Studio Istat-Iss. Da febbraio a novembre 84mila morti in più rispetto alla media, di cui il 69% è direttamente attribuibile al Covid
Lo rileva il nuovo rapporto che analizza la mortalità in eccesso nelle due ondate epidemiche rispetto alla media di mortalità del periodo 2015/2019. La mortalità Covid-19 ha contribuito al 4% della mortalità generale nella classe di età 0-49 anni, all’8% nella classe di età 50-64 anni, all’ 11% nella classe di età 65-79 anni e all’8% negli individui di ottanta anni o più. IL RAPPORTO.
30 DIC - Nel periodo febbraio-novembre 2020 si stimano complessivamente circa 84 mila morti in più rispetto alla media del 2015-2019. I decessi di persone positive al Covid-19 registrati dalla Sorveglianza integrata riferiti allo stesso periodo sono 57.647 (il 69% dell’eccesso totale).
Lo rileva l’ultimo report congiunto Istat-Iss sulla mortalità in eccesso.
Nel rapporto si ricorda, tuttavia, che “il rapporto tra i decessi segnalati alla Sorveglianza Integrata e l’eccesso di mortalità del periodo febbraio-novembre 2020 non può dare conto del contributo effettivo del Covid-19; questa misura, infatti, risente di problemi metodologici collegati al consolidamento delle basi dati (sia della Sorveglianza integrata sia di Istat) e della difficoltà nell’identificare i decessi causati da Covid-19 quando questi avvengono in pazienti con numerose patologie concomitanti”.
Da fine febbraio a novembre i decessi Covid-19 rappresentano il 9,5% del totale dei decessi del periodo, durante la prima ondata epidemica (febbraio-maggio) questa quota è stata del 13%, mentre nella seconda ondata il contributo complessivo dei decessi Covid-19 è passato al 16% a livello nazionale (con un considerevole aumento nel mese novembre).
Se si considerano i contributi per fasce di età dei decessi Covid-19 alla mortalità generale si può notare come, a livello nazionale, la mortalità Covid-19 abbia contribuito al 4% della mortalità generale nella classe di età 0-49 anni, all’8% nella classe di età 50-64 anni, all’ 11% nella classe di età 65-79 anni e all’8% negli individui di ottanta anni o più.
La seconda ondata si caratterizza a ottobre per un eccesso di decessi totali del 13% sia al Nord che al Centro-sud riscontrato, mentre nel mese di novembre si distingue nuovamente l’eccesso di mortalità del Nord (+61,4%), rispetto al Centro (+39,3) e al Sud (+34,7%).
In molte regioni del Nord l’eccesso di mortalità totale del mese di novembre supera quello del picco di marzo-aprile: in Valle d’Aosta (+139,0% rispetto al +71,0% di aprile), in Piemonte (+98,0% a novembre rispetto al +77,0% di aprile), Veneto (+42,8% rispetto al +30,8% di aprile), e Friuli-Venezia Giulia (+46,9% vs +21,1%). L’incremento dei decessi registrato a novembre è più basso di quello osservato in corrispondenza della prima ondata dell’epidemia solo in Lombardia (+66% a novembre rispetto al +192% di marzo e il +118% di aprile) e in Emilia-Romagna (+34,5% rispetto al +69% di marzo).
"L'eccesso di mortalità, vale a dire il numero di decessi conteggiati in più per tutte le cause rispetto all'epoca pre-Covid, rappresenta un dato di fondamentale importanza per segnalare l'intensità, la tempistica e la localizzazione territoriale degli effetti, diretti e indiretti, prodotti dalla pandemia sul fronte della mortalità nel Paese - spiega il presidente Istat
Gian Carlo Blangiardo -. Il Report statistico presentato oggi fornisce un contributo originale per una conoscenza oggettiva della realtà che possa indirizzare al meglio gli interventi e i comportamenti".
“Il rapporto, in continuità con le edizioni precedenti, analizza i dati sull’eccesso di mortalità in Italia in relazione ai 5 anni precedenti contribuendo così a meglio comprendere l’impatto della pandemia SARS-CoV-2nel Paese ed il suo peso rispetto alle altre cause di morte - spiega
Silvio Brusaferro, presidente dell’ISS -. Questo monitoraggio è un ulteriore frutto dell’impegno e della collaborazione continua tra ISS e ISTAT nel fornire dati ed analisi utili alla gestione ed alla comprensione della pandemia”.
30 dicembre 2020
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