Rossi (Toscana): “Serve umanità: la sanità non può essere solo razionalità”
Il presidente della Toscana è intervenuto in occasione della presentazione di un libro che racconta gli ultimi giorni di vita di Federica, una ragazza di 18 anni affetta da leucemia. “In questi anni abbiamo migliorato le prestazioni, ma è compito di tutti, ed in primo luogo degli operatori della sanità, introdurre nel sistema valori e principi generali che non siano soltanto freddi anche se importanti risultati”.
18 OTT - “La sanità non può affidarsi soltanto alla razionalità, al raggiungimento degli obiettivi, ad una logica esclusivamente strumentale, ma per ‘salvarsi l’anima’ il servizio sanitario deve affidarsi anche all’umanità nel rapporto con il paziente”. E’ con queste parole che il presidente della Regione Toscana,
Enrico Rossi, ha presentato in palazzo Sacrati Strozzi il libro d
i Valentina Settimelli,
“Storia di noi”, che racconta gli ultimi giorni di vita di Federica, una ragazza di diciotto anni affetta da una leucemia che non perdona e che contiene una prefazione proprio di Rossi.
“In questi anni – ha detto il governatore toscano – abbiamo migliorato le prestazioni del servizio sanitario regionale, tanto che per il quarto anno consecutivo siamo la migliore regione italiana per livelli essenziali di assistenza. Eppure è compito di tutti, ed in primo luogo degli operatori della sanità, introdurre nel sistema valori e principi generali che non siano soltanto freddi anche se importanti risultati”.
Il presidente si è poi detto convinto che “il sistema sanitario pubblico è eticamente superiore, perché si pone soltanto l’obiettivo di curare e non di produrre profitti, perché non lascia che prevalgano visioni economicistiche e di mera misurazione delle prestazioni, perché la malattia vera della sanità si insinua quando si pensa al profitto”.
“Il libro di Valentina Settimelli – ha concluso Enrico Rossi – che nasce dalla sua esperienza di psicologa al Meyer, ci fa riflettere sul significato profondo del lavoro degli operatori sanitari. Il libro dà un contributo importante in direzione di una sanità capace di mettere al centro il paziente come un essere umano e ci fa riflettere sulla grande differenza tra il curare e il prendersi cura”.
18 ottobre 2017
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