Covid. Nell’ultima settimana di agosto aumento del 540% dei nuovi positivi rispetto a fine luglio. Il nuovo report Gimbe
Dal 21 luglio al 1 settembre i nuovi casi settimanali sono balzati da 1.408 a 9.015, il rapporto positivi/casi testati dallo 0,8% al 2,3% e i pazienti ospedalizzati quasi raddoppiati. Nella settimana 26 agosto-1 settembre, rispetto alla precedente, ulteriore aumento dei nuovi casi (+2.477), ma soprattutto dei pazienti ospedalizzati con sintomi (+322) e in terapia intensiva (+41). Salgono a 26.754 i casi attualmente positivi, la metà tra Lombardia (26,5%), Lazio (12,3%) ed Emilia-Romagna (11,4%).
03 SET - Il monitoraggio settimanale sull’andamento della pandemia Covid realizzato dalla Fondazione GIMBE registra nella settimana 26 agosto-1 settembre, rispetto alla precedente, un incremento del 37,9% dei nuovi casi (9.015 vs 6.538) e del 52,2% dei casi attualmente positivi (7.040 vs 4.625). Aumentano anche i pazienti ricoverati con sintomi (1.380 vs 1.058) e quelli in terapia intensiva (107 vs 66). Lieve incremento dei decessi (46 vs 40).
Queste, in dettaglio, le variazioni rispetto alla settimana precedente:
• Decessi: +6 (+15%)
• Terapia intensiva: +41 (+62,1%)
• Ricoverati con sintomi: +322 (+30,4%)
• Nuovi casi: 9.015 (+37,9%)
• Casi attualmente positivi: +7.040 (+ 52,2%)
• Casi testati +86.515 (+28%)
• Tamponi totali: +116.184 (+24%)
Per il presidente della Fondazione
Nino Cartabellotta, “si tratta di segnali che vanno tutti nella direzione di una ripresa dell’epidemia nel nostro Paese, sia in termini epidemiologici che di manifestazioni cliniche, proprio alla vigilia del momento cruciale della riapertura delle scuole”.
Particolarmente significativo l’incremento dei casi rispetto al mese scorso, si è infatti passati da 1.408 nuovi casi riportati nella settimana 15-21 luglio a 9.015 nuovi casi di quella 26 agosto-1 settembre (+540%), con un incremento del rapporto positivi/casi testati che è schizzato dallo 0,8% al 2,3%.
Aumentati anche i ricoverati con sintomi che dal 21 luglio al 1 settembre sono passati da 732 a 1.380 e quelli in terapia intensiva passati da 49 a 107.
Figura 1. Trend settimanale nuovi casi e rapporto positivi/casi testati
Figura 2. Numero di ricoverati con sintomi e in terapia intensiva
“Se fortunatamente i numeri sono ancora esigui – puntualizza Cartabellotta – e non configurano alcun segnale di sovraccarico dei servizi ospedalieri, il trend in costante aumento insieme all’incremento dei contagi invitano a mantenere la guardia molto alta nelle prossime settimane”.
Sui nuovi casi si confermano le ampie variabilità regionali: 3 Regioni fanno registrare una esigua riduzione (-111); nelle rimanenti si attesta un aumento complessivo di 2.588 nuovi casi, con un range che varia dai 700 della Lombardia ai 2 del Molise.
Dei 26.754 casi attivi al 1 settembre, il 50,2% si concentra in tre Regioni: Lombardia (7.082), Lazio (3.285), Emilia-Romagna (3.061). Un ulteriore 41,9% si distribuisce tra Veneto (2.460), Campania (2.292), Toscana (1.581), Piemonte (1.464), Sicilia (1.152), Puglia (860), Sardegna (837), Liguria (560). I rimanenti 2.120 casi (7,9%) si collocano nelle restanti 8 Regioni e 2 Province autonome con un range che varia dai 30 della Valle d’Aosta ai 406 dell’Abruzzo.
Tabella: nuovi casi settimana 26 agosto – 1 settembre
“Davanti a questi numeri in preoccupante e indiscutibile ascesa – conclude Cartabellotta – non possono essere più tollerati comportamenti individuali irresponsabili, esempi scellerati di cattivi maestri, né tantomeno correnti antiscientiste e manifestazioni di piazza che, sotto il falso scudo della libertà, mettono a repentaglio la salute della popolazione. Accanto al richiamo alle Istituzioni affinché vigilino e sanzionino ogni forma di “attentato” alla salute pubblica, la Fondazione GIMBE rinnova alla popolazione l’invito a rispettare tutti i comportamenti raccomandati. Alle autorità sanitarie il compito di potenziare ulteriormente l’attività di testing, sorveglianza e comunicazione pubblica, oltre che accelerare la messa a punto di un piano adeguato per gestire la difficile “convivenza” tra coronavirus e influenza stagionale”.
03 settembre 2020
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