Covid. Gimbe: “Contagi in picchiata e calo importante di ricoveri e decessi. Ma la promessa ‘invasione’ di vaccini non s’è vista”
Nella settimana 12-18 maggio forte riduzione di nuovi casi (-30,9%) e decessi (-21,3%) oltre a un’ulteriore allentamento della pressione sugli ospedali. Gli effetti della campagna vaccinale, che subentrano gradualmente a quelli delle restrizioni, stanno assorbendo l’impatto delle riaperture graduali sulla curva epidemiologica. Ma sembra sfumare anche la ventilata “invasione” di vaccini: per giugno sono attese circa 25 milioni di dosi, ovvero circa 13 milioni di dosi in meno rispetto ai 62 previsti dal Piano vaccinale. LE TABELLE
20 MAG - Il monitoraggio della Fondazione GIMBE registra questa settimana una vera e propria “picchiata” della curva dei nuovi casi che presentano un decremento di oltre il 30% rispetto alla settimana precedente.
Ma non solo, a scendere in modo significativo sono anche tutti gli altri indicatori. Questi dati della settimana 12-18 maggio 2021, rispetto alla precedente: diminuzione di nuovi casi (43.795 vs 63.409) e decessi (1.215 vs 1.544); in calo anche i casi attualmente positivi (315.308 vs 363.859), le persone in isolamento domiciliare (302.080 vs 346.866), i ricoveri con sintomi (11.539 vs 14.937) e le terapie intensive (1.689 vs 2.056).
In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
• Decessi: 1.215 (-21,3%)
• Terapia intensiva: -367 (-17,9%)
• Ricoverati con sintomi: -3.398 (-22,7%)
• Isolamento domiciliare: -44.786 (-12,9%)
• Nuovi casi: 43.795 (-30,9%)
• Casi attualmente positivi: -48.551 (-13,3%)
“Continua la riduzione dei nuovi casi settimanali – dichiara
Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – che dimostra come gli effetti ottenuti grazie a 6 settimane di restrizioni stiano lasciando gradualmente il posto ai primi risultati della campagna vaccinale. Si rileva tuttavia una riduzione dei tamponi (-15% di persone testate rispetto alla settimana precedente), segno di un allentamento dell’attività di testing”. Tutte le Regioni confermano un trend in riduzione.
“Ancor più netta – afferma
Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – la riduzione della pressione ospedaliera che riflette l’effetto dei vaccini sulle categorie più a rischio”. Tutte le Regioni rimangono sotto le soglie di allerta sia per l’area medica che per le terapie intensive, con una media nazionale al 19% per entrambe.
In dettaglio:
• Area medica: dal picco raggiunto il 6 aprile (n. 29.337) i posti letto occupati sono 11.539, con una riduzione del 60,7% in 6 settimane.
• Terapia intensiva: dal picco raggiunto il 6 aprile (n. 3.743) rimangono occupati 1.689 posti letto, con una riduzione del 54,9% in 6 settimane; (figura 3).
“Gli ingressi in terapia intensiva – spiega
Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – sono in linea con la riduzione progressiva dei posti letto occupati: la media mobile a 7 giorni questa settimana scende a 78 ingressi/die” (figura 4).
Vaccini: forniture. Al 19 maggio (aggiornamento ore 10:29) risultano consegnate 30.132.960 dosi, il 39,5% di quelle previste per il 1° semestre 2021.
In dettaglio:
“Ad oggi le Regioni – spiega Cartabellotta – hanno somministrato quasi tutte le dosi consegnate (94,2%). Questo significa che, senza un aumento consistente e regolare delle consegne, è impossibile accelerare la campagna vaccinale”.
Infatti, fatta eccezione per l’exploit della settimana 26 aprile-2 maggio (n. 4.911.630 dosi), da metà aprile il numero di consegne settimanali si è attestato tra 2,57 e 2,71 milioni.
E per Gimbe sembra sfumare anche la ventilata “invasione” di vaccini: infatti – si legge nel report - tra consegne annunciate dal Generale Figliuolo per maggio e dal Ministro Speranza per giugno, sono attese circa 25 milioni di dosi, ovvero il consuntivo del 2° trimestre chiuderà con circa 13 milioni di dosi in meno rispetto ai 62 previsti dal Piano vaccinale.
“Con queste stime – precisa Gili – è impossibile ampliare a dismisura la platea delle prime somministrazioni, visto che un numero rilevante di dosi, in particolare di AstraZeneca, servirà per i richiami”.
Vaccini: somministrazioni. Al 19 maggio (aggiornamento ore 10:29), il 32,9% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 19.614.396) e il 15,2% ha completato il ciclo vaccinale (n. 9.049.348), con importanti differenze regionali. Si registra un lieve aumento delle somministrazioni settimanali (+2,9%), nettamente inferiore rispetto alle settimane precedenti, con una media mobile a 7 giorni che si attesta intorno a 481 mila somministrazioni al giorno.
Vaccini: copertura delle categorie prioritarie. Il 74,6% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con Veneto, Lombardia, Provincia autonoma di Trento e Puglia che superano l’80%. Nelle fasce over 80 e 70-79 anni si registrano ancora notevoli differenze regionali, e la fascia 60-69, a rischio elevato di ospedalizzazione, rimane ancora indietro.
In dettaglio:
• Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 3.565.404 (80,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 470.826 (10,7%) hanno ricevuto solo la prima dose.
• Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 1.487.355 (24,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e 3.203.884 (53,7%) hanno ricevuto solo la prima dose.
• Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 1.210.285 (16,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e 3.308.843 (44,9%) hanno ricevuto solo la prima dose.
• Soggetti fragili e loro caregiver: a questa categoria sono state somministrate 5.819.432 dosi.
“Guardando l’altra faccia della medaglia dunque – precisa Cartabellotta – oltre 4,5 milioni di persone ad elevato rischio di ospedalizzazione e morte sono ancora senza alcuna protezione vaccinale, riducendo la sicurezza delle riaperture, seppur graduali”. Infatti, se solo l’8,7% degli over 80 (n. 383.473) non ha ricevuto neppure una dose, la percentuale sale al 21,4% nella fascia 70-79 (n. 1.277.134) e al 38,6% per quella 60-69 anni (n. 2.845.236).
“Seguendo i trend delle coperture vaccinali – spiega Gili – se per gli over 80 la frenata è iniziata quando le percentuali avevano superato l’80%, per la fascia 70-79 anni i segnali di rallentamento sono più precoci e per quella 60-69 le coperture salgono più lentamente”.
Questo, secondo Gimbe, dimostra che “una vaccinazione di massa non può affidarsi solo alla prenotazione volontaria”, ma deve essere integrata con altre strategie: dalla chiamata attiva al colloquio individuale per superare l’esitazione vaccinale; da campagne d’informazione con il coinvolgimento di influencer alla cosiddetta “spinta gentile” (nudge).
Ad esempio, spiega Cartabellotta “man mano che a tutti viene concessa l’opportunità di ricevere il vaccino, nel green pass questo dovrebbe offrire vantaggi maggiori rispetto all’esito di un tampone”.
“Ad oggi – conclude Cartabellotta – la strategia del “rischio ragionato” sembra funzionare: agli effetti delle restrizioni stanno gradualmente subentrando quelli dei vaccini, “assorbendo” l’impatto delle riaperture graduali sulla curva epidemiologica. Tuttavia, in questa fase della campagna vaccinale non bisogna limitarsi a rincorrere i numeri con l’obiettivo primario di non lasciare “dosi in frigo”, ma è prioritario vaccinare rapidamente il maggior numero possibile di over 60 e fragili. Solo questa strategia potrà minimizzare l’impatto ospedaliero della ripresa della circolazione del virus, visto che il testing & tracing, già abbandonato da tempo, viene di fatto anche “scoraggiato” dal nuovo sistema per assegnare i colori alle Regioni. Un sistema fortemente condizionato dall’incidenza dei casi che, senza definire alcuna soglia minima di testing, ripropone quanto già visto nella primavera 2020: ovvero, meno tamponi, meno casi”.
20 maggio 2021
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