Gioco d’azzardo. Neri (Anci Toscana): “Nella manovra non vedo sostanziali passi avanti”
La responsabile Anci in materia di gioco d'azzardo per la Toscana, Simona Neri, boccia le misure inserite nella manovra per il contrasto della ludopatia e sottolinea la necessità di una legge quadro nazionale citando come esempio la legge regionale toscana che prevede l'obbligo di formazione degli esercenti.
15 GEN -
Simona Neri, responsabile Anci in materia di gioco d’azzardo per la Toscana, nel momento in cui si sta limando la manovra finanziaria, accende i riflettori sul tema ludopatia: “Nella manovra - dichiara in una nota - non leggo sostanziali passi in avanti: le licenze sono state prorogate e la finanziaria prevede l’aumento del Preu (Prelievo erariale unico) per le apparecchiature da intrattenimento come slot machine e Vlt, una misura che ha come unica finalità quella di finanziare la manovra stessa e quindi totalmente neutrale rispetto al contrasto al gioco d'azzardo patologico.
Dal mio punto di vista - prosegue Neri - alcune misure importantissime sono invece rimaste 'sospese' all’interno dell’accordo raggiunto in Conferenza Unificata ormai dal settembre 2017. Occorre in ogni caso una
legge quadro nazionale che salvaguardi la potestà dei Sindaci in quanto massime autorità in materia di salute pubblica (con capacità di regolamentazione sulla distribuzione spaziale delle licenze, sull’individuazione dei luoghi sensibili e sulle fasce orarie di apertura) ma occorre anche aggiornare gli apparecchi da gioco, di tutto il settore dell’automatico. In che modo? Intanto collegando al sistema da remoto anche le AWP (new slot), aumentando il tempo minimo di partita, diminuendo l’importo della giocata ed introducendo l’attivazione dell’apparecchio tramite una tessera sanitaria o di riconoscimento. Questa misura apporterebbe molteplici benefici: monitorare le abitudini di gioco degli utenti al fine di approfondire le cause dello sviluppo della patologia, controllare l’accesso ai minori, verificare i flussi finanziari per intercettare episodi di riciclaggio o connessi ad organizzazioni criminali.
Occorre una
maggiore armonizzazione fiscale, nonostante la grande differenza dello stesso Preu presente nei giochi d’azzardo bisogna prevedere un riequilibrio dei prelievi fiscali e una maggiore armonizzazione anche sulle percentuali previste per la filiera e per il payout per i giocatori. Inoltre, dall’esperienza maturata nei nostri consigli comunali è nata in Anci Toscana anche la proposta di modifica della LR 57/2013, per aggiornarne i contenuti e potenziarne gli effetti, sempre in linea con la volontà di contemperare al meglio gli interessi in campo. La LR 4/2018 ha ad esempio introdotto un obbligo formativo nei confronti dei gestori e degli esercenti del gioco.
L’obbligo di formazione, in questo senso, dovrebbe essere inserito in una legge nazionale”.
Il 16 gennaio si riunirà per la prima volta il tavolo nazionale Anci sulle ludopatie: “E' decisamente un bel passo in avanti. Di fronte alla patologia da gioco d'azzardo il Comune non basta, serve una forte collaborazione tra Asl, Forze dell'Ordine, mondo dell'associazionismo. Tutto questo si inserisce all'interno di un quadro legislativo che demanda la regolamentazione alle Regioni e che di conseguenza risulta caratterizzato da una differenziazione piuttosto spinta. In assenza di una Legge quadro nazionale a cui anche le Questure possano riferirsi per il rilascio delle autorizzazioni, i Comuni sono lasciati spesso soli a dover gestire le conseguenze del 'gioco lecito' in Italia - prosegue - senza aver capacità di controllo della distribuzione territoriale degli apparecchi da gioco (se non per gli effetti delle Leggi Regionali che lo consentano) nè sugli orari di apertura degli stessi esercizi.
Il Coordinamento Nazionale ci consentirà di portare il nostro contributo - conclude Simona Neri - mettendo a disposizione l'esperienze e le attività svolte all'interno delle Anci regionali per condividere le buone pratiche degli Enti Locali, collaborare per l'individuazione di regole nazionali che possano riordinare il comparto nella consapevolezza che l'autonomia locale dei Sindaci, primi responsabili della salute pubblica, debba essere salvaguardata e potenziata, nella massima collaborazione con Forze dell'Ordine, Commissione Parlamentare Antimafia e Terzo Settore per condividere misure di contrasto all'illegalità”.
15 gennaio 2019
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