Giovani e pandemia: alta la fiducia in decisori politici, medici e scienziati ma il 78% chiede comunicazione più chiara
Dopo aver formato 12mila studenti di 63 scuole superiori in 7 regioni italiane e coinvolto 8 associazioni di pazienti, Fattore J, promosso da Fondazione Mondo Digitale con Janssen Italia e il patrocinio dell’ISS, lancia una nuova sfida per accrescere la fiducia nella scienza a partire dalle nuove generazioni. Sileri: “Èpartendo dalla corretta conoscenza che si rimuovono gli ostacoli della paura e si vincono quelle resistenze verso tematiche apparentemente lontane come la gestione di malattie e la loro cura”
18 MAG - È alta la fiducia dei giovani nei decisori politici, negli scienziati e nei medici, nonostante abbiano manifestato una certa insoddisfazione per la gestione comunicativa dell’emergenza sanitaria, percepita come confusionaria. Proprio per questo, il 78% dei ragazzi vorrebbe maggiore chiarezza e più capacità di ascolto. Per superare l'emergenza sanitaria i giovani considerano prioritario il ruolo della ricerca per nuovi vaccini e farmaci (81%), seguito dalla gestione equilibrata dei decisori politici (53%) e da una corretta comunicazione (30%).
Sono alcuni dei dati emersi dalla Ricerca sulla fiducia dei giovani nella scienza, condotta dalla
Fondazione Mondo Digitale con il supporto del Dipartimento di Economia politica e statistica della
Università degli Studi di Siena. I risultati della ricerca che ha coinvolto 4mila studenti tra i 14 e i 19 anni sono stati presentati dal direttore scientifico
Alfonso Molina e discussi con gli esperti dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, partner scientifico del progetto
Fattore J, promosso dalla
Fondazione Mondo Digitale con la collaborazione di
Janssen Italia e il patrocinio dell’
Istituto Superiore di Sanità.
"Nel corso della pandemia, i giovani hanno modificato i propri comportamenti basandosi soprattutto sulle linee guida ufficiali, seguite dai suggerimenti dei familiari e dalle opinioni di esperti. Solo all'ultimo posto tra i criteri di riferimento hanno indicato le opinioni condivise sui social. Questo dato ci aiuta a capire che continuiamo a giudicare i giovani in base a stereotipi. Ora la sfida cruciale è rimanere al fianco delle nuove generazioni per aiutarle ad acquisire strumenti strategici per gestire la crescente complessità della nostra epoca e imparare a convivere con equilibrio con una quota inevitabile di incertezza", ha raccontato
Alfonso Molina.
Il progetto Fattore J è stato avviato nel pieno del primo lockdown con l’obiettivo di integrare empatia e sviluppo dell'intelligenza emotiva nel tradizionale curriculum della scuola italiana, per formare ragazze e ragazzi sui temi della prevenzione e della salute, sensibilizzare al rispetto di chi vive in condizione di fragilità e consolidare la fiducia nella scienza.
Nel corso dell’anno scolastico 12mila giovani di 63 scuole superiori in 7 regioni italiane hanno riscoperto l’importanza di prendersi cura di se stessi e degli altri anche come atto di responsabilità sociale. Un video raccoglie alcune testimonianze dei protagonisti.
Nell’evento conclusivo della prima edizione di Fattore J gli studenti sono stati coinvolti nell’ideazione di
campagne Instagram per affermare il valore della scienza e della ricerca scientifica e sconfiggere pregiudizi e paure. Il creative jam ha visto i ragazzi al lavoro in sei stanze digitali dedicate alle aree terapeutiche del progetto: Ematologia, Neuroscienze, Infettivologia, Dermatologia, Gastroenterologia e Ipertensione Polmonare. Al loro fianco i dipendenti Janssen e rappresentanti delle
associazioni di pazienti partner del progetto:
Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma (AIL), Associazione Ipertensione Polmonare Italiana Onlus (AIPI), Associazione Malati Reumatici del Piemonte (AMaR), Associazione Nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell'Intestino (AMICI Onlus), Associazione Nazionale Amici per la Pelle (ANAP Onlus), Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza (APIAFCO), Network Persone Sieropositive (NPS Italia Onlus) e Progetto Itaca Onlus. Il team vincitore potrà avvalersi del supporto di alcuni esperti per far diventare la propria idea una realtà nel corso del prossimo anno scolastico.
“È solo partendo dalla corretta conoscenza che si rimuovono gli ostacoli della paura e si vincono quelle resistenze verso tematiche apparentemente lontane come la gestione di malattie, la loro cura, la possibilità di superarle tramite il progresso scientifico e la ricerca, l’essere vicino a chi ne è affetto riconoscendo con empatia il disagio e sapendolo condividere. È grazie alla ricerca scientifica che abbiamo potuto trovare risposte alle sfide di salute anche in tempi inimmaginabili, come ad esempio nello sviluppo dei vaccini anti-covid. Spero che questa esperienza possa costituire per molti di voi un’ispirazione per provare a seguire un percorso professionale nell’ambito medico-scientifico o semplicemente per farvi avvicinare al tema salute con maggiore confidenza, per vivere con più consapevolezza e quindi preparazione emotiva e razionalità l’incontro con la malattia in tutte le sue sfaccettature e i differenti vissuti che essa comporta”, così ha voluto salutare gli studenti protagonisti del progetto
Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute.
L’evento è stato inoltre occasione per il lancio di una nuova edizione di Fattore J, specificatamente finalizzata ad accrescere nelle giovani generazioni la fiducia nei progressi della scienza, la consapevolezza dell’importanza che i vaccini hanno assunto nella storia dell’umanità anche come strumento di protezione collettiva e la capacità di saper riconoscere le fake news. I giovani saranno coinvolti in nuove azioni formative e divulgative per sensibilizzare sull’importanza di una corretta informazione scientifica e sulla vaccinazione come atto di responsabilità sociale e civica.
“Da una parte, questa pandemia ha avuto il merito di portare in prima pagina temi scientifici relativi alla salute e alla sanità che mai avevano trovato un così ampio spazio di discussione. Dall’altra parte, però, questa infodemia è stata spesso causa di confusione, per questo non mi sorprende che i giovani chiedano maggiore chiarezza. Credo che questa vada, però, accompagnata dall’accessibilità vale a dire che dobbiamo fornire ai ragazzi i filtri necessari per comprendere al meglio la mole di informazioni alla quale sono sottoposti e diradare un po’ la nebbia informativa che spesso li confonde”, afferma
Massimo Scaccabarozzi, Presidente e Amministratore Delegato di Janssen Italia. “Pensare al futuro oggi è davvero cruciale: per questo siamo molto felici di poter essere di nuovo al fianco di Fondazione Mondo Digitale per una seconda edizione in cui continueremo ad ampliare la rete delle collaborazioni con nuovi partner tenendo sempre come protagonisti i nostri ragazzi”.
18 maggio 2021
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