazione alla campagna vaccinale per gli over 80, per dovere deontologico e civica sensibilità. Tuttavia non ha inteso condividere l'impostazione del sistema organizzativo presentato perché ritenuto farraginoso, burocratico ed inefficace per il raggiungimento dell'unico obiettivo valido, cioè la vaccinazione di massa, in tempi rapidi, dei pazienti di questa fascia di età, possibile modello per gli interventi vaccinali nelle fasce successive”. Tuttavia, alla luce del Protocollo di intesa approvato il 21 febbraio scorso tra Governo, Regioni e Province autonome e Organizzazioni sindacali, per lo Smi si rende necessaria la riapertura del tavolo negoziale regionale, allo scopo di “integrare quanto già definito a livello regionale il 17 Febbraio”, che lo Smi non aveva firmato, “con le nuove modalità e condizioni indicate dal Protocollo Nazionale condiviso del 21 Febbraio”. “Solo a questa condizione Smi Toscana è disposto ad apporre anche la sua firma all'Accordo regionale”, dichiara il segretario regionale dello Smi, Nicola Marini.

Lo Smi evidenzia, in particolare due contenuti del protocollo di intesa del 21 Febbraio: L’Art.3 che specifica: ‘laddove i profili organizzativi e logistici della vaccinazione Anti Covid 19 da effettuarsi da parte dei medici di medicina generale non consentissero la vaccinazione presso gli studi dei MMG, anche relativamente all'assenza del personale amministrativo ed infermieristico, è previsto l'intervento professionale dei medici di medicina generale presso i locali delle aziende sanitarie (centri vaccinali) a supporto o presso il domicilio del paziente, da regolarsi negli accordi regionali’; e l'Art. 4, ultimo comma, in cui si sancisce : "Il presente protocollo trova applicazione anche per il coinvolgimento nella campagna di vaccinazione nazionale anti Covid-19 dei professionisti appartenenti agli altri settori della medicina generale di cui al vigente ACN 23 marzo 2005 e smi, non già direttamente coinvolti nella campagna vaccinale”.

Secondo il Sindacato Medici Italiani “questo Protocollo, condiviso da  tutte  le Organizzazioni Sindacali, significa che anche i medici a quota oraria, di continuità assistenziale, emergenza sanitaria territoriale 118, medicina dei servizi, medicina  penitenziaria  devono essere assolutamente coinvolti ed utilizzati in questa campagna vaccinale e nelle fasce di età successive. Il segnale, nello spirito e nel contenuto, di queste nuove decisioni condivise ai massimi livelli della Sanità nazionale è inequivocabile ed è pienamente nel quadro di quanto previsto all'Art. 22 dell'Accordo regionale del 17 Febbraio che prevede appunto "accordi specifici stabiliti a livello nazionale", anche se riferiti a contenuti economici superiori”.

Da qui la richiesta alla Regione, in una lettera, per la riapertura del confronto.

24 febbraio 2021
© Riproduzione riservata

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