Sostenere i nati prematuri: accordo bipartisan
Presentato oggi al Senato uno studio sulla situazione in Europa. Tomassini e Bosone testimoniano l’impegno di tutte le forze politiche per azioni di sostegno ai prematuri e alle loro famiglie. “La legge sulla PMA – denuncia però Alessandra Mussolini – è una cattiva legge, troppo influenzata da ragioni politiche, e sta facendo crescere i casi di nascite premature e di parti plurigemellari”.
20 LUG - In Italia il 6,5% dei bambini nasce prima del termine, con tutte le difficoltà che questo può comportare al momento del parto e per la loro vita futura.
La realtà italiana, pur migliorabile, è comunque tra le più avanzate in Europa, dove il numero dei nati prematuri sale in media al 10%, come ha ricordato
Antonio Tomassini aprendo l’incontro organizzato oggi al Senato dall’associazione
Vivere onlus e sostenuto da
Abott. “L’Italia – ha detto Tomassini – è al primo posto nel mondo riguardo alla sicurezza del parto ed è tra i primi tre Paesi in merito alla sicurezza dei nati prematuri”. E per sostenere ancora di più questi bambini e i loro genitori sono in discussione in Parlamento due disegni di legge “bipartisan”. “Il congedo di maternità e la tutela economica dei genitori di bambini prematuri – ha detto
Daniele Bosone – sono aspetti la cui garanzia è vitale affinché le famiglie possano affrontare in piena autonomia e con efficacia la questione della prematurità”.
Più polemico l’intervento di
Alessandra Mussolini che si è detta preoccupata dall’aumento delle nascite pretermine e dei parti plurigemellari, che ha tra le cause “la cattiva legge sulla PMA, troppo influenzata da ragioni politiche”. E ha legato anche il tema in discussione alla riforma delle pensioni: “Mettere al mondo un figlio è un compito gravoso, per ogni figlio le donne dovrebbero avere un anno calcolato in più, e due se è nato prematuro”.
L’incontro di oggi è stata l’occasione per presentare Troppo poco, troppo tardi?, una ricerca condotta in 13 Paesi europei (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna e Svezia) per fotografare la situazione esistente in merito ai prematuri. “L’Unione europea – ha ricordato Rossana Boldi, presidente della Commissione del Senato per le Politiche europee – non ha potere di intervento sulle tematiche sanitarie, ma può esprimere linee di indirizzo e sarebbe importante che anche sui prematuri si esprimesse”.
Per offrire elementi scientifici certi si è creato un Advisory Board, che si ripromesso di elaborare entro dicembre prossimo una Carta dei diritti del prematuro. Il gruppo di esperti è composto attualmente da Francesco Macagno, Paolo Giliberti, Mario Merialdi e Martina Bruscagni.
20 luglio 2010
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