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SanitàdiTutti. Saccardi: “Reinventarsi, ripartire, innovare, accettare il cambiamento”

Circa 250 tra operatori amministratori locali e rappresentanti rappresentati del Consiglio dei cittadini hanno presentato i risultati di 11 tavoli tematici che si sono tenuti nelle scorse settimane a Firenze. Una giornata di lavoro voluta per tracciare un bilancio su quanto realizzato negli ultimi due anni e per trovare soluzioni alle criticità emerse

27 MAR - “Questi sono stati anni complicati, non è mai facile reinventarsi e ripartire, non è mai facile accettare il cambiamento. Ma ci sono state dedizione e competenza rara da parte dei professionisti. E ora possiamo vedere cosa ha funzionato bene e cosa invece deve ancora essere messo a punto”.
 
Con queste parole l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi ha aperto, nel Salone Brunelleschi dell’Istituto degli Innocenti, i lavori della terza edizione di SanitàdiTutti. Una giornata che, nei giorni scorsi, ha visto riuniti intorno a 11 tavoli di lavoro circa 250 persone tra operatori, amministratori locali e cittadini, per dibattere su 11 temi analizzati da ogni tavolo nei mesi passati.
 
“Abbiamo deciso di farlo qui, all’Istituto degli Innocenti –  ha sottolineato l’assessore –  perché per un fiorentino questo è un luogo speciale, dove si fa accoglienza da secoli e ancora oggi si accolgono le donne in difficoltà, punto di riferimento per i minori. Questa è la bellezza di Firenze. Lo stesso grande artista che costruì la cupola, simbolo del potere, costruì anche questo luogo per l’accoglienza degli ultimi. È la capacità di questa città di tenere insieme questi due aspetti. In questi anni – ha aggiunto – ho avuto il privilegio di scoprire la bellezza di questo assessorato. I problemi sono tanti, ma quando si riesce a risolvere anche un piccolo problema la soddisfazione è grande. In questi mesi dobbiamo lavorare intensamente sulle assunzioni di personale e sulla riduzione delle liste di attesa”.
 
La giornata di lavoro è stata quindi un’occasione per tracciare un bilancio su quanto, lanciato nella seconda edizione dell’evento nel 2017, è arrivato a meta. E capire così come è stata declinata la riforma, attuata alla fine del 2015, che ha ridisegnato i contorni del Ssr.
 
Una riforma importante che ha comportato una razionalizzazione delle Aziende sanitarie (sono passare da 12 a 3) affiancata da un’importante valorizzazione del territorio con l’obiettivo di raggiungere una piena integrazione socio sanitaria. È stato infatti deciso il potenziamento delle zone distretto, veri e propri gangli vitali del territorio, con poteri di programmazione sanitaria. Sono stati creati Dipartimenti delle professioni sanitarie, con l’attivazione dell’infermiere di famiglia, tra le prime esperienze realizzate in Italia e potenziate le case della salute.

Con un bilancio in continuo miglioramento: le case della salute dalle 52 del 2016 sono arrivate a 68 nel 2018. Mentre hanno migliorato le loro performance le Agenzie di continuità ospedale-territorio (Acot): dal 2016 al 2018 si è passati da circa 24mila casi all’anno di persone dimesse da ospedale o per le quali sono stati attivati percorsi di presa in carico domiciliare o residenziali, ai circa 30mila nel 2018 (circa 9mila sonno da annoverarsi nell’ambito delle cure intermedie) per un totale di circa 180mila giornate e circa 800 i posti letto a disposizione della popolazione.
Ma la riforma ha puntato anche sulla programmazione e sull’Hta. Fiore all’occhiello è il Fasciolo sanitario elettronico, la Toscana è stata infatti la prima regione ad avere emanato provvedimenti ad hoc. Grande attenzione è stata data anche alla ricerca: anche su questo fronte la Toscana è l’unica regione ad avere l’Uvar ufficio per valorizzazione degli esiti ricerca e una delle poche regioni ad avere una piattaforma informatizzata per la gestione degli studi clinici.
 
Tante quindi le frecce in faretra della Regione che punta ora all’approvazione in Consiglio del nuovo Piano sanitario e sociale integrato regionale 2018-2020. E anche se in questi anni non sono stati pochi i “mal di pancia”, il Ssr sembra aver metabolizzato i cambiamenti.
 
“Il ‘si è sempre fatto così’ è il nemico peggiore dell’innovazione – ha spiegato Saccardi – è necessario fare sempre la fatica di trovare nuove motivazioni, nuove declinazioni delle nostre attività. Abbiamo lavorato molto anche sul territorio, facendo integrazione socio sanitaria vera. È questo il senso del nuovo Piano sanitario e sociale integrato approdato in Consiglio”.
 
La terza edizione di Sanitàditutti ha visto protagonisti operatori del Ssr, amministratori locali e cittadini (in ognuno degli 11 tavoli tematici erano infatti presenti i rappresentati del Consiglio dei cittadini) che, in una sorta di Leopolda, hanno messo sul tappeto obiettivi raggiunti e criticità emerse con un confronto continuo con l’assessore Saccardi e con Monica Calamai, Direttore alle politiche per la tutela del diritto alla salute.
 
Ma vediamo quali sono state le indicazioni emerse dagli 11 tavoli tematici.
Il Tavolo 1 “Zona distretto: nuove caratteristiche e funzioni” (coordinatori: Riccardo Nocentini e Simone Naldoni) ha puntato i riflettori sulle necessità da un lato di aumentare la consapevolezza del nuovo ruolo delle zone distretto, ambiti territoriali dove si sta realizzando l’integrazione socio sanitaria cara alla regione, attraverso un investimento sulla formazione dei professionisti e degli operatori, e dall’altra di stringere una maggiore collaborazione con Federsanità Anci in modo da rendere più competenti gli amministratori dei comuni sulle loro funzioni in campo sanitario, socio sanitario e sociale.
 
Dal Tavolo 2 “Reti cliniche” (Coordinatore Maria Teresa Mechi) èemersa la scelta di potenziare ulteriormente le reti cliniche regionali. Su questo fronte la toscana si conferma regione capofila, è stata infatti nel 2018 una delibera 'Linee di indirizzo per le reti cliniche regionali' con la quale non solo viene aggiornato il modello per le reti tempo dipendenti ma viene definito un framework concettuale unico per tutte le reti cliniche regionali.
 
Dal Tavolo 3 “Liste di attesa: stato dell’arte e futuro” (coordinatore: Luca Lavazza) è arrivata l’indicazione a sviluppare l’appropriatezza delle richieste e la standardizzazione dei percorsi di cura per migliorare l’accessibilità alle prestazioni attraverso l’appropriatezza dei codici di priorità, la differenziazione delle prime visite dai controlli, la standardizzazione nei Pdta dei controlli per ogni patologia, la disponibilità in ogni ospedale di setting assistenziali (Day surgery – Chirurgia ambulatoriale) necessari per l’erogazione appropriata delle prestazioni chirurgiche e anche dell’organizzazione all’interno dell’ospedale e Ps di un ambulatorio h24 ad accesso diretto per i codici minori gestito dai Mg e dai medici della continuità assistenziale.
 
La Toscana ha fatto della multi professionalità il suo fiore all’occhiello. Lo dimostra la grande presenza e partecipazione degli infermieri e di tutte le professioni sanitarie. Il Tavolo 4 “Modelli organizzativi assistenziali delle professioni sanitarie” (coordinatori Paolo Zoppi e Laura Rasero) ha quindi suggerito di sostenere ancora di più l’omogeneità organizzativa per permettere la massima espressione delle competenze. E ha inoltre proposto la ridefinizione di un nomenclatore tariffario regionale delle prestazioni ambulatoriali/domiciliari che consideri le attività di tutte le professioni sanitarie.
 
Il Tavolo 5 “Integrazione e coordinamento delle cure tra ospedale e territorio” (coordinatori: Monica Marini, Marco Brintazzoli, Alessandro Bussotti) ha fatto il punto sulla costituzione delle Agenzie di continuità ospedale-territorio. Tra le tante proposte è emersa la necessità di migliorare ancora di più le cure intermedie domiciliari, la comunicazione e l’informatizzazione dei nodi della rete dei servizi e dei professionisti (Mmg, specialisti, professioni sanitarie) e di offrire maggiore informazione agli utenti sui diversi percorsi valorizzare il ruolo del Day Service.
 
Il Tavolo 6 “Produttività e motivazione del personale” (coordinatore: Dario Rosini) ha sottolineato una crescita del coinvolgimento del personale sempre più motivato ma ha anche evidenziato la   permanenza di un’iniquità percepita sulle risorse e sui carichi di lavoro. Oltre alla necessità impellente di alleggerire il personale da un eccessivo carico burocratico. Ed anche di accorciare la distanza tra i decisori e le esigenze dei servizi.
 
Bilancio positivo dal Tavolo 7 “Percorso socio sanitario per la non autosufficienza” (coordinatori Barbara Trambusti ePatrizia Castellucci) che aspetta ora l’approvazione definitiva del nuovo Piano socio sanitario.
 
Per quanto riguarda la “Rete pediatrica”, tema delTavolo 8 (coordinatore: Alberto Zanobini), prevista nella legge regionale al fine di realizzare la massima presa in carico dei piccoli pazienti e che vede il Meyer come sua punta di diamante, si mira a un accesso equo da parte di tutti i cittadini su tutto il territorio regionale attraverso lo strumento della telemedicina e dell’Hta.
 
Molta carne al fuoco nel Tavolo 9 “Corretto uso dei farmaci e dispositivi medici, appropriatezza delle cure” (coordinatori: Monica Piovi, Roberto Banfi). Obiettivi da raggiungere erano come riuscire a garantire attraverso l’appropriatezza un equilibrio tra la qualità delle cure e le risorse economiche. L’obiettivo dell’obbligatorietà di utilizzo farmaci equivalenti (almeno in ambito ospedaliero), anche attraverso un sistema di prescrizione automatico dei farmaci equivalenti per i Mmg come per i medici ospedalieri (continuità prescrittiva),è statocentrato tramite il progetto bandierine (Sud Est / Nord Ovest) e attraverso la sincronizzazione anagrafica di Sire 3 (prescrizione dematerializzata dei medici ospedalieri) alle gare Estar. In un’ottica di analisi dell’appropriatezza sono state sviluppate, in alcune aziende, esperienze di affiancamento del farmacista con i clinici sia in ambito ospedaliero che territoriale. Sono state inoltre emanate numerose linee guida e place terapy per diversi farmaci. Per quanto riguarda l’implementazione della la rete informatica ed informativa sono state effettuate alcune implementazioni (Sire 3-prescrizione dematerializzata), ma rimangono ancora dei percorsi da completare. Così come non è stata ancora effettuata una campagna promozionale rivolta ai cittadini sull’utilizzo dei farmaci equivalenti, mentre sono state realizzate diverse iniziative per gli operatori sanitari.
 
Se il futuro della sanità è l’Hta, la Toscana sta centrando il bersaglio. Come emerso dal Tavolo 10. “Sanità digitale” (coordinatore: Andrea Belardinelli) il Fasciolo sanitario elettronico è una realtà e la Toscana è stata la prima Regione ad avere emanato un regolamento ad hoc. Sono circa 406 milioni i dati fin ora raccolti.
 
Infine, dal Tavolo 11 “Promozione della ricerca e sperimentazione clinica nel Ssr” (coordinatori: Katia Belvedere e Andrea Paolini) è emersa una grande attenzione alla ricerca. Per quanto concerne l’attività delle Uvar dal 2009 al 2018 tra le attività più rilevanti figurano: 168 invention disclosures (invenzioni) valutate; 48 domande di brevetto depositate e 72 contratti di trasferimento tecnologico. Dal 2010 al 2019 sono stai finanziati 301 progetti di ricerca per un totale di 122 milioni di euro stanziati (10mln circa dalla Ue, 59mln circa dallo Stato e 53 mln dalla regione Toscana). Non solo, per quanto riguarda i bandi di ricerca nel 2018 ne sono stati presentati 233 (per 22,5mln di euro).

27 marzo 2019
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