Piombino. Il giorno dopo la scarcerazione dell’infermiera. Il marito: “Diremo la nostra verità”. Il procuratore: “Non smetteremo di fare indagini”
"Al momento opportuno parleremo, diremo tutta la nostra verità. Mia moglie è innocente". Così oggi Renato Di Biagio, il marito dell'infermiera accusata dell'omicidio di 13 persone ricoverate presso l'Unità di Anestesia e Rianimazione dell'ospedale di Piombino è intervenuto a Sky Tg24 dopo la scarcerazione della donna. Per il Procuratore capo di Livorno, Ettore Squillace Greco: "La decisione del tribunale rientra nella fisiologia del procedimento".
21 APR -
Fausta Bonino, ha lasciato ieri l'istituto don Bosco di Pisa dopo la decisione del Tribunale del riesame di Firenze di annullare l'ordinanza d'arresto. La donna, che resta comunque indagata, era in carcere dallo scorso 31 marzo con l'accusa di omicidio volontario continuato nei confronti di 13 pazienti tutti ricoverati, a vario titolo e per diverse patologie, presso l’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale civile di Piombino.
Dopo 21 giorni trascorsi in cella, l'infermiera di 56 anni, appresa la decisione del Tribunale, ha chiamato il marito che ha mandato uno dei figli a prenderla. Dai primi risultati di una perizia ematologica, secondo la sua legale,
Cesarina Barghini, emergerebbe che non tutti i 13 decessi al centro delle indagini dei carabinieri del Nas, registrati tra il 2014 e il 2015 nel reparto, sarebbero dovuti a 'bombe' di eparina. Bonino, dal carcere, aveva sin da subito respinto tutte le accuse a suo carico: "Giuro sui miei figli: sono innocente". Tra le possibili cause di scarcerazione, come riportato dal
Corriere della Sera, anche la scoperta, da parte di Barghini, di quel vulnus riguardante l’intercettazione trascritta male dagli inquirenti ("Paola mi raccomando te non devi dire nulla..."), con un clamoroso scambio di voce, perché la frase non era di Fausta Bonino ma di un’altra infermiera. Il possibile pericolo d’inquinamento delle prove, dunque, è svanito in un lampo.
Nella giornata di oggi è intervenuto sulla vicenda anche il marito della donna,
Renato Di Biagio, dichiarando a
Sky Tg24: "Lasciateci tranquilli, basta. Fausta sta bene, ora che è a casa sta bene. Al momento opportuno - ha aggiunto - parleremo, diremo tutta la nostra verità, ma in questo momento abbiamo bisogno di tranquillità, se siete persone civili ve ne potete rendere conto da soli. Sono - ha proseguito - una persona molto paziente, forse non vi rendete conto di cosa sta succedendo. Abbiate la cortesia e il buon gusto da persone civili di andarvene, altrimenti chiamo i carabinieri. Non è concepibile una situazione di questo genere. Volete sapere come sta mia moglie? È stressata da voi che siete qui intorno. Mia moglie non vi dirà niente, non ha niente da dire, quello che c'è da dire ve lo dico io: mia moglie è innocente".
Sempre oggi, nel corso di una conferenza stampa, l'assessore alle salute,
Stefania Saccardi, ha dichiarato: "Naturalmente le indagini su eventuali colpevoli non spettano all’azienda sanitaria, ma spettano alla Magistratura che ha gli strumenti per farlo . Noi dobbiamo occuparci dell’organizzazione del sistema, dobbiamo occuparci di dare sicurezza ai pazienti e di garantire a tutti i pazienti la possibilità di essere curati in modo corretto, in qualunque parte della nostra regione, compreso l’ospedale di Piombino. Come regione noi andremo avanti coi provvedimenti che abbiamo adottato, cioè con l’affiancamento dei professionisti, con una nuova organizzazione del rischio clinico, con un’assistenza psicologica con tutti coloro che lavorano nel reparto e con i provvedimenti che abbiamo previsto in ordine alle competenze che abbiamo previsto nei gruppi che lavorano negli ospedali più periferici presso gli ospedali più vasti – ha sottolineato Saccardi- Queste sono le misure che abbiamo adottato e che non cambiano alla luce dei provvedimenti della magistratura, l’infermiera sotto inchiesta è sospesa attualmente dal servizio. E valuteremo anche alla luce della lettura del provvedimento, perché io ho letto solo la notizia di ieri sera, le misure e i provvedimenti da adottare nel rispetto delle procedure di legge".
Quanto alla possibilità di rivedere Fausta Bonino nuovamente in corsia all’ospedale di Piombino, l’assessore ha spiegato: "In reparto mi sembra difficile rivederla, sia per la serenità della persona indagata che per la serenità del sistema. La signora Bonino presentò ricorso al Tribunale del lavoro contro il provvedimento che la spostava, a ottobre scorso, dal reparto di terapia intensiva e la collocava presso degli ambulatori dove svolgeva un compito e non aveva accesso così all’utilizzo di medicinali. Vedremo il giudice del lavoro come valuterà i fatti, l’esame è diverso da quello della Magistratura penale. Il giudice del lavoro ha un approccio diverso, deve valutare la legittimità di un provvedimento di spostamento, non la colpevolezza della dottoressa Bonino".
Ricordiamo che solo due giorni fa erano stati comunicati i
primi risultati della commissione di indagine costituita ddalla stesa Saccardi
e affidata a
Riccardo Tartaglia, responsabile regionale del settore Rischio clinico, e ad altri professionisti, per analizzare quanto avvenuto all'ospedale di Piombino. "L'indagine - spiegava Saccardi - ha evidenziato che in tutti i casi esaminati si trattava di pazienti che avevano bisogno di monitoraggio e/o cura in area critica, ma non erano pazienti ‘terminali'. Purtroppo la verosimile somministrazione abnorme di eparina ha provocato la morte di 12 dei 14 pazienti considerati, mediante un meccanismo diretto, cioè una emorragia acuta intrattabile oppure indiretto (cioè con conseguenze fisiopatologiche dell'anemia acuta in soggetti fragili). Un paziente è sopravvissuto e in un altro caso il decesso non è stato conseguente a problemi di coagulazione".
Intanto il Procuratore capo di Livorno
Ettore Squillace Greco, a seguito della scarcerazione di Bonino, fa sapere che le indagini proseguiranno a 360°: "Non abbiamo mai smesso di svolgere le indagini su questa vicenda e non lo faremo ora che è intervenuta la decisione del tribunale. La decisione del tribunale rientra nella fisiologia del procedimento, a maggior ragione in un caso come questo che è un procedimento indiziario".
21 aprile 2016
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